La crisi non frena gli italiani, aumentano le spese per il cibo - QdS

La crisi non frena gli italiani, aumentano le spese per il cibo

Michele Giuliano

La crisi non frena gli italiani, aumentano le spese per il cibo

mercoledì 29 Dicembre 2010

Confcommercio: anche per questo Natale il consumo di alimentari non conosce crisi: in Sicilia +1%. Abbigliamento è l’area di spesa che ha subito una maggiore contrazione

PALERMO – Il siciliano probabilmente può anche fare a meno di una vacanza, di qualche auto oppure di un prodotto tecnologico. Non può però fare a meno delle prelibatezze della tavola. Anche per questo Natale il consumo dei prodotti alimentari non è calato, anzi: secondo un’indagine statistica di Confcommercio su scala nazionale nell’Isola si conferma in pieno la lieve crescita del consumo alimentare dell’1 per cento.
Quindi, nonostante le difficoltà finanziarie e la raffica di licenziamenti, i siciliani comunque per l’arco di tutto queste festività continueranno ad avere la tavola debitamente bandita ed anzi l’arricchiranno. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, questo lieve incremento della spesa ha un suo significato: “Questo 1 per cento in più – afferma – sarà speso per effetto dell’aumento delle tredicesime che provengono dalle pensioni”.
Siccome la Sicilia è una di quelle regioni con il più alto numero di pensioni (l’Inps ne conta all’incirca 128.000) appare quindi abbastanza evidente che in questo caso la Sicilia benefici di questo fenomeno. Più complessivamente il consumo però in Sicilia in questo periodo natalizio, così come nel resto d’Italia, subisce dei rallentamenti in molti atri settori a dimostrazione che la crisi non è certamente campata in aria ma esiste davvero.
Le aree di spesa che hanno subito una maggiore contrazione sono abbigliamento, calzature, sport e accessori (-4 per cento) e libri, cd e dvd (-1,2 per cento). Al palo invece profumeria e prodotti per il corpo, giocattoli e altri giochi, e telefonia. In questo caso la spesa è stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sul fronte della tecnologia invece si spende per i piccoli oggetti, mentre per i prodotti più costosi c’è una netta frenata.
Da dire che certamente quello del consumo invariato dei prodotti alimentari fa davvero controtendenza in Sicilia. Infatti un po’ tutte le organizzazioni di categoria si aspettavano un tracollo per questo periodo e invece così non è stato. Questo pessimismo era più che altro legato alle ultime indagini statistiche, come quella della Cgia di Mestre, che nel luglio scorso faceva segnare proprio in Sicilia un aumento spropositato del costo del cibo: +22,6 per cento.
Nel panorama nazionale hanno fatto peggio solo Calabria e Campania. Vita più cara più in generale per i siciliani secondo i mestrini: oltre agli alimentari impennate ci sono state per le bevande analcoliche e alcoliche ed i tabacchi. Preoccupanti, invece, gli aumenti di spesa registrati per gli affitti, le manutenzioni della casa e i rincari avvenuti sulle bollette di luce, acqua e gas e altri combustibili. Insomma, tutto o quasi è aumentato, però questo non ha scoraggiato il consumatore siciliano sul fronte del settore alimentare. Magari avrà puntato più sulla quantità che sulla qualità, dal momento che c’è stato un vero e proprio boom di vendite negli hard discount, ma comunque non ha rinunciato a sedersi in una tavola imbandita.
Evidentemente davanti ad un piatto di pasta asciutta il siciliano riesce anche a scordarsi per un attimo della crisi.
 


Boom di vendite per gli alimentari antimafia
 
Vino, olio, passata di pomodoro e paccheri: quest’anno nel pacco di Libera Terra si trovano i prodotti di cooperative con esperienze sociali diverse, ma unite dal comune impegno contro tutte le mafie. In più, i 700 ragazzi toscani che hanno partecipato ai campi di lavoro in Sicilia raccogliendo uva e pomodori hanno trovato, trasformati, quei prodotti per cui hanno sudato e faticato in un’esperienza per loro entusiasmante. Quella che ormai da circa quattro anni è stata organizzata dalle cooperative in collaborazione con Arci, le cooperative di consumo toscane e lo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati. Tra le eccellenze da segnalare il vino bianco siciliano è prodotto della cooperativa “Centopassi”. La cooperativa opera sui terreni confiscati a Cosa Nostra nell’Alto Belice Corleonese: 400 ettari di terra, di cui 60 di vigneto, particolarmente vocati alla produzione di vini di alta qualità. C’è poi la passata di pomodoro Sicilia che è invece prodotta dalla cooperativa sociale “Lavoro e non solo” che dal febbraio 2000 gestisce un’azienda agricola su terreni confiscati alla mafia nel territorio di Corleone e Monreale. Questi prodotti sono venduti in appositi pacchi natalizi e sono andati a ruba.

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