Regione povera, dipendenti ricchi - QdS

Regione povera, dipendenti ricchi

Lucia Russo

Regione povera, dipendenti ricchi

sabato 27 Novembre 2010

Privilegi. Dipendente pubblico: alla Regione è meglio.
37 per cento. Gli stipendi dei dipendenti della Regione Siciliana, dirigenti e non, costano in media il 37 per cento in più di quelli dei dipendenti dei Ministeri.
La Corte dei Conti Sicilia al Governo il 30.06.2010: “Intraprendere opportune iniziative per fronteggiare il rischio di futuri incrementi dei costi del personale”.

La situazione finanziaria della Regione è disastrosa tanto che ad ottobre è stato necessario bloccare i pagamenti perchè non c’erano più soldi nelle casse. Niente soldi per esempio ai fornitori della Regione, ma l’unica spesa che si è continuato ad erogare è stata quella per gli stipendi dei regionali. È giusto, è vero, solo che si ignora il fatto che, invece, quei fornitori, cui non vengono pagate le commesse dalla Regione, gli stipendi ai loro dipendenti e collaboratori non li hanno pagati perchè non avevano i soldi!
È doveroso dunque dare un’occhiata agli importi degli stipendi dei regionali per accorgersi che sono più alti di quelli dei ministeriali e di conseguenza viene da pensare: perchè deliberare nuovi aumenti e non bloccarli almeno fino a quando non equiparino quelli dei ministeriali? Il discorso vale soprattutto per i dirigenti che hanno avuto l’ultimo aumento doppio dei dirigenti ministeriali.
 
“Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali relative al triennio 2010-2012 del personale” è scritto all’art. 9, co 17 “Contenimento delle spese in materia di pubblico impiego” del decreto legge 31 maggio 2010 n. 78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” convertito in legge dall’art. 1, co 1 L. 30 luglio 2010 n. 122. Questa norma è attualmente in vigore per tutti i contratti dei dipendenti pubblici: nessuna nuova trattativa negoziale, stipendi bloccati fino a tutto il 2012. Ma ai regionali, come è noto, si applicano contratti specifici negoziati dall’Aran Sicilia in base alle linee guida del Governo regionale.
 
Solo che, nell’ambito della politica di contenimento dei costi, il presidente Lombardo ha deciso di non mantenere più un ente apposito solo per questo e di avvalersi dell’Aran nazionale. Questo proposito è stato inserito nell’articolo 30 “Soppressione dell’Aran Sicilia” del disegno di legge n. 631 del 29 ottobre 2010 (Finanziaria regionale 2011), che recita: “L’articolo 25 della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10 e successive modifiche ed integrazioni, è abrogato. Le funzioni esercitate dall’Aran Sicilia, previa stipula di apposita convenzione, sono svolte dall’Aran nazionale”.
Il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici si applica dal 2010, però bisogna tener presente che gli stipendi dei regionali sono già più alti rispetto a quelli dei ministeriali (raffronto fatto alla luce dei dati 2008 pubblicati dal Conto annuale dello Stato), in media 39.830 euro pro capite contro i 28.556 euro pro capite della retribuzione media dei ministeriali .
A livello regionale, dunque le contrattazioni negoziali per l’aumento degli stipendi dei regionali andrebbero bloccate fino a quando non verrà colmato il gap, proprio nell’ottica del contenimento dei costi. E invece cosa è successo la scorsa settimana? L’assessore alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, ha concordato con i sindacati le linee guida per la contrattazione collettiva sia della dirigenza che del personale non dirigenziale fino al biennio economico 2008-2009. In verità ciò è nel rispetto della stessa norma nazionale che ha previsto il blocco delle revisioni contrattuali solo con valenza dal 2010, ma, come già detto, i regionali hanno degli stipendi del 37 per cento più alti di quelli dei dipendenti dei ministeri.
La stessa Corte dei Conti Sezioni riunite per la Regione Siciliana, nella  relazione al Rendiconto 2009, presentata in data 30 giugno 2010, scrive: “Tra gli oneri che hanno determinato l’aumento di spesa per il personale rientrano i rinnovi contrattuali relativi al personale dirigenziale e non dirigenziale del comparto, con oneri, come evidenziato dalla stessa Corte, sia in giudizio di certificazione, che in occasione del referto dell’Assemblea regionale siciliana, anche molto superiori a quelli garantiti a livello nazionale alla generalità dei dipendenti in servizio presso altre amministrazioni pubbliche”. Ancora la Corte nella relazione di giugno 2010: “Nel corrente anno i costi relativi al personale appaiono destinati a subire ulteriori pur se limitati incrementi” e così rivolgendosi direttamente al Governo regionale continua: “In considerazione di quanto sopra, si richiama ancora una volta, l’attenzione del Governo regionale sull’esigenza di intraprendere opportune iniziative per fronteggiare il rischio di futuri, notevoli incrementi dei costi, tenuto anche conto dell’incidenza che gli stessi hanno sulle spese correnti (6,88 per cento), specie se considerato al netto di quelle per l’assistenza sanitaria (15,49 per cento)”.

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