Alla Sicilia serve buona amministrazione - QdS

Alla Sicilia serve buona amministrazione

Carlo Alberto Tregua

Alla Sicilia serve buona amministrazione

mercoledì 05 Maggio 2010

Basta buchi e irresponsabilità

Approvati Bilancio e Finanziaria, con un colpevole ritardo che ha bloccato per un terzo dell’anno l’attività della Regione (si tratta di una grave responsabilità di maggioranza e Governo), gli assessorati, cioè assessori e dirigenti generali, devono procedere a spendere rapidamente le somme indicate nello strumento finanziario.
La cosa più importante, in questo momento di bassa economia, è portare sul mercato risorse finanziarie, sia sotto forma di nuovi investimenti, con la massima accelerazione dei bandi di gara, sia sotto forma di pagamenti dei debiti delle amministrazioni nei confronti delle imprese che operano in Sicilia. Insomma, si tratta di dare fiato al mercato senza por tempo in mezzo.
Il secondo punto imperativo (come diceva il non dimenticato e malaugurato regime) è spendere bene ogni euro, evitando sprechi e clientelismi, e non alimentando la pubblica mangiatoia delle fameliche corporazioni. C’è bisogno di buona amministrazione per diffondere equità tra i cittadini.

Spendere bene i soldi dei siciliani è indispensabile perché chi come noi paga tutte le imposte abbia almeno la consolazione di contribuire al buon andamento della gestione della Cosa pubblica. Vedere dirigenti che non operano e predoni che aspirano le nostre imposte, causa un forte senso di rabbia la cui reazione si manifesta nei confronti dei responsabili delle istituzioni.
L’attività della Cosa pubblica non può essere al traino di questo e quello, o sospinta da questa o quella parte. Il senso di responsabilità di assesori e dirigenti generali dev’essere tale da fare funzionare tutta la macchina con la massima efficienza, esclusivamente per via digitale, con l’abolizione di ogni tipo di carta, il che comporta risparmi notevoli.
Per capire che in Sicilia si fa buona amministrazione paragoneremo, capitolo per capitolo, il Bilancio 2010 della Regione con quello della Lombardia 2010, che, però, produce servizi per quasi il doppio dei cittadini. Vi è un quadro sintetico che dà immediatamente un responso: i due bilanci hanno una spesa pressoché uguale, di circa 27-28 miliardi di €.

 
Da quanto precede si desume, evidentemente, che noi spendiamo il doppio per cittadino di quanto si spenda in Lombardia. Questo non ce lo possiamo permettere, perché al danno si aggiunge la beffa: il tasso di infrastrutture della Sicilia è quattro volte inferiore a quello della regione consorella.
A Milano, stanno cantierando altre due linee di metropolitana, la M4 e la M5, con una spesa complessiva di oltre tre miliardi di euro, la metà di quanto serve per il Ponte sullo Stretto. Le due linee sono essenziali, ma nessuno si è opposto com’è accaduto nel caso del manufatto fra Scilla e Cariddi. Qui si paventano le infiltrazioni mafiose, chissà perché le grandi opere della Lombardia ne sono immuni, anche se tutti sanno che la criminalità organizzata si radica ovunque vi sia ricchezza, non dove c’è povertà.
Se la Sicilia adottasse una buona amministrazione potrebbe stornare diversi miliardi del proprio bilancio utilizzati male per la spesa corrente e destinarli alle infrastrutture di cui c’è tanto bisogno.

Viaggiare tra Milano e Bologna significa impiegare un’ora con la Frecciarossa. Per viaggiare tra Catania e Palermo, con una distanza quasi uguale, servono quattro ore. Il sottosegretario alle Infrastrutture, Pippo Reina, venuto al nostro forum oltre un anno fa, ci aveva assicurato che con alcuni aggiustamenti della linea, la percorrenza ferroviaria si sarebbe assestata intorno a due ore e trenta minuti. Siamo ancora in attesa.
Sembra che in Sicilia vi sia un virus maledetto che impedisce un’attività di infrastrutturazione in tempi europei. Tutti parlano di cose che faranno, quasi nessuno di cose che ha fatto. Da questo dipende la mala amministrazione ed il livello di disfunzione economica. Se non si attivano i cantieri e non s’insediano imprese innovative in tutti i settori, la situazione attuale non può schiodarsi. Occorre che la Luce colpisca assessori e dirigenti generali, nonché sindaci e dirigenti dei Comuni, affinché redigano il proprio piano industriale e lo realizzino quasi in tempo reale.

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