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Palermo – Radar contro Città della scienza dubbi sull’ex base della Marina

Luca Insalaco

Palermo – Radar contro Città della scienza dubbi sull’ex base della Marina

mercoledì 01 Luglio 2009

Antenna per rilevare il wind shear da un lato, parco marino dall’altro. In ballo 80 mln di €. Due progetti completamente differenti in programma per lo stesso sito

PALERMO – Radar meteo o acquario marino? La destinazione dell’ex base della Marina militare italiana di Isola delle Femmine è un dilemma. L’area, come si ricorderà, è stata individuata dall’Enav per l’installazione dell’antenna Tdwr (Terminal doppler weather radar), un potente radar per il rilevamento e il monitoraggio del wind shear, fenomeno atmosferico particolarmente presente a Punta Raisi, che insidia gli aerei in fase di decollo e atterraggio. Alla vigilia della tornata elettorale, l’Assessorato regionale Territorio e ambiente, accogliendo le richieste del comitato “No radar”, ha stoppato l’iter autorizzativo per consentire tutti gli accertamenti sanitari e sull’impatto ambientale del progetto. Una decisione che, per il momento, ha rasserenato la popolazione, poco propensa a barattare la sicurezza dei voli con la propria salute.
Il sito, però, già nel 2007 era stato scelto per farvi sorgere una delle più imponenti “città della scienza” d’Europa, per lo studio e la tutela della flora e della fauna del Mediterraneo, con annessi acquario, percorso ambientalistico, stazione di biologia marina e ostello della gioventù nelle vicinanze dell’aeroporto palermitano. Tra i partner del progetto, firmatari di un protocollo d’intesa, gli assessorati regionali Turismo e ambiente, la Provincia regionale di Palermo, Arpa Sicilia, il Comune di Isola delle Femmine, l’Università di Palermo, Confindustria Sicilia, Tecla e Unimed Servizi.
“L’intervento di Confindustria Sicilia – fu il commento di Ettore Artioli, allora vicepresidente dell’associazione degli industriali per il Mezzogiorno – mira a promuovere la nascita, attorno a questo centro scientifico-turistico internazionale, di un sistema che, fra strutture di ricerca, attività ricettive e indotto dei servizi, sia capace di assorbire circa tremila persone”.
Lo studio preliminare fu inserito dalla Giunta Musotto nel Piano triennale delle opere pubbliche, per l’anno 2008, con un importo di 80 milioni di euro, fondi europei, e affidò a due tecnici l’incarico di redigere lo studio di fattibilità. Adesso l’opera è stata inserita nel Piano triennale delle opere pubbliche, attualmente in Consiglio provinciale, per l’anno 2010. La spesa prevista è di 50 milioni di euro, contro gli 8 milioni di euro, anche in questo caso fondi comunitari, in ballo per l’antenna meteo. Uno dei due progetti è probabilmente di troppo.
 

 
In Consiglio. Opere pubbliche l’opposizione “Libro dei sogni”
 
PALERMO – In Consiglio provinciale, intanto, si è conclusa la discussione generale sul Piano triennale delle opere pubbliche. Per il triennio 2009/2011, il documento di programmazione prevede 407 opere, di cui 194 nel settore viabilità, con un fabbisogno finanziario di oltre 2 miliardi e 658 milioni di euro.
L’esame ha già incontrato il giudizio negativo dell’opposizione: “Siamo di fronte al cosiddetto libro dei sogni – ha detto il capogruppo del Pd, Gaetano Lapunzina – con un’elencazione infinita di opere che non sono realizzabili. Tanti finanziamenti sono virtuali e non sono stati ancora accreditati 112 milioni di euro per la viabilità”.
Per Antonio Marotta, consigliere di Rifondazione comunista, si tratta di “un triennale basato soltanto su un’ipotesi di finanziamento. Mancano le risorse e anche per le annualità 2009/2010 molti interventi sono previsti attraverso fondi del Por Sicilia e con poca sicurezza”.

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