La Regione osteggia l’apprendistato - QdS

La Regione osteggia l’apprendistato

Michele Giuliano

La Regione osteggia l’apprendistato

venerdì 12 Novembre 2010

Lavoro. Aiuti all’occupazione imprese abbandonate.
Legge Fleres. La legge 32/2000 (redatta da Salvo Fleres) contempla due misure di sostegno: l’apprendistato, previsto negli articoli 50, 61 e 71, e gli aiuti all’occupazione e alla formazione presso le imprese (art. 18 e 19).
Professioni dimenticate. L’artigianato poco considerato anche dalla Formazione professionale: pochi corsi per creare figure oggi introvabili sul mercato del lavoro come ebanisti, saldatori e falegnami.

L’apprendistato da risorsa in Sicilia si è trasformato in zavorra. La misura, che prevede agevolazioni nei confronti delle imprese per nuovi assunti, non è più finanziata dalla Regione dal lontano 2003 e come se non bastasse ancora oggi neanche tutti i soldi allora stanziati sono stati ancora distribuiti alle varie aziende che ne hanno fatto richiesta. Oltretutto Unioncamere ha potuto appurare come in Sicilia sono 85.148 le imprese operanti nell’artigianato su un totale di 469.340. Nei primi tre mesi di quest’anno il comparto ha perso per strada 597 imprese, circa il 7% del totale. L’andamento negativo (-0,70%) deriva da un alto numero di cessazioni (1.938) e dal rallentamento sulle aperture (1.341). Quindi oggi più di ieri l’apprendistato potrebbe dare una svolta al settore, una nuova linfa vitale.
“I fondi regionali sono bloccati dal 2003 – sottolinea il segretario regionale della Cna, Mario Filippello – mentre l´ultima Finanziaria nazionale ha limitato queste agevolazioni a un periodo massimo di tre anni”. In pratica la Regione sta quasi del tutto continuando ad ignorare la legge regionale 32 del 2000. Una norma messa in piedi proprio per superare la crisi del mercato del lavoro e delle imprese.
La legge, redatta dal parlamentare siciliano Salvo Fleres, oggi senatore, contempla in particolare due misure di sostegno: l’apprendistato, previsto nell’articolo 50, 61 e 71, e gli aiuti all’occupazione e alla formazione presso le imprese, disciplinato in questo caso negli articoli 18 e 19. La normativa ha praticamente funzionato soltanto per due anni, nel 2002 e 2003, prima che nel 2004 la Regione revocasse il finanziamento di 15 milioni di euro per la parte di sua competenza pari al 30 per cento, mentre il 70 per cento era stanziato dal Por Sicilia 2000-2006.
Già da tempo Casartigiani Sicilia protesta: “Si deve rifondare l’apprendistato in Sicilia – afferma il coordinatore regionale Michele Marchese -. L’assurda norma prevista nella legge regionale n. 32 dell’anno 2000, che ha esteso l’apprendistato a tutto il mondo lavorativo, compresi gli studi legali, commerciali e notarili, che fra l’altro non formano ma utilizzano i giovani assunti, ha di fatto cancellato l’apprendistato, senza dire che dal 2004 non ci sono i bandi per i previsti contributi di legge. Noi proponiamo la costituzione delle botteghe-scuole. D’altro canto diciamo con forza che è assurdo spendere in Sicilia 300 milioni di euro all’anno per gli enti di formazione riconosciuti da una legge vecchia di oltre mezzo secolo e che servono solo per pagare i formatori che non formano nessuno”.
Altro tasto è proprio quello della formazione che in Sicilia sembra essersi dimenticata proprio dell’artigianato e degli antichi mestieri. Lo dice pure il rapporto Excelsior 2010 di Unioncamere che parla di imprese che nel 2011 avranno difficoltà a trovare personale adatto alle loro esigenze. Si prospetta un’assenza di figure appositamente formate del 26,7 per cento. Introvabili in particolare figure come: ebanisti, saldatori, falegnami.
C’è anche chi però non ne fa solo una questione burocratica o normativa il mancato decollo dell’apprendistato nell’Isola: “Per la gran messe di diplomati e laureati siciliani – rivela Salvatore Bonura, segretario della Cna di Catania – svolgere un’attività artigianale non fa sentire importanti sulla scala sociale. Ecco perché alcuni posti sono rifiutati, pur non essendo faticosi o usuranti”. Sotto accusa finisce l’intero sistema burocratico della Regione: “Un bando regionale per aiuti europei alle imprese artigiane ad esempio – spiega il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina – nel febbraio scorso dava la possibilità alle imprese artigiane di usufruire di un contributo a fondo perduto del 50 per cento per investimenti fino a 50.000 euro. Ad oggi è ancora tutto fermo: su 3.267 domande ne sono state esitate 2.211, di cui ben 851 escluse per questioni formali o procedurali che, se ci fosse stato un dialogo costante con i funzionari della Regione, si sarebbero potute evitare. E le pratiche già evase, che avrebbero già dovuto percepire i fondi, ancora aspettano e sperano”.
Restano ancora sospese in attesa di decreto anche le leggi regionali 9/2009 e 11/2010 per gli aiuti al lavoro. Come dire: imprese messe in un angolo in attesa di un salvagente per il lavoro.
Sembra invece sbloccarsi il bando relativo all’avviso 6 del maggio 2009, per l’occupabilità nel settore artigianato grazie al recupero e alla valorizzazione degli antichi mestieri. La Corte dei Conti ha approvato il bando e presto potranno partire i corsi di formazione seguiti dai tirocini per 3.384 disoccupati di età compresa tra i 18 e i 32 anni che riceveranno una borsa di studio di 450 euro lordi al mese.
Anche il bando relativo all’avviso 7 (Work experiences) sembra essere sulla rampa di lancio. Le due misure saranno finanziate rispettivamente con 69 e 138 milioni a valere sul Po Fse 2007-13.
Riguardo l’utilità di queste misure (affidate ai soliti enti di formazione) è tutto da verificare. Nella speranza che non si tratti della solita illusione.

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