Il numero di ispettori limita i controlli - QdS

Il numero di ispettori limita i controlli

Annalisa Giunta

Il numero di ispettori limita i controlli

martedì 21 Dicembre 2010

Forum con Guido Capraro, direttore dell’Ispettorato provinciale del lavoro di Agrigento

Di quanto personale disponete e quanti sono gli ispettori nella vostra sede?
“Complessivamente nella sede di Agrigento abbiamo 11 ispettori amministrativi, 5 tecnici e 6 carabinieri del Nucleo Ispettivo dell’Ispettorato del Lavoro”.
Con questo personale quanti controlli riuscite a fare ogni anno?
“Ad oggi, ossia al 30 novembre 2010, abbiamo effettuato 875 ispezioni, di cui solo 288 nel settore dell’edilizia. Su questo numero complessivo di ispezioni 635 aziende sono risultate irregolari. Abbiamo intervistato 2646 lavoratori, di questi 1754 sono risultati essere irregolari e 576 totalmente in nero, ossia completamente sconosciuti. Gli illeciti amministrativi sinora rilevati ammontano a 3.922.878,00 euro, mentre gli illeciti penali a 381.749 euro”.
Questi controlli rispetto all’anno precedente sono in aumento oppure in calo?
“Nella media sono sempre gli stessi. Noi potremmo fare molto di più se solo avessimo una maggiore disponibilità, sia in termini economici sia in termini di personale. Consideri che Agrigento è una provincia molto estesa che ha 42 Comuni, quindi abbastanza grande, e il numero di ispettori che abbiamo è assolutamente esiguo rispetto al territorio e alle aziende e alle imprese che vi operano”.
Avete degli obiettivi che vi vengono dati annualmente?
“Noi abbiamo undici obiettivi, uno di questi è quello dell’incassato, oltre quello del contestato, tuttavia raggiungere questo obiettivo non è semplice, si tratta di un discorso aleatorio, poiché possiamo rilevare l’illecito ma non costringere la gente a pagare, le procedure sono quelle che sono e hanno i loro tempi. Tra gli obiettivi stabiliti che sono stati dati al nostro Ispettorato del lavoro quello di effettuare 940 ispezioni, ad oggi siamo arrivati a 875, ne mancano solo 65 che sicuramente faremo entro la fine dell’anno raggiungendo così lì obiettivo prefissato. Anche riguardo gli altri obiettivi il nostro ispettorato è in linea, anche grazie al lavoro svolto dai  dirigenti generali abbastanza preparati che sono riusciti a monitorare gli uffici sia da un punto di vista di informatizzazione sia dal punto di vista di individuare perfettamente come l’ufficio deve girare, quindi gli obiettivi sono tarati in maniera corretta”.
Qual è il settore dove c’è maggior presenza di lavoro in nero? Forse quello dell’edilizia?
“Certamente l’attività più complessa che noi abbiamo è quella della vigilanza e dell’edilizia, perché mentre nella altre attività diverse dall’edilizia non abbiamo la vigilanza sulla prevenzione degli infortuni e degli incidenti sul lavoro. Questo tipo di attività oggi è di competenza delle Asp, anche se prima veniva svolta da noi, ed è stata trasferita alle Asp con il D.lgs. 626 del 94 in materia di prevenzione. Quello che è rimasto in maniera residuale all’ispettorato del lavoro è proprio l’edilizia. Da questo punto di vista l’attività che svolgiamo in questo campo, rispetto alle altre ispezioni che facciamo in altri settori diversi, è più completa e riusciamo così ad incidere molto bene sulla sicurezza dei lavoratori. Tra l’altro, noi abbiamo cominciato bene questo tipo di attività; infatti l’anno scorso, nel mese di gennaio, in un bliz svolto in un cantiere edile, in collaborazione tra la nostra sezione dei carabinieri e la compagnia dei carabinieri di Agrigento, abbiamo esaminato le posizioni lavorative di 27 operai, di cui 2 sono risultate essere irregolari e pertanto, sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di euro 7.000. Inoltre sono state elevate 7 violazioni in materia di sicurezza per un totale di euro 41.600. Possiamo dire che l’edilizia da questo punto di vista è un settore molto a rischio, molto attenzionato, tanto  è vero che il ministero del Lavoro periodicamente indice delle campagne sia per la vigilanza nell’edilizia e in special modo per le cadute dall’alto".
 

 
La nostra è un’attività di controllo e repressione mancano i protocolli d’intesa a livello locale
 
Qual è la media dei controlli giornalieri che riuscite a realizzare?
“Dipende dai tipi di controlli che si fanno e da quello che si trova, questo è fondamentale,  perché se si va in un’azienda dove è tutto regolare il controllo dura poco ma se invece riscontriamo delle irregolarità dobbiamo approfondire la visita con ulteriori verifiche. Ma il discorso è un altro se noi avessimo la disponibilità di risorse non solo di personale ma anche in termini economici la situazione sarebbe sicuramente diversa, purtroppo facciamo quello che possiamo”.
Siete informatizzati? Siete in grado di dare dei servizi informatici?
“Sì, siamo informatizzati ma non offriamo servizi telematici, anche perché i tipi di servizi che offriamo alla collettività sono limitati, più che altro svolgiamo un’attività di polizia tanto è vero che la presenza dei carabinieri – nucleo ispettorato del lavoro – serve appunto a questo”.
Qual è il rapporto con le altre istituzioni locali? Avete stipulato dei protocolli d’intesa?
“Nell’ambito locale non esistono al momento protocolli d’intesa con le istituzioni locali. Noi abbiamo dei protocolli d’intesa che sono a livello nazionale. Ad esempio di recente è stato stipulato un protocollo d’intesa con il comando generale della Guardia di Finanza, però purtroppo è solo a livello di ministero del Lavoro. Come uffici regionali aspettiamo che anche la Regione siciliana, attraverso l’assessorato al Lavoro, stipuli questo protocolli d’intesa con la Guardia di Finanza”.
 

 
Curriculum
 
Guido Capraro è nato ad Agrigento il 25 marzo del 1950. Si è laureato in giurisprudenza  presso l’Università degli studi di Palermo. Viene assunto nel marzo del 1978 all’Ispettorato del Lavoro di Agrigento, quando ancora era guidato dal Ministero del Lavoro, con la qualifica di consigliere. Nel 1983 passa nei ruoli ispettivi come primo ispettore del lavoro sempre nella sede agrigentina. Per dieci anni presta servizio come capo della vigilanza. Inizia la carriera direttiva nel 1999 ad Agrigento per poi essere trasferito a Ragusa dove vi rimane per un anno, poi a Caltanissetta per altri due anni e un altro anno a Ragusa, per essere poi trasferito definitivamente nella sede di Agrigento.

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