Riforma dei Consorzi di bonifica e di ricerca - QdS

Riforma dei Consorzi di bonifica e di ricerca

Chiara Giarrusso

Riforma dei Consorzi di bonifica e di ricerca

giovedì 15 Aprile 2010

Forum con Salvatore Barbagallo, dg dipartimento Interventi infrastrutturali in agricoltura

PALERMO – Quali progetti di Riforma sono in cantiere al momento?
“Stiamo lavorando alla riforma su Consorzi di bonifica, Ente di sviluppo agricolo e Consorzi di ricerca. Nella finanziaria regionale in discussione all’Ars, è stato inserito un emendamento contenente le linee generali della riforma e riguarderà in particolare i Consorzi di bonifica e l’Ente di sviluppo agricolo”.
Cosa prevede la riforma per i Consorzi di bonifica?
“I Consorzi di bonifica sono degli avamposti sul territorio per la gestione e la manutenzione del territorio. Al momento attuale presentano gravi criticità. Sono 11 in totale i consorzi di bonifica presenti nella Regione, uno per ciascuna provincia, più 2 eccezioni rappresentate dai consorzi di Gela e Caltagirone. Sono stati realizzati su basi amministrative e non secondo una logica orientata su base di bacini idrografici o di delimitazioni fisiche. È necessaria una ridefinizione dei confini per territorio, per bacini omogenei, così da rendere la gestione dei sistemi irrigui effettivamente unitaria, e procedere a una riduzione: da 11 a 4”.
Quali misure, quindi, interesseranno il personale impiegato? Una ridefinizione del personale impiegato.
“Negli anni, è stato assunto un numero notevole di personale stagionale. Non sempre la distribuzione ha tenuto conto di esigenze di efficienza delle risorse umane impiegate. Quindi, in un’ottica di ridefinizione, evidentemente anche la distribuzione del personale dovrebbe andare a coprire le esigenze effettive, in passato non sempre realizzate secondo criteri di efficienza. Nel corso degli anni molte opere sono andate in contenzioso. All’atto del mio insediamento ho trovato oltre 100 mln di euro, quali somme ancora non spese per le infrastrutture. Stiamo cercando anche in questo senso di realizzare e risolvere le difficoltà verificatesi nel corso degli anni precedenti. In questo quadro, in estrema sintesi, si colloca la ridefinizione del numero di consorzi da attuare con legge regionale”.
Altro tema attiene alla riforma dei Consorzi di ricerca?
“Per quanto riguarda la riforma dei Consorzi di ricerca, l’assessorato alle Risorse agricole e alimentari e il mio dipartimento, ad oggi, controllano otto Consorzi di ricerca, istituiti attorno agli anni 2000 e finanziati dalla Regione. Anche qui si registrano molte criticità nel sistema specie in relazione a sovrapposizioni di attività e svolte da alcuni consorzi. Sussiste l’esigenza dell’assessorato di restituire ai consorzi un indirizzo preciso e cioè lo svolgimento di attività di ricerca applicata all’agricoltura. I dipartimenti dell’Agricoltura devono essere in grado di esprimere chiaramente quali sono le esigenze della ricerca applicata in agricoltura nella Regione siciliana.
In tal senso, la proposta avanzata attiene all’istituzione di un Consorzio di ricerca unico, finanziato dalla Regione, e con un indirizzo politico preciso. Fermo restando l’autonomia dei singoli comparti, da realizzare nel modo migliore e con l’autonomia scientifica che compete alle singole strutture, occorre definire obiettivi chiari, concreti e differenziati, perché l’attività di ricerca applicata dei consorzi ha il compito di soddisfare le esigenze della regione e delle imprese.
Al momento c’è un atto di indirizzo, che prevede l’istituzione di un consorzio unico,così da permettere a quei consorzi che decidono di entrare a fare parte, di essere accorpati”.
Dal momento che l’assessorato alle Risorse agricole e alimentari, è il terzo centro di spesa di Fondi del Fse. Come impiegherete le risorse disponibili? Quali sono gli interventi infrastrutturali più urgenti?
“Al momento non sono previste opere infrastrutturali da realizzare ex novo, piuttosto siamo concentrati a predisporre tutte le misure necessarie per completare le infrastrutture ancora in corso d’opera. Le esigenze da soddisfare sono molteplici. La diga di Pietrarossa a Caltagirone, ad esempio.
Durante i lavori, sono stati ritrovati alcuni reperti archeologici. I lavori quindi sono stati bloccati e la diga è rimasta incompleta. Abbiamo lavorato ad una soluzione tecnica per risolvere il problema e completarla”.
 

 
La riconversione dell’Ente di sviluppo agricolo passa attraverso l’integrazione con i Consorizi di bonifica
 
Quali misure interesseranno l’Ente di sviluppo agricolo?
“Si tratta di un Ente pubblico gestito dalla Regione siciliana istituito nel 1965, secondo una logica legata a funzioni di meccanizzazione agricola, oggi del tutto superate. Il nostro obiettivo è riconvertirlo, assegnandogli funzioni integrative rispetto a quelle svolte dai Consorzi di bonifica, che si occupano prevalentemente di irrigazione. Negli anni a causa di  risorse insufficienti hanno tralasciato attività come la difesa del suolo, la gestione delle reti di drenaggio delle reti di bonifica. Sebbene le attività di manutenzione del territorio rientrino tra le competenze dei consorzi, data l’esigenza di rafforzare questa attività anche a seguito dei dissesti idrogeologici, la proposta è di attribuire all’Esa lo svolgimento di attività di manutenzione del territorio e procedere, conseguentemente, ad una riconversione del personale impiegato presso l’Esa, ad oggi oltre 400 operai".
A chi è stata attribuita la relativa competenza sulla gestione delle dighe?
“Con la riforma, che ha interessato i dipartimenti, la competenza è stata attribuita al dipartimento delle Acque dell’assessorato regionale all’Energia".
Del dissesto idrogeologico se ne occupano già il dipartimento Infrastrutture ed i Consorzi di bonifica. Per quale motivo duplicare le competenze, attribuendole anche all’Esa?
“Sul punto posso, solo, affermare che la ratio del disegno di legge di riforma avrà come obiettivo creare e potenziare le sinergie tra dipartimento, Consorzi ed Esa”.

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