Irregolari autovelox e photored se sono gestiti da ditte private - QdS

Irregolari autovelox e photored se sono gestiti da ditte private

Valeria Zingale

Irregolari autovelox e photored se sono gestiti da ditte private

martedì 30 Marzo 2010

Sentenza della Corte di Cassazione depositata il 17 marzo scorso. Messina prima a rispondere. Consumatori associati chiederà il rimborso delle multe già pagate

MESSINA – Gli apparecchi autovelox e photored installati nei territori comunali non possono essere appaltati a ditte private e devono essere  gestiti direttamente dalla Polizia.
Lo afferma la Corte di Cassazione nella sentenza n°10620 depositata il 17 marzo scorso. La pronuncia stabilisce che non si sottrae alla censura per abuso di ufficio ( art. 323 del Codice Penale ) l’utilizzo di strumenti di misurazione della velocità appaltati a ditte esterne, se il costo del noleggio  è parametrato ai possibili incassi ed alla fase di accertamento sono chiamati a partecipare gli stessi privati.
Immediato il provvedimento di sospensione del servizio di rilevamento automatico delle infrazioni nella città di Messina da parte del Comandante della locale Polizia Municipale, Calogero Ferlisi. “Il provvedimento di disattivazione – si legge nella nota diffusa dal Comando della città dello Stretto – è stato adottato solo in considerazione del fatto che, sostanzialmente, a seguito del noleggio da parte della Pubblica Amministrazione di tali apparecchiature di proprietà di privati, il corrispettivo non deve essere determinato in percentuale, ancorché minima, al numero di verbali elevati ed incassati dall’Amministrazione, ma in misura fissa”.
A Messina, invece, la ditta aggiudicatrice (l’appalto è stato vinto dalla Vecar srl), percepisce dall’Amministrazione Comunale, come previsto dal Capitolato Speciale di appalto, la somma di 23,45 euro per ogni infrazione effettivamente incassata. La sentenza della Cassazione è stata accolta con soddisfazione da Consumatori Associati che, ora, chiede al Comune di Messina di restituire le somme indebitamente incassate per photored e autovelox.  L’Associazione di Consumatori ha annunciato l’intenzione di far partire un’azione civile collettiva per il risarcimento degli automobilisti. “Già in passato – afferma il presidente dell’Associazione, Ernesto Fiorillo – avevamo rilevato l’irregolarità di autovelox e photored installati nella città di Messina.
Ancora prima che la Cassazione si pronunciasse con la sentenza n° 10620, – continua Fiorillo – avevamo spiegato più volte che l’utilizzo di queste apparecchiature nel nostro territorio era illegale. Tra l’altro, gli autovelox e i photored della nostra città non sono stati nemmeno segnalati adeguatamente per diverso tempo. La Polizia Municipale, dopo la sentenza della Cassazione, ha disabilitato alcuni photored cittadini, ma il provvedimento non toccherà gli autovelox, che sono di proprietà comunale. Riteniamo che questo provvedimento non possa bastare perché anche gli autovelox, seppur non gestiti da ditte private,  come previsto dalla legge, – evidenzia ancora il presidente di Consumatori Associati – dovevano essere adeguatamente segnalati e pattuglie dei Vigili Urbani dovevano stare accanto alle apparecchiature”. 
Per Fiorillo, nella città dello Stretto vi è stato un uso indiscriminato di questi strumenti che, anziché servire per una giusta prevenzione, sono stati utilizzati per far aumentare gli incassi di Palazzo Zanca. “Questo modo di agire – conclude l’associazione – rischia ora di diventare un boomerang per l’amministrazione che, come già accaduto precedentemente in molti casi, dovrà ora risarcire chi ha pagato delle multe salate”.
 

 
Multe, cartelle esattoriali e responsabili del procedimento
 
Dal 1° gennaio 2008 gli agenti della riscossione non possono svolgere attività finalizzate al recupero di somme, di spettanza comunale, per sanzioni amministrative relative a violazione del Codice della strada di cui la cartella di pagamento non è stata notificata entro due anni dalla consegna del ruolo. Lo ha stabilito il comma 153 dell’art. 1 della legge n. 244/2007 (finanziaria 2008) in seguito alle varie multe “pazze” che sono pervenute agli automobilisti. Frattanto un’ordinanza della Corte Costituzionale (n. 377/2007) ha praticamente affossato centinaia di migliaia di contravvenzioni perché la relativa cartella esattoriale non riportava il nome del responsabile del procedimento amministrativo. L’ordinanza apre la strada a una marea di ricorsi al giudice di pace. Tutto discende dall’art. 7, comma 2, della legge n. 212/2000 (statuto del contribuente), in base al quale “gli atti dell’amministrazione finanziaria e dei concessionari della riscossione devono tassativamente indicare l’ufficio presso il quale è possibile ottenere informazioni complete in merito all’atto notificato e il responsabile del procedimento”.

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