Quattro “No” al rigassificatore - QdS

Quattro “No” al rigassificatore

Rosario Battiato

Quattro “No” al rigassificatore

sabato 10 Aprile 2010

Energia. Lunedì la conferenza di servizi sull’impianto.
L’appuntamento. Lunedì si terrà la conferenza di servizi al termine della quale dovrà essere bocciato o approvato il progetto per la realizzazione del rigassificatore Jonio Gas di Priolo-Melilli.
Carte cantano. Saranno esaminati tutti i pareri. Intanto gli atti sono stati trasmessi alle Procure di Palermo e Siracusa e alla Commissione regionale antimafia. Chiesta la commissione d’indagine parlamentare.

PALERMO – Nel magma delle dichiarazioni dell’ultima ora, in attesa della conferenza dei servizi di lunedì, si delineano i confini di quella che dovrebbe essere l’ultima tappa dell’affare rigassificatore di Melilli-Priolo. I petrolieri “convertiti” al gas – Priolo è strategica per l’Erg – pressano il trasversale fronte politico regionale favorevole all’impianto e autoproclamano il via libera entro giugno.
L’altro fronte è assai variegato e comprende la “priorità sicurezza” dei sindaci dell’area, il netto “no” dei comitati cittadini, sostenuti dal risultato del referendum del 2007, e i “dubbi” ragionati di alcuni deputati regionali, come Caputo che ha elencato tutte le relazioni che sottolineano l’impossibilità di una costruzione nell’area: Protezione Civile, Dipartimento Industria e Commissione Grandi Rischi.
 
Tra un rinvio e l’altro alla Regione si scaldano i motori per la conferenza dei servizi di lunedì prossimo. Mercoledì scorso nell’ambito della riunione delle Commissioni congiunte delle Attività produttive e del Territorio ambiente dell’Ars  è stato richiesto l’invio degli atti relativi alle procedure per il rigassificatore di Priolo alle Procure di Palermo e Siracusa, nonché alla Commissione regionale antimafia. In più è stato chiesto al presidente dell’Ars, Francesco Cascio, di istituire una Commissione d’inchiesta sull’iter del progetto per l’impianto. Sono le ultime novità della lunga vicenda, ma la percezione della pressione del duo Erg-Shell rende l’affare rigassificatore una questione assai delicata e complessa.
I petrolieri, che sembravano storditi dalle criticità strutturali evidenziate nel rapporto Interlandi-Cuspilici del novembre scorso, si arrogano il diritto di vincere sempre e comunque (Garrone ha dichiarato di attendere il via libera definitivo entro giugno), mentre dall’altra parte ci sono 5.700 cittadini di Priolo Gargallo che nel celebre referendum del 2007 avevano ribadito in un plebiscito il loro secco rifiuto all’impianto.
Il riepilogo dei pro e contro, appena qualche giorno prima della conferenza, sembra far pendere la bilancia nettamente in favore dell’abbandono della costruzione, visto che non sono stati ribaltati i dubbi sull’effettiva coerenza dell’impianto con la sicurezza dell’area. “Dal nostro punto di vista – ha precisato Fabio Campisi, associazione “Priolo Parla” – abbiamo ribadito il risultato della volontà popolare nel referendum del 2007. In ogni caso dalla relazione del novembre scorso non ci sono novità rilevanti”. Solo un documento a cura dei Vigili del Fuoco ha voluto gettare “acqua” sul fuoco della paura di rischio incidenti a Priolo e Melilli, anche se nel 2008 il Ctr (Comitato tecnico regionale) di cui fa parte il medesimo organismo aveva espresso un parere negativo sulla costruzione. Sembra quindi che il tempo possa da solo cambiare lo stato di sicurezza dell’area, ma ciò che non cambia sono le posizioni scientifiche espresse in differenti sedi da autorevoli personaggi.
Tra il 2007 e il 2009 si sono verificati 193 incidenti nell’area, la media di uno ogni 5 giorni, secondo la relazione firmata da Salvatore Cocina quando era ancora dirigente generale del dipartimento della Protezione Civile. Il medesimo Cocina ha ribadito il suo parere nell’audizione di mercoledì scorso facendo inoltre riferimento ad un altro importante studio di Gian Michele Calvi sullo stato di sismicità nell’area priolese (a 12 km da una faglia), un dato che il professore aveva ribadito in una nota trasmissione televisiva qualche tempo dopo la tragedia dell’Abruzzo.
Un recente rapporto dell’Apat (Agenzia per la protezione ambientale, ora Ispra) sui rischi connessi al terremoto nell’area industriale di Priolo-Augusta  ribadisce il concetto che “al danno prodotto dal terremoto si può aggiungere quello dovuto alle conseguenze di incidenti e/o rotture negli impianti, cosiddetti, a rischio di incidente rilevante”. E se ancora non bastasse: “l’area industriale di Priolo si sviluppa lungo il Golfo di Augusta, tra le città di Siracusa e Augusta. Questo settore della Sicilia Sud Orientale è noto per essere stato interessato storicamente da terremoti fra i più energetici mai registrati sul territorio italiano”. I parametri di sorgente delle strutture tettoniche rilevanti per il sito di Priolo dicono che nel raggio massimo di 37 km esistono 5 faglie, delle quali la più vicina si trova ad appena 8 chilometri dal sito. Del resto non mancano le certificazioni nazionali visto che l’area è dichiarata “zona ad alto rischio sismico (S12)” ai sensi della legge 10 dicembre 1981, n. 741.
In sostanza nel 2008 il Ctr certificò che lo stato delle cose non era tale da permettere una costruzione di quel genere e invitò la Erg a rivedere il proprio rapporto di sicurezza che non corrispondeva affatto al vero. Risultati? A quanto pare niente di nuovo visto che a fine 2009 il rapporto Interlandi–Cuspilici ribadì puntualmente tutte le problematiche dell’area anche in termini di sicurezza rispetto al polo petrolchimico. “Lunedì non si potrà più rinviare – ha chiarito Campisi – perché come ha spiegato Rossana Interlandi sono passati già 5 anni ed è ora che la Regione prenda una posizione chiara”.
 

 
Caputo(Pdl): “Vogliamo solo tutelare la collettività”
 
PALERMO – “Di fronte alle voci su rimozioni e trasferimenti di funzionari regionali e statali legati al progetto del rigassificatore di Priolo – ha sostenuto Pino Apprendi, vicepresidente della commissione Attività produttive dell’Ars – ho chiesto che gli atti fossero inviati alla magistratura”. Sul punto si è opposta Giulia Adamo, capogruppo Pdl-Sicilia all’Ars, che definisce la richiesta come un fatto che “prende a pretesto la salute dei cittadini per bassi interessi di parte”. Stizzita reazione di Salvino Caputo, presidente Commissione Attività Produttive all’Ars, che ha spiegato come “non vi è un interesse da tutelare diverso da quello della sicurezza della collettività e le nostre preoccupazioni sono scaturite dalla relazione dell’ingegnere capo dei Vigili del fuoco, del dipartimento della Protezione Civile, del dipartimento Industria e della Commissione grandi rischi”.
Non parla Raffaele Lombardo, lo fa l’assessore Titti Bufardeci. “La realizzazione del rigassificatore è un’occasione da non sciupare, probabilmente è l’ultima spiaggia per non smantellare l’area industriale”. Favorevole all’impianto Confindustria.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017