Fincantieri, resta il dubbio sui lavori - QdS

Fincantieri, resta il dubbio sui lavori

Massimo Mobilia

Fincantieri, resta il dubbio sui lavori

mercoledì 09 Febbraio 2011

La riunione con il vertice dell’azienda ha lasciato insoddisfatti i sindacati sul futuro delle commesse a Palermo. Per ridurre i tempi di realizzazione dei bacini la Regione ha proposto il preavviso e l’appalto integrato

PALERMO – Del vertice di lunedì sera a Palazzo d’Orléans tra la giunta regionale, il direttivo nazionale di Fincantieri e i sindacati regionali sul futuro dei Cantieri navali di Palermo, resta al momento solo la protesta degli operai in Cassa integrazione che, in seguito alle decisioni prese o non prese nel corso dell’incontro (dipende dai punti di vista) hanno continuato ieri a manifestare, mostrando freddezza nei confronti dell’amministrazione regionale e totale insoddisfazione verso l’azienda.
Da parte della Regione l’assessore alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo, per dare attuazione al protocollo d’intesa già sottoscritto che prevede una spesa di 55 milioni di euro per il rifacimento dei due bacini da 52 e 19 mila tonnellate, ha messo sul tavolo due proposte: un avviso di pre-informazione e un concorso di idee. “Misure – spiega l’assessore – studiate per ridurre i tempi di realizzazione dei due bacini che suggeriamo all’assessorato Attività produttive”. In particolare, con la procedura di pre-avviso, rendendo nota la volontà di indire appalti, si punta a ridurre i tempi di acquisizione delle domande fino ad un minimo di 22 giorni.
Col “concorso di idee”, invece, previsto dall’art. 108 del Codice sugli appalti, si vuole dare la possibilità, a chi presenta un progetto, di realizzarlo unendo la progettazione all’esecuzione.
“Un appalto integrato – dice Russo – che comprenda non solo i lavori ma anche la progettazione esecutiva, in modo che l’impresa aggiudicatrice non possa chiedere varianti o modifiche, riducendo così di circa 50/100 giorni i tempi della gara, che attualmente sono stimati mediamente in 310 giorni”.
L’assessore Russo ha anche annunciato di volere proporre al presidente Lombardo l’utilizzo dell’avviso di pre-informazione come procedura ordinaria, “soprattutto – precisa – per quel che riguarda i bandi del Po Fers 2007-2013 sui quali c’è un cospicuo ritardo. Sarebbe bene portare a sistema questo meccanismo già largamente diffuso nel resto d’Italia”.
Più vaga la linea della Fincantieri che, per bocca del suo direttore del personale organizzazione e affari generali, Andrea Paolo Colombo, ha fatto sapere che è intenzionata ad intervenire nel lungo periodo affinché l’azienda rimanga a Palermo e continui a reggersi sulle cosiddette tre gambe: produzione, riparazione e trasformazione.
“Al momento però – dice Colombo – non possiamo prendere alcun impegno sul carico di lavoro”. Regna così lo scetticismo tra i rappresentanti sindacali, soprattutto in merito alla questione degli ammortizzatori sociali per i 257 disoccupati (sugli 800 in totale) ai quali sono scaduti.
“Non siamo soddisfatti di Fincantieri – ha commentato Nino Clemente di Fim Cisl – sulla questione lavoro. Quello che ci aspettiamo è che prenda commesse dal nord e le porti al sud, dove al momento lavoriamo solo con le riparazioni. Al momento – prosegue – in Cassa integrazione ci sono 130 lavoratori su 525 ma nel futuro i numeri potrebbero crescere fino ad un massimo di 470 operai in mancanza di commesse”.
Della stessa idea la Fiom che con Francesco Piastra di è detta preoccupata su come affrontare la situazione contingente: “Ci muoveremo per chiedere anche su altri tavoli che ci sia una ripartizione dei carichi di lavoro per dare una risposta occupazionale e produttiva certa”.
Delucidazioni a Fincantieri sul futuro dei lavoratori sono state chieste anche da Laura De Rosa, vice segretario nazionale dell’Ugl metalmeccanici con delega alla cantieristica. 
La partita sul futuro del Cantiere navale di Palermo, quindi, non è ancora finita e nei prossimi mesi si giocherà tutta, o quasi, sul capitolo lavoro.
Anche il governatore Lombardo, tra l’altro si è rivolto a Fincantieri affinché “assicuri che le attività di riparazione, trasformazione e costruzione possano proseguire e l’indotto non subisca ripercussioni negative”.
 


Per lavorare, operai disponibili a trasferte al Nord
 
PALERMO – Una cinquantina di operai dei Cantieri navali palermitani aderenti a Fiom, Fim e Uilm hanno protestato ieri mattina sotto la direzione di Fincantieri. Una manifestazione spontanea scaturita dalle mancate risposte dell’azienda sui carichi di lavoro in Sicilia. “Ieri (lunedì, ndr.) abbiamo chiesto di ridistribuire le commesse – spiega Francesco Foti, coordinatore Rsu della Fiom Cgil – ma non è arrivata una risposta soddisfacente. Il gruppo è unico, sono state acquisite due nuove commesse per Monfalcone e Marghera e ci sono due trattative in corso per altre due navi. Visto che il nostro cantiere è in crisi abbiamo chiesto di poter fare almeno i lavori dei tronconi della nave, per darci ossigeno”. I lavoratori hanno voluto dare anche la loro disponibilità ad eventuali trasferte al Nord. “Tutti quanti sarebbero disposti a trasferirsi. L’ultima volta è capitato nel 2004/2005 e partirono in 300 operai alla volta dei cantieri di Monfalcone, Marghera e di altri siti – aggiunge Foti – Ci hanno risposto che la situazione sarà esaminata a Roma col coordinamento nazionale di Fincantieri e con le organizzazioni sindacali nazionali. Intanto noi chiederemo l’intervento della Prefettura”.

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