L’impresa isolana vola con l’export - QdS

L’impresa isolana vola con l’export

L’impresa isolana vola con l’export

giovedì 06 Gennaio 2011

La Sicilia seconda regione d’Italia che ha fatto registrare nel 2010 la crescita più alta per esportazioni. La nascita di nuove catene di franchising (+9,8%) ha dato nuova linfa al commercio

PALERMO – Imprese del commercio siciliane confermano il loro appeal nei confronti dell’estero. Magari soffrono “in casa” una generale tendenza alla crisi però si riescono a tenere su grazie all’ottimo approccio di cui godono con tutti quei territori che sono oltre il confine regionale e nazionale, soprattutto.
L’Istat infatti ha reso noto come nei primi 9 mesi dell’anno 2010 l’export siciliano sia cresciuto più di tutti in Italia sul fronte proprio del commercio. Davanti ci sta solo la Sardegna, poi figura l’Isola con il suo +42,7 per cento. Si tratta di un vero e proprio boom in questo anno di profonda crisi. Infatti la media nazionale è stata letteralmente stracciata: si parla di una crescita che sta attorno al 16 per cento, quindi vuol dire che la Sicilia è cresciuta di oltre 25 punti percentuali.
Per una volta quindi il mondo produttivo siciliano può goder dal momento che supera nettamente le sempre inarrivabili imprese del Nord. Ma da cosa dipende questo successo? E evidente che tutto sia collegato inevitabilmente alla crescita esponenziale della nascita di catene franchising, un investimento che in Sicilia appare davvero di ottimo spessore.
Nell’Isola infatti esistono ben 5.000 franchising, a dimostrazione che funziona il sistema. Ed a confermare che il settore è in enorme crescita, anche il fatto che proprio la Confcommercio di Catania ha creato un nuovo sindacato per gli addetti ai lavori. Anzi, due: uno per i Confranchisor e l’altro per i Confranchisee, nati per tutelare gli interessi economici, sociali e morali sia degli imprenditori che concedono il marchio, i franchisor, sia di coloro che affiliandosi ne condividono brand, immagine e, naturalmente, prodotto commerciale, i franchisee. A confermare che le cose vanno bene in Sicilia è proprio il presidente di Confcommercio, Riccardo Galimberti, il quale mette in evidenza anche le specificità di Catania: “Catania registra al momento ben 8 brand nati sul territorio ed esportati in Italia e all’estero, i negozi di parrucchiere Compagnia della Bellezza ne sono un esempio, il primo franchising tutto catanese arrivato fino al Sud America”.
Secondo le organizzazioni di categoria la convenienza nell’intraprendere questa strada per gli imprenditori siciliani sta nel fatto che si tratta di una formula veloce, iniziata nel campo della ristorazione e sviluppatasi su vari settori merceologici, primo tra tutti l’abbigliamento bambini, poi uomo e donna, calzature, profumeria e cosmesi, servizi alle imprese. È l’evoluzione del commercio tradizionale. Si sta anche ventilando la possibilità che sull’onda di questo successo, in Sicilia presto possa nascere un franchising tipicamente regionale.
Appaiono abbastanza evidenti gli ultimi dati forniti nell’ambito del settore di produzione e che vede la Sicilia uno dei punti di forza nel panorama del sistema italiano. Da queste parti il franchising è un comparto del sistema produttivo italiano in costante crescita. Ha registrato lo scorso anno un incremento del volume d’affari del 9,8 per cento, secondo quanto rende noto Assofranchising, per un fatturato di circa 17 miliardi di euro.
 

 
Il confronto con le altre realtà italiane
 
L’impresa commerciale siciliana cresce di più rispetto ai colleghi del Nord. Un primato si può dire unico per l’Isola, dal momento che quasi sempre il mondo produttivo dell’alta Italia straccia la Sicilia. Comunque nei primi nove mesi del 2010 tutte le ripartizioni territoriali hanno fatto rilevare incrementi nelle esportazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con aumenti particolarmente significativi per l’Italia insulare (47,5 per cento), “principalmente dovuti al forte incremento del valore delle vendite all’estero di prodotti petroliferi raffinati (+56 per cento)”. È quanto fa sapere l’Istat, che aggiunge: “Anche l’Italia centrale e quella meridionale registrano incrementi superiori alla media nazionale (pari, rispettivamente, a +16,4 e +15,6 per cento). Rimangono sotto la media (14,3 per cento), l’Italia Nord occidentale (12,7 per cento) e quella Nord orientale (13,9 per cento). Nel corso dei primi nove mesi del 2010, “i maggiori incrementi tendenziali delle esportazioni delle regioni che contribuiscono di più ai flussi commerciali con l’estero riguardano Sardegna (+56,9 per cento), Sicilia (+42,7 per cento), Lazio (+23,3 per cento), Puglia (+22,6 per cento), Trentino-Alto Adige (+19,3 per cento) e Abruzzo (+18,9 per cento)”. Insomma, almeno per una volta la Scilla imprenditoriale fa la parte del leone  non, come spesso accade la cenerentola d’Italia e d’Europa.

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