Occupazione femminile, Sicilia sotto la media europea e italiana - QdS

Occupazione femminile, Sicilia sotto la media europea e italiana

Vincenza Grimaudo

Occupazione femminile, Sicilia sotto la media europea e italiana

venerdì 28 Maggio 2010

Il dip. Pari opportunità dell’Ugl Sicilia vuole più coinvolgimento delle donne nel mondo del lavoro. Nell’Isola le donne disoccupate sono oltre il 70 %, lontani gli obiettivi di Lisbona

PALERMO – Una donna abbandonata, o forse mai presa veramente in considerazione. La Sicilia resta indietro ancora anni luce con un mercato del lavoro che sostanzialmente non mostra mutazioni rispetto alle esigenze del mondo rosa. Ecco perché, in un clima già fortemente depresso, assume un carattere ancora più forte la dilagante disoccupazione femminile.
Il tasso di donne occupate resta, secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat, al 29,1 per cento in Sicilia, con 25 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale e ben il 40 per cento, distante dagli obiettivi di Lisbona che erano stati fissati per il 2010. Eppure c’è un universo in movimento, che dà segnali di vitalità e lo dimostrano le tante istanze per l’apertura di nuove imprese.
 
Resta però un pesante freno ed è quello dell’assenza di sostegno alle donne che vogliono trovare un’occupazione.
“È indispensabile – afferma Gianna Di Martino, responsabile del dipartimento Pari opportunità, Ugl Sicilia – avviare una vera e propria rivoluzione culturale nell’ambito del mondo del lavoro e quello femminile, perché l’economia di un paese civile e democratico passa attraverso il pieno coinvolgimento delle donne nel mercato del lavoro. Non è solo un fatto di giustizia e di equità sociale, ma è ampiamente dimostrato come le donne che lavorano rappresentano un valore aggiunto importantissimo capace di generare l’effetto moltiplicatore tanto decantato dagli economisti”.
Ecco perché proprio il sindacato individua nei recenti provvedimenti contenuti nel nuovo piano del ministero per le Pari opportunità per sostenere programmi di conciliazione dei tempi familiari e di lavoro, uno strumento da attuare soprattutto nel contesto siciliano. Il piano di interventi sarà applicato in tempi brevi, in attesa di uno più ampio che coinvolgerà anche il ministero dello Sviluppo economico e andrà a rimodulare gli orari di lavoro e a potenziare i servizi di assistenza all’infanzia. “Accogliamo positivamente queste iniziative – aggiunge la Di Martino – e scenderemo in campo come Dipartimento per promuovere e garantire la loro applicazione, chiamando in causa, se necessario, anche le Istituzioni e gli attori socio-economici del territorio”.
Il Fondo di credito per i nuovi nati è un’iniziativa del dipartimento delle Politiche per la Famiglia, che vuole fornire un aiuto economico alle famiglie in cui è arrivato un nuovo figlio, per poter far fronte, con maggiore serenità, all’aumento di spese che accompagnano questo evento. In base all’istituzione di questo fondo si facilita l’accesso al credito delle famiglie con un nuovo figlio nato o adottato, attraverso il rilascio di garanzie alle banche e agli intermediari finanziari (decreto legge n. 185/2008, art. 4 comma 1 e 1bis). è possibile richiedere fino a 5 mila euro di prestito da restituire in un arco temporale massimo di 5 anni per i figli nati o adottati negli anni 2009, 2010 e 2011. L’iniziativa del Governo si è concretizzata con la firma di un protocollo di intesa con l’Associazione bancaria italiana (Abi).
 


Il Piano del Governo. Misure di sostegno per le giovani mamme
 
PALERMO – Le banche che hanno aderito all’iniziativa si sono impegnate ad applicare, ai finanziamenti garantiti dal Fondo, un tasso annuo effettivo globale (Taeg) fisso non superiore al 50 % del tasso effettivo globale medio (Tegm). La richiesta di finanziamento può essere inoltrata ad una delle banche o intermediari finanziari aderenti, presentando la domanda entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di nascita o di adozione.
Altra iniziativa prevista dal Piano di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è l’istituzione delle baby sitter di condominio,  una figura professionale molto diffusa nel resto d’Europa e già utilizzata in alcune regioni, che accudisce un massimo di cinque bambini di età compresa tra gli zero e i tre anni nel proprio domicilio.
Nel Piano anche misure per favorire il rientro in ufficio di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale tramite percorsi formativi e di aggiornamento; incentivi per il telelavoro; erogazione di voucher per l’acquisto di servizi di cura offerti da strutture specializzate (nidi, centri estivi, ludoteche) o in forma di “buoni lavoro” da prestatori di servizio per le famiglie in difficoltà. (mg)

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