Tasse alle stelle, differenziata flop - QdS

Tasse alle stelle, differenziata flop

Alessandro Petralia

Tasse alle stelle, differenziata flop

mercoledì 12 Gennaio 2011

Rifiuti. Numeri, dati e cifre di un sistema “bizzarro”.
Costi elevati. L’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva e i dati Istat inchiodano i capoluoghi siciliani, nei quali i cittadini pagano molto salato lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Obiettivi lontani. La legge 296/2006 riguardo alla differenziata poneva l’obiettivo di almeno il 50% entro il 2009 e del 60% nel 2011. Nell’Isola la media attualmente è del 6,7%.

PALERMO –  Tra le dieci città italiane in cui i cittadini spendono di più per lo smaltimento dei rifiuti troviamo ben tre siciliane: Catania, Siracusa e Agrigento. I dati sono quelli dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che dimostra come Tarsu e Tia siano carissime nonostante gli scadenti servizi offerti ai cittadini da Ato e Comuni. Infatti, incrociando i dati Istat, emerge come la differenziata sia mediamente del 6,7 per cento: un risultato ben lontano da quello previsto dalla legge, ovvero il 60 per cento nel 2011. Mentre il sistema rifiuti attende ancora di essere “riordinato” con la rimodulazione delle società d’Ambito, l’evasione dei tributi resta molto alta (toccando anche punte del 40%) e la riscossione non garantisce il necessario gettito. Uno scenario inquietante, con la Sicilia sommersa continuamente dai rifiuti.
 
Tasse alle stelle, differenziata alle stalle: è la bizzarra realtà del sistema rifiuti in Sicilia. Un sistema che certo sta andando incontro a profondi mutamenti, con la riduzione delle Ato da 27 a 10 (in applicazione della Legge regionale n. 9/2010 che però il Governo Lombardo tarda ad applicare), ma sul quale gravano pesanti eredità e incognite ancor più preoccupanti. Eredità come l’immenso monte di debiti accumulato dalle 27 società d’ambito ormai in liquidazione o le discariche in via di saturazione e incognite come il nuovo Piano rifiuti regionale da riscrivere.
A non lasciare scampo, sullo stato dell’arte del sistema rifiuti in Sicilia, sono come sempre i dati: da un lato quelli dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva sull’ammontare delle bollette rifiuti in tutta Italia e dall’altro quelli dell’Istat che fotografano la situazione della raccolta differenziata.
L’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, ha infatti svolto per il quarto anno consecutivo un’indagine sui costi che i cittadini hanno sostenuto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani: il relativo dossier è stato pubblicato nei giorni scorsi e riguarda i costi sostenuti nel corso del 2009. Le indagini svolte dall’Osservatorio hanno riguardato tutti i capoluoghi di provincia italiani e sono state effettuate prendendo come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. La classifica dei capoluoghi ha un sapore quantomeno amaro: tra le dieci città italiane in cui i cittadini spendono di più per lo smaltimento dei rifiuti troviamo ben tre siciliane.
La prima di esse è Siracusa (terza classificata in Italia preceduta solo da Napoli e Benevento) in cui mediamente il nucleo familiare di riferimento ha speso ben 407 euro di Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). A seguire troviamo Catania, che nel panorama nazionale è sesta: nel capoluogo etneo la spesa per la Tarsu si è attestata mediamente a quota 365 euro. In terza posizione regionale troviamo Agrigento (ottava sul piano nazionale): qui lo stesso nucleo familiare ha sborsato ben 336 euro nel 2009 per coprire la Tia (la Tariffa d’igiene ambientale introdotta dal D.l 22/1997 ma alla quale la maggior parte dei Comuni non si è ancora adeguata).
A seguire nella classifica siciliana dei costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani troviamo Enna (293 euro), Palermo (261 euro), Messina (251 euro), Trapani (245 euro), Caltanissetta (241 euro). Chiude Ragusa, che con la sua Tarsu 2009 del valore di 237 euro, è il meno costoso dei capoluoghi isolani. Esso si trova comunque al di sopra del costo medio nazionale stimato da Cittadinanzattiva in 234 euro: per la cronaca il capoluogo più virtuoso d’Italia è Isernia con i suoi 122 euro.
Dunque in tutti i capoluoghi siciliani il costo dello smaltimento dei rifiuti è stato superiore alla media nazionale; ma la vera bizzarria, come confermano i dati Istat, sta nel fatto che tutti sono al di sotto della media nazionale per quanto riguarda la raccolta differenziata.
In sostanza il cittadino siciliano paga tanto per un servizio scadente. Siracusa è un caso-metafora: costo più alto della Sicilia, come abbiamo già visto, e raccolta differenziata più bassa con il suo stentatissimo 3,8% stimato per il 2009. Ricordiamo a tal proposito che la legge 296/2006, relativamente alla raccolta differenziata poneva l’obiettivo di almeno il 40% entro il 2007, di almeno il 50% entro il 2009 e di almeno il 60% entro il 2011. Se consideriamo i dati suddivisi per area geografica si evince che il Nord ha superato l’obiettivo menzionato attestandosi ad un livello di raccolta differenziata pari al 45,5%, mentre Centro e Sud presentano rispettivamente valori del 22,9 e del 14,7%. Le regioni che presentano le più elevate percentuali di raccolta differenziata sono Trentino, Veneto, Lombardia e Piemonte. Al contrario le regioni al di sotto del 10% sono Molise, Basilicata e Sicilia.
Anche Catania, con la sua differenziata ferma al 6,8%, è un caso quasi limite nel rapporto costo-qualità del servizio rifiuti; fa leggermente meglio il terzo capoluogo più costoso, Agrigento che ha totalizzato il 15,2% di differenziata.
Da considerare infine il fatto che proprio i rincari nel servizio rifiuti, uniti spesso a diverse irregolarità nell’emissione delle cartelle esattoriali, hanno causato una grandissima percentuale di evasori (in diversi Comuni si sfiora anche il 40%): la mancata riscossione, dovuta all’inerzia degli enti responsabili e alle numerose disfunzioni amministrative delle società d’Ambito, sta causando un ulteriore aumento dei costi, innescando così un circuito vizioso. A danno, come sempre, dei cittadini.
 

 
Ragusa: costi contenuti grazie al porta a porta
 
CATANIA – Come mostra la tabella il Comune capoluogo in cui il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel 2009 è costato di meno, secondo il report di Cittadinanzattiva, è Ragusa. Qui il nucleo familiare di riferimento, composto (lo ricordiamo) da tre persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri, avrebbe pagato nel 2009 solo 237 euro: è il dato più vicino alla media nazionale che è stata stimata in 234 euro.
Abbiamo intervistato l’assessore all’Ambiente Salvatore Occhipinti, al quale abbiamo chiesto come si si è riusciti a contenere le bollette rifiuti, ottenendo un 15,9% di differenziata lontana dalla media e dagli obiettivi naionali, ma comunque la migliore performance isolana.
“Abbiamo puntato molto – ha spiegato Occhipinti – sul porta a porta nel centro e in particolar modo ad Ibla: riguardo a tale servizio devo dire che abbiamo riscontrato una grande collaborazione da parte dei cittadini, e ciò è fondamentale per la sua riuscita. Inoltre – prosegue l’assessore – la discarica cui vanno conferiti i rifiuti della città è comunale e non privata e ciò ha consentito di non far lievitare ulteriormente i costi. Sono inoltre attivi due centri comunali di raccolta e stiamo programmando un nuovo impianto di compostaggio e l’isolamento della discarica mediante una barriera arborea”.
è invece di recente insediamento Bruno Maltese, l’assessore all’Ecologia di Siracusa, il Comune che ha fatto registrare i costi più alti e la percentuale differenziata più bassa: “A marzo – ci ha assicurato Maltese – scadrà il contratto con la società Igm, che attualmente gestisce il servizio di smaltimento: è mia intenzione ridefinire il capitolato dell’appalto in maniera più vantaggiosa per il Comune. Da qui ripartiremo per migliorare il servizio”.

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