Servizi e sviluppo economico l’appello di chi vive a Librino - QdS

Servizi e sviluppo economico l’appello di chi vive a Librino

Melania Tanteri

Servizi e sviluppo economico l’appello di chi vive a Librino

mercoledì 14 Luglio 2010

Indispensabile potenziare i controlli per garantire il ripristino della sicurezza e l’ordine pubblico. Le richieste dei cittadini del quartiere catanese per una “trasformazione sociale”

CATANIA – Basta con gli annunci di inteventi mai seguiti – o quasi – da azioni concrete che abbiano a cuore gli interessi della popolazione e del quartiere. Questo il grido di denuncia delle associazioni che operano a Librino, il quartiere della periferia sud-ovest di Catania, cui le amministrazioni di ieri e di oggi dedicano solo qualche attenzione, fatalmente concentrata nei periodi elettorali.
La necessità di azioni concrete, precedute da studi e organizzazione che possano definitivamente invertire una rotta immutata negli anni, è stata ribadita con forza da associazioni, sindacati, rappresentanti del mondo della scuola, cittadini e ora anche associazioni datoriali (oltre a Cgil, Comitato librino attivo, South media erano presenti anche rappresentanti di Cna, Ance, Lega coop, Api Industrie, Confesercenti e Confcommercio), nell’incontro pubblico di ieri mattina voluto per proporre “priorità condivise”, raccolte nella “piattaforma per Librino”, un documento frutto del lavoro di tutti i soggetti che da anni vivono e operano nel difficile quartiere.
Un primo passo, dunque, “per avviare una stagione di aperto e continuo confronto, teso a sviluppare legami di rete tra le diverse competenze e realtà, per disegnare un percorso di trasformazione sociale e di sviluppo urbano”.
Quattro i punti e le tematiche da cui partire, secondo le associazioni: la ristrutturazione e valorizzazione dell’immenso patrimonio edilizio esistente nella zona; il potenziamento dei servizi pubblici e la creazione di nuovi; lo sviluppo economico, in particolare il commercio e l’artigianato; la garanzia della sicurezza e dell’ordine pubblico.
“Di Librino si parla troppo e troppo spesso, senza che alle parole seguano azioni concrete” ha detto Giusy Milazzo, segretario confederale Cgil, che ha sottolineato come questo modo di agire abbia trasformato il quartiere nel “regno delle incompiute”: dalla Zfu (Zona franco urbana), alla scuola secondaria, al centro direzionale.
E in effetti, ovunque a Librino si possono trovare i segni delle promesse mancate, come, ad esempio, l’istituzione nella zona della scuola di secondo grado, promessa dalle amministrazioni – compresa quella attuale – ma cui non sono seguite azioni reali.
“L’esempio del trasferimento dell’Istituto d’arte – ha detto Cristina Cascio, preside dell’Istituto comprensivo Angelo Musco – è stato vergognoso. Noi, come scuola, da tempo chiediamo l’istituzione di una scuola superiore qua a Librino, un segnale importante che potrebbe veder ridurre sensibilmente il fenomeno della dispersione scolastica. Per questo insisteremo per avere qui il Liceo musicale, parte integrante di una battaglia che deve essere combattuta e vinta”.
Dare nuova vitalità al tessuto sociale, dunque, attraverso l’attuazione del decentramento, con il trasferimento di importanti istituzioni in periferia, ma anche favorire la nascita e la crescita di esercizi commerciali, puntando, in primo luogo sulla sicurezza e sulla legalità, come affermato da Francesco Sorbello di Confindustria Catania.
Sicuramente un cammino ancora lungo, ma in cui l’importante è fare il primo passo.
“Riteniamo – ha concluso Sara Fagone, della Cgil Librino – che, con la presenza delle organizzazioni datoriali, oltre che delle istituzioni e associazioni che già operano nel quartiere, oggi si stia facendo un passo significativo in avanti”.

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