Porto Marghera, via alle bonifiche ma i Sin siciliani ancora aspettano - QdS

Porto Marghera, via alle bonifiche ma i Sin siciliani ancora aspettano

Rosario Battiato

Porto Marghera, via alle bonifiche ma i Sin siciliani ancora aspettano

martedì 12 Ottobre 2010

Il  ministro dell’Ambiente Prestigiacomo esprime soddisfazione: “Sarà anche l’occasione di nuovo sviluppo”. Solo 10 aree nei 4 siti d’importanza nazionale hanno il progetto definitivo approvato

ROMA –  A Porto Marghera le bonifiche si faranno. La novità di questi giorni riguarda il polo veneziano dal momento che il ministero dell’Ambiente ha sottoscritto nel capoluogo veneto una serie di transazioni, del valore complessivo di oltre 5 milioni e 800 mila euro, per la messa in sicurezza, la bonifica e la riparazione ambientale del sito di interesse nazionale di Porto Marghera. Esprime soddisfazione il commento del ministro Stefania Prestigiacomo. “Procedere alle transazioni, chiudendo lunghi contenziosi e avviando in concreto le bonifiche è un obiettivo prioritario per il ministero. Consente infatti di raggiungere due obiettivi: risanare i territori storicamente compromessi dai guasti dell’inquinamento e consentire in quelle aree nuovi insediamenti produttivi, ambientalmente sostenibili, e capaci di innescare nuovo sviluppo e nuova occupazione”.
Per un’area che rinasce a nuova vita ci si chiede che fine abbiano fatto le bonifiche dei Siti di Importanza Nazionale siciliani – l’elenco regionale comprende Gela, il comprensorio del Mela e l’area di Priolo Gargallo – che da anni attendono bonifiche adeguate che ridiano perlomeno una dignità minima ai cittadini e ai luoghi. Lo stesso ministro lo scorso dicembre aveva lanciato l’allarme dichiarando che “trascorsi ormai dieci anni dalla perimetrazione dei primi Sin il lavoro da fare per bonificare queste aree e restituire le stesse agli usi legittimi è ancora molto, forse troppo, e richiede uno sforzo straordinario anche in termini di risorse”.
Secondo un rapporto Arpa che esamina la bonifica dei Sin in Sicilia siamo ancora molto indietro. Basti pensare che appena 10 aree nei quattro siti vantano un progetto definitivo approvato, 4 hanno un piano di caratterizzazione, e 12 le indagini di caratterizzazione.
“Nella fase preliminare – si legge sul rapporto dell’Arpa che esamina le bonifiche dei Sin in Sicilia – sono comprese anche le aree nelle quali sono state effettuate azioni di messa in sicurezza d’emergenza. Il numero di aree bonificate è ancora esiguo. L’avanzamento delle attività ha, infatti, riguardato essenzialmente l’approvazione di piani di caratterizzazione, le misure di messa in sicurezza o le indagini di caratterizzazione”. Come se non bastasse nel territorio di Priolo è in previsione la costruzione del rigassificatore, quando la Ionio Gas avrà ottemperato a tutte le prescrizioni emerse nell’ultima conferenza dei servizi.
La battaglia intrapresa dalla comunità del luogo contro la costruzione dell’impianto in un’area ad altissimo rischio di incidente non ha minimamente colpito i vertici nazionali che dovrebbero vigilare sulle bonifiche e sulla sostenibilità dei luoghi. Il ministro siracusano ha infatti dichiarato di voler “restituire all’utilizzo industriale un’area così vasta del territorio, peraltro spesso infrastrutturata, evitando così di sporcare altre aree pulite”. In altri termini evitando di “inficiare altre aree” il rigassificatore dovrà essere piazzato necessariamente a Priolo Gargallo. Con buona pace dei priolesi che da decenni vivono a contatto con l’industria petrolchimica.

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