Tasse universitarie, aumenti in tutta l’Isola - QdS

Tasse universitarie, aumenti in tutta l’Isola

Antonio Borzi

Tasse universitarie, aumenti in tutta l’Isola

giovedì 07 Aprile 2011

Gli atenei siciliani si apprestano a riscuotere le seconde rate che quest’anno arrivano a pesare fino a 1.400 euro. Gli studenti catanesi hanno subìto i rincari più consistenti (fino al 38 per cento in più)

CATANIA – Le università isolane si apprestano a riscuotere le seconde rate universitarie che gli studenti siciliani hanno versato per completare l’intero esborso che ogni anno grava sulle spalle degli aspiranti dottori. E come spesso accade le somme rispetto agli anni precedenti devono essere riviste in eccesso e di certo non in difetto. Se gli studenti sono fortunati possono pagare le stesse quote dell’anno precedente.
Nell’ateneo del capoluogo retto da Roberto Lagalla nell’anno 2009-2010 la prima rata, fissa per tutte le fasce di reddito e che comprende anche la tassa regionale per il diritto allo studio, ammontava a 339,40 euro. Quest’anno invece gli studenti hanno dovuto pagare un leggero supplemento. Infatti la prima rata ammontava a 342,16 euro. Invariata invece la seconda tranche di pagamento che viene determinata in base all’autocertificazione del reddito. Si parte dalla prima classe di merito con i 130 euro delle facoltà umanistiche e i 140 di quelle scientifiche fino ai 1250 euro di quest’ultime rispetto ai 1086 di quelle umanistiche.
Differenze di poco conto che però mantengono ben alta l’asticella dei contributi per gli studenti. Un fatto che da più parti è stato imputato come una delle responsabilità nei confronti del calo del 9% del numero degli iscritti fatto registrare nell’ateneo palermitano.
A Catania l’aumento è stato ingente invece e non privo di polemiche. Interessate dal rincaro sia la prima che la seconda rata. Per la prima contribuzione unica e comune a tutti gli studenti si è passati dai 290 ai 320 euro. Rincaro anche per la seconda rata con un incremento quantificato intorno al 38% e che ha fatto salire la prima fascia di contribuzione ad una quota complessiva di 130 euro fino ai 1400. Le varie fasce di contribuzione vengono calcolate in base all’Ice che include anche le proprietà immobiliari facendo notevolmente lievitare le quote.
A questo punto non appare assurdo fare anche un confronto con la Kore di Enna. L’ateneo privato dell’entroterra isolano infatti pone delle soglie massime che, visti gli ultimi aumenti, si avvicinano molto a quanto sta avvenendo negli atenei pubblici.
Infatti la prima rata ad Enna è di 400 euro mentre la seconda è di 1500 euro. Per alcuni indirizzi si può avere anche una terza rata per quei settori che richiedono un adeguato sforzo infrastrutturale per le attività di laboratorio necessarie. In questo caso ai 1900 euro versati si devono sommare altri 600 euro.
Questi dati porgono il fianco a delle riflessioni interessanti. In primo luogo i giovani aspiranti studenti si trovano in difficoltà di fronte a delle spese in perenne crescita. In secondo luogo si deve notare come le seconde rate rappresentino delle mannaie non indifferenti. In questo modo gli studenti più abbienti potrebbero anche tentare un’altra strada rispetto a quella degli atenei pubblici siciliani. A parità di tasse potrebbero anche andare fuori dalla Sicilia e, soprattutto, andare incontro alle offerte degli atenei privati che offrono una maggiore professionalità e spesso un aggancio migliore con il mondo del lavoro.
 


A Catania si spendono quasi 2 milioni di euro per i dirigenti
 
Aumentano le tasse ma, secondo uno studio dell’associazione Logos, non diminuiscono le spese per i dirigenti. Infatti sono state paragonate nello studio pubblicato nel febbraio 2011 le spese dei diversi atenei italiani. Per i nove dirigenti catanesi infatti si spendono oltre 1 milione e 900 mila euro a differenza degli oltre 950 mila che si spendono a Firenze per i 10 dirigenti in organico.
A segnare il punto più basso di spesa nello studio dell’associazione è l’università Tor Vergata che per i suoi 6 dirigenti paga poco più di 560 mila euro.
Una spesa, quella dell’ateneo etneo, che secondo lo studio si è dilatata dal 2008 al 2010. Infatti mentre 2 anni fa si spendeva poco più di un  milione di euro per gli 8 drigenti a tempo indeterminato in organico adesso si spendono circa 900 mila euro in più con un aumento di una sola unità in organico. Un andamento già affermato nel corso del 2009.
Adesso, in base alle dichiarazioni del rettore etneo Antonino Recca dovrebbe cambiare a fronte di un abbassamento di stipendio di tutti i componenti della dirigenza dell’ateneo catanese.
 

 
In Sicilia. Enna, primo ateneo  per gradimento degli studenti
 
Non solo spine e lamentele per gli atenei siciliani. Ci sono studi che sottolineano anche come l’istruzione nella nostra isola possa raggiungere casi di eccellenza nazionale. Ci riferiamo ad un’indagine realizzata nel corso del 2010 dagli studenti di tutta Italia che ha visto emergere fra le università siciliane la Kore di Enna.
Ad essere analizzate nello studio sono state varie voci. In primo luogo quella che vede la soddisfazione degli studenti per i corsi offerti dall’ateneo. Un elemento fondamentale perchè tasta il polso di coloro i quali sono in prima fila ogni giorno nella vita dell’ateneo. Infatti il punteggio fatto segnare dalla Kore è di 28,78 su 30. Un risultato che l’ha fatta balzare al terzo posto nazionale.
Anche se si tratta di un ateneo privato sorprende la voce del rapporto qualità/tasse. Infatti in questo campo l’università ennese ha fatto segnare il quarto posto nazionale con un punteggio di 29,60 su 30. In questo caso a precedere la core sono state soltanto Aosta, Bolzano e il Politecnico di Bari. Unica nota dolente quella della ricerca. Un elemento che potrebbe essere spiegato con la relativa giovinezza dell’ateneo che ancora si deve dotare delle strutture adeguate.

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