Profughi ambientali in aumento causati dai cambiamenti climatici - QdS

Profughi ambientali in aumento causati dai cambiamenti climatici

Profughi ambientali in aumento causati dai cambiamenti climatici

sabato 19 Giugno 2010

Secondo il rapporto “Ecoprofughi 2010” di Legambiente 50 milioni di persone sono costrette all’esodo. Emergenza desertificazione: in Sicilia il 47 % della superficie è a rischio

ROMA – I cambiamenti climatici nel mondo diventano sempre più determinanti e coinvolgenti in rapporto ai flussi umani. Giovedì scorso è stata la giornata mondiale sulla desertificazione.
Ebbene, secondo l’ultimo rapporto Legambiente “Ecoprofughi 2010” sono almeno 50 milioni attualmente le persone costrette all’esodo forzato a causa dei cambiamenti climatici e si quadruplicheranno entro il 2050. Un dramma ambientale e sociale che sembra divenire sempre più una concreta realtà giorno dopo giorno. Quindi non saranno più le guerre a determinare e circoscrivere le aree dove si movimenteranno i profughi dei prossimi decenni, ma gli eventi meteorologici estremi.
 
“Solo tra il 2005 e il 2007 – si legge in un comunicato di Legambiente in occasione della presentazione del Rapporto – l’agenzia dell’Onu ha risposto a una media annua di 276 emergenze in 92 Paesi, oltre la metà delle quali causate da calamità, il 30 % da conflitti e il 19 % da emergenze sanitarie. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e l’International Organization for Migration (Iom) entro il 2050 si raggiungeranno, infatti, i 200/250 milioni di persone coinvolte (una ogni 45 nel mondo), con una media di 6 milioni di uomini e donne costretti ogni anno a lasciare i propri territori”.
Non si tratta di eventi imprevisti come un uragano o uno tsunami, ma anche di processi assai più lenti e non per questo meno devastanti in rapporto alla sopravvivenza umana. Parliamo della desertificazione, dell’innalzamento dei mari e dell’erosione delle coste. “Nonostante l’emergenza umanitaria ormai evidente a livello internazionale, dal punto di vista giuridico i profughi ambientali non esistono – ha spiegato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente. La soluzione del problema dei nuovi migranti necessariamente passa per il riconoscimento del loro diritto a godere del sistema di protezione internazionale accordato a profughi e richiedenti asilo. Ma oltre all’immediata necessità di uno status giuridico per loro, la vera urgenza consiste nel comprendere che l’emergenza va affrontata a partire da un serio impegno collettivo nella lotta ai cambiamenti climatici”.
Sono tematiche di grande attinenza globale, ma che nello specifico riguardano anche la penisola e più strettamente la Sicilia. Secondo il rapporto dell’associazione del Cigno, negli ultimi 20 anni in Italia si è triplicato l’inaridimento del suolo e si stima che il 27 % del territorio nazionale rischia di trasformarsi in deserto. Più in dettaglio le regioni a rischio sono quelle meridionali, dove l’avanzata del fenomeno rappresenta, già da un decennio, una vera e propria emergenza ambientale. In cima alla lista troviamo la Puglia con il 60 % della sua superficie, seguita da Basilicata (54 %), Sicilia (47 %) e Sardegna (31 %). Secondo l’ultimo rapporto Enea in Sicilia il rischio si concentra principalmente nelle zone interne della provincia di Caltanissetta, Enna e Catania e lungo la costa agrigentina. Inoltre, secondo l’Enea, in un rapporto presentato lo scorso marzo, il 20 % del territorio siciliano è classificato come semi-arido.
 


Approfondimenti e studi organizzati dalla Regione
 
PALERMO – Il Servizio 4 dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente attuerà alcune attività tra le quali sono previsti: studi ed approfondimenti su aree particolarmente a rischio, per l’individuazione delle principali cause responsabili del fenomeno della desertificazione. Inoltre, sono state realizzate altre iniziative tendenti a “Informare e Sensibilizzare” il settore studentesco e quello dei professionisti, con i progetti “Sos Desertificazione”, rivolto alla sensibilizzazione degli studenti ai temi della desertificazione, che ha visto coinvolti a livello regionale cinque Istituti Superiori, e la “Giornata di studio” sul “Piano per l’assetto idrogeologico (Pai) della Regione Sicilia e degrado del suolo e rischio desertificazione”, rivolta all’ordine dei dottori Agronomi e dei dottori Forestali della provincia di Messina. Sarà anche realizzata una cartografia con una perimetrazione più dettagliata delle aree sensibili, (scala 1:25.000); rappresentazione dei principali indicatori a carattere regionale della metodologia Esas.

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