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Catania – Immobili comunali in vendita, non tutti i dati sono sul web

Antonio Borzi

Catania – Immobili comunali in vendita, non tutti i dati sono sul web

mercoledì 08 Settembre 2010

L’assessore al Patrimonio, Bonaccorsi: “Si può ritirare la brochure con lo stato delle costruzioni”. Chi vuole informazioni dettagliate deve recarsi direttamente al Comune

CATANIA – La politica attuata dal primo cittadino etneo Raffaele Stancanelli si è dovuta sempre confrontare con i problemi finanziari ereditati dalla precedente gestione Scapagnini. Le casse comunali infatti, al momento dell’elezione dell’attuale sindaco, versavano in un profondo rosso. Tutti le azioni attuate da Stancanelli e dalla sua, ormai ex, Giunta sono nella storia: dall’invocazione, con annessa lista, dei fondi Cipe fino a un percorso di razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie per rientrare dai precedenti passivi, alle opere che hanno visto in prima linea l’ex assessore al Bilancio, Gaetano Riva, e che adesso vedranno come protagonista il nuovo addetto al ramo Roberto Bonaccorsi. Il primo atto dell’assessore tecnico, che ha anche la delega al Patrimonio, riguarderà la cessione di alcuni immobili di proprietà comunale che, in alcuni casi, rappresentavano delle vere e proprie zavorre per le casse etnee. Una lista infatti di ben 27 costruzioni in vendita fa parte dell’asta indetta dal comune etneo e che dovrebbe, se tutti gli edifici verranno venduti, fruttare la cifra minima di 18.880.000 euro.
Una possibilità non indifferente per il bilancio catanese e che è stata resa possibile da alcuni precedenti atti del consiglio comunale etneo. A  fare la parte del leone in questa gara vi sono anche alcuni edifici storici, non per il valore artistico bensì per le querelle suscitate, del capoluogo etneo. Parliamo infatti di complessi come quello di via Bernini che, anche come ricordato nelle pagine del nostro quotidiano, ha rappresentato per molti anni un vero e proprio scempio in pieno centro cittadino.
Comprato dall’amministrazione Bianco per ospitare degli uffici comunali nel corso dei mesi e degli anni si è trasformato in un rifugio “comodo e gratuito” per i clochard e gli sbandati che, come spesso accade, potevano e possono bucarsi in tranquillità all’interno della struttura abbandonata. Una situazione che adesso dovrebbe finire se, chi si aggiudicherà  la gara, verserà una cifra minima o superiore ai 7.965.000 euro richiesti dal Comune di Catania. Ma le spese per chi si aggiudicherà la gara non finiranno qui.
Infatti, anche se aspetto comune a molte gare d’acquisto, è utile ricordare e non dimenticare che gli acquirenti troveranno spesso degli edifici in cattive condizioni (anche in questo caso complesso Bernini insegna) e con dei mutuo pendenti. Una condizione ricordata anche nel punto a delle condizioni d’acquisto riportate nel  bando: “Ogni singolo immobile sarà ceduto nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, a corpo, con i relativi pesi ed oneri, accessioni e pertinenze, servitù attive e passive, anche se non dichiarate tanto apparenti che non apparenti. Lo stato dell’immobile sarà quello risultante dalla data di consegna dello stesso, senza che possano essere fatte eccezioni o riserve”. Termine ultimo per la presentazione delle domande il 9 settembre 2010 alle ore 12.
Il bando per l’aggiudicazione della gara è anche presente sul sito internet del Comune di Catania, ma sfogliando attentamente tutti gli allegati si nota l’assenza di una documentazione che attesti, anche semplicemente con una foto per ogni immobile, lo stato delle strutture. Una condizione che costringe chi ha intenzione d’acquistare a richiedere ulteriori documentazioni per avere almeno un’idea di cosa si trova fra le righe del bando e se, soprattutto, per lui potrebbe essere appetibile.
Abbiamo chiesto il perché all’assessore al Bilancio e Patrimonio, Roberto Bonaccorsi.
“Chi ha interesse – ha dichiarato – andrà a ritirare la brochure che spiega dettagliatamente tutti gli aspetti legati  allo stato degli immobili. Il problema in realtà non si pone, perché chi ha interesse reale va a vedere tutta la situazione con tutti i dati catastali. Anche con le altre aste ci comportiamo così e in ogni caso è l’acquirente che si deve premurare di controllare tutti i dettagli direttamente sul luogo”. La digitalizzazione, insomma, può attendere.

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