Comuni: pochi i bilanci sul web - QdS

Comuni: pochi i bilanci sul web

Francesco Torre

Comuni: pochi i bilanci sul web

martedì 07 Settembre 2010

Trasparenza. I documenti accessibili obiettivo ancora lontano.
Estratti. Già obbligatorio il vincolo di pubblicazione dei rendiconti per estratto. “Chi non lo fa - fanno sapere dalla Regione - rischia il blocco dei trasferimenti”.
Proroghe. Termini per l’approvazione continuamente spostati con apposite concessioni dell’assessorato alle Autonomie locali. Anche per questo slittano i controlli.

PALERMO – Comuni siciliani e informatica non vanno particolarmente d’accordo, ma la situazione – seppure per il momento i presupposti sembrino lontani – è necessariamente destinata a cambiare. Lo impone la legge, che con l’entrata in vigore della n. 69 del 2009, denominata “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile” prevede la pubblicazione dei bilanci, oltre che sulla carta stampata, anche sui siti internet istituzionali.
L’obiettivo è garantire una maggiore evidenza pubblica degli atti amministrativi con l’accesso gratuito degli stessi a tutti i cittadini, ampliando enormemente quei processi di democraticizzazione dell’informazione e crescita della trasparenza negli atti pubblici che dovrebbero rappresentare un obiettivo fondamentale.
 
Tra pochi mesi la pubblicazione dei bilanci sui siti internet istituzionali sarà obbligatoria per tutti gli Enti locali. Lo prevede esplicitamente la legge nazionale n. 69 del 2009, denominata “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile”:
“Dalla data del 1° gennaio 2010 (termine prorogato al 1° gennaio 2011, nda), al fine di promuovere il progressivo superamento della pubblicazione in forma cartacea, le amministrazioni e gli enti pubblici tenuti a pubblicare sulla stampa quotidiana atti e provvedimenti concernenti procedure ad evidenza pubblica o i propri bilanci, oltre all’adempimento di tale obbligo con le stesse modalità previste dalla legislazione vigente alla data di entrata in vigore della presente legge, ivi compreso il richiamo all’indirizzo elettronico, provvedono altresì alla pubblicazione nei siti informatici, secondo modalità stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione e di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti per le materie di propria competenza” (articolo n. 32 comma 2).

La rivoluzione informatica
–  Il richiamo non potrebbe essere più esplicito, come pure la logica che sta dietro il provvedimento: garantire una maggiore evidenza pubblica degli atti amministrativi con l’accesso gratuito degli stessi a tutti i cittadini, rendendoli maggiornamente accessibile e ampliando quei processi di democraticizzazione dell’informazione e crescita della trasparenza negli atti pubblici che dovrebbero rappresentare un obiettivo strategico degli stati moderni, votati all’efficacia e all’efficienza. Ma sono pronti, i nostri enti locali, a tale rivoluzione informatica?
I Comuni siciliani malattrezzati – Il provvedimento, come abbiamo visto, interesserà tutti gli enti pubblici, dunque in primo luogo Comuni e Province regionali, ma a seguire anche società a capitale pubblico (le cosiddette “partecipate”), gli enti di pertinenza regionale (per esempio il Genio civile) e anche statale (come il Consiglio nazionale delle ricerche). Oltretutto, la suddetta “rivoluzione informatica” non interesserà soltanto la pubblicazione dei bilanci previsionali e dei rendiconti, ma anche – e questo vale soprattutto per Comuni e Province – le delibere di Giunte e Consigli, le determine dirigenziali e qualsiasi atto oggi obbligatoriamente da inserire per 15 giorni dalla data dell’approvazione sugli Albi pretori. Ebbene, con la nostra lente di ingrandimento abbiamo scandagliato i siti internet istituzionali dei nove Comuni capoluogo siciliani, soffermandoci soprattutto sulla trasparenza di bilanci e rendiconti e parlando con i responsabili dei procedimenti. E il risultato dell’indagine non è affatto confortante.
A tutt’oggi, infatti, solo tre Comuni hanno pubblicato sul proprio sito internet il rendiconto 2009 e il previsionale 2010: Palermo, Ragusa e Trapani. Peggio ancora: la totalità degli altri enti pubblici in esame, a esclusione del Comune di Catania che è in ritardo sulla pubblicazione degli ultimi dati ma che ha una sezione apposita dove, per esempio, si può visualizzare il rendiconto 2008, non ha mai pubblicato alcun dato di natura economica. E pensare che l’obbligo doveva partire già dal 1° gennaio 2010, data poi prorogata all’anno successivo.
“Già siamo malattrezzati in generale, poi sui servizi informatici ancora di più”, commenta il ragioniere generale del Comune di Messina, Ferdinando Coglitore. “Purtroppo – aggiunge – la pubblicazione dei bilanci su internet qui da noi non c’è mai stata, ma immagino che in estratto si potrebbe fare senza problemi. Quando non c’è un obbligo, però… Ora che c’è, però, ci attrezzeremo”. Anche perché altrimenti saranno guai.
Blocco dei trasferimenti – “È vero, la legge attualmente non prevede  l’obbligo della pubblicazione integrale del bilancio sui siti internet istituzionali degli enti locali”, spiega il dott. Angelo Sajeva dell’Ufficio Ispettivo vigilanza e controllo dell’assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, “ma dal 2008 è già obbligatorio il vincolo di pubblicazione dei rendiconti per estratto, e chi non lo fa rischia sanzioni gravissime, ovvero il blocco dei trasferimenti”. Che a questo punto dovrebbe essere applicato a ben sei Comuni sui nove capoluogo.
“La situazione – argomenta Sajeva – è più complicata di come sembra, in quanto è probabile che alcuni Comuni non abbiamo ancora approvato il rendiconto 2009, per via delle proroghe che la Regione concede, sempre molto generose. Quest’anno, per esempio, gli enti pubblici hanno avuto addirittura sei mesi di proroga, ovvero fino al 30 giugno 2010. Qualora entro questo termine il rendiconto non fosse stato approvato, l’Ufficio invia un commissario ad acta, per cui è possibile anche in questa data che in qualche Comune l’iter sia ancora in corso”.
“E poi – continua l’Ispettore regionale – c’è anche qualche Comune che trasmette tutti i dati economici al Ministero per l’Innovazione e la Pubblica amministrazione per la pubblicazione sul sito nazionale, e ciò fino al prossimo anno, ovvero con l’entrata in vigore della nuova legge, può sostituire il vincolo di pubblicazione sul sito internet dell’ente locale”.
“Ad ogni modo – conclude Sajeva – se c’è qualche Comune che sul proprio sito internet non pubblica nemmeno in estratto, fatecelo sapere e prenderemo provvedimenti”.
Voilà!

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