Immigrati, prevenire per non subire problemi - QdS

Immigrati, prevenire per non subire problemi

Francesco Sanfilippo

Immigrati, prevenire per non subire problemi

venerdì 15 Aprile 2011

Forum con Rosolino Greco, dirigente generale del dipartimento regionale della Famiglia e delle Politiche sociali

Che cosa può dirci sull’immigrazione?
“La Regione si trova in una situazione molto difficile ed è in una posizione di attesa per capire cosa vuole fare lo Stato centrale. Come dirigente generale dell’assessorato Famiglia e Politiche sociali, ho messo a disposizione tutti gli strumenti idonei a un immediato intervento operativo di accoglienza, in accordo con l’assessore Piraino. Lo Stato non può lasciare la soluzione di queste problematiche così grandi alle sole forze della Sicilia, anche perché in un futuro non lontano, potrebbero aumentare i flussi d’immigrati. Il dato previsto che si riporta, è di 50 mila immigrati, mentre, ora, ce ne sono circa 20 mila”.
Ultimamente, però, i flussi sono diminuiti.
“È possibile che si sia raggiunto un accordo con le autorità libiche per bloccare l’afflusso d’immigrati dalle coste libiche come sta accadendo con la Tunisia. Del resto, come ha ricordato il Presidente Napolitano, anche gli italiani sono un popolo di migranti. Non si devono dimenticare le rimesse degli italiani che hanno permesso lo sviluppo dell’Italia. D’altronde, in una sua dichiarazione, il presidente Lombardo si è riferito al problema sicurezza che questi sbarchi possono presentare. Non a caso, la Regione si è attivata subito in occasione dell’approdo della prima barca l’11 febbraio in seguito ai disordini in Tunisia, poiché ci si è resi conto immediatamente che la Sicilia sarebbe stata coinvolta subito. Occorreva, quindi, prevenire piuttosto che subire il fenomeno, da cui sono derivate le preoccupazioni del governatore. La prima cosa da fare è stata mettere in moto le strutture di pubblica assistenza e beneficenza che sono 100 sul territorio. Queste strutture potevano accogliere 300 immigrati, mentre sono state mobilitate le comunità alloggio per minori la cui capienza è notevole in tutta la Sicilia. Addirittura, sono state diffidate dal rifiutare i bambini immigrati non accompagnati, giacché la Regione avrebbe revocato in questo caso l’iscrizione all’albo cancellandole immediatamente. L’accoglienza quindi è stata volontaria e, paradossalmente, obbligata, anche perché il pagamento delle prestazioni per queste strutture può avvenire in ritardo, provocando disagi. Perciò, la Regione ha messo a disposizione delle risorse  per provvedere alle necessità”.
I prossimi giorni saranno decisivi per capire se i provvedimenti presi saranno adeguati.
“Il Governo nazionale non può affrontare il problema da solo perché pone notevoli problematiche sociali come l’inclusione di questi immigrati nel tessuto sociale della Nazione. Inoltre, moltissimi transitano per l’Italia così da raggiungere nazioni, come la Germania, che offrono migliori opportunità. L’unica soluzione per risolvere il problema dell’immigrazione, è insegnare loro a sostenersi da soli”.
Eppure, le frontiere della Svizzera, dell’Austria e della Slovenia sono state chiuse, oltre a quelle francesi, e l’Italia è rimasta sola.
“Se il numero che si prevede, è nell’ordine dei 50 mila immigrati, l’Italia, con una popolazione di 60 milioni, può sostenerli. A parte l’intervento dello Stato e delle Regioni, il problema fondamentale resta quello del mercato del lavoro, poiché, se lo trovano in Italia rimarranno, se non lo trovano se ne andranno. Tuttavia, si può affermare che, se tutte le Regioni italiane faranno la loro parte, questa situazione non sarà così grave”.
Già 5 regioni hanno risposto no a questa ipotesi, visto che si tratta per lo più di clandestini che di profughi.
“Il problema dei clandestini concerne la sfera della sicurezza, giacché si parla di soggetti che potrebbero trovare lavoro nel nostro Paese, ma il loro ingresso è forzato perché esistono diversi focolari di guerra nei loro Stati. Possono passare dei mesi e, attraverso accordi internazionali, possono tornare nei loro territori, ma il problema vero sarà quando la situazione si normalizzerà. Infatti, la storia insegna che la parte perdente fugge sempre per evitare le vendette dei vincitori, seppur non saranno molti”.
 

 
Nucleo d’ispettori per scovare i falsi invalidi. Bandi per 6 milioni in aiuto alle fasce deboli
 
L’Inps sta avviando una forte attività d’indagine nei confronti dei falsi invalidi. L’Assessorato può realizzare una politica simile?
“I bandi emanati dall’Assessorato sono assai difficili da eludere, però sono i Comuni che ci certificano il possesso dei requisiti da parte dell’invalido per ottenere i vantaggi previsti. Quando si tratta d’interventi finanziari presso le strutture, l’Assessorato compie i controlli per accertarsi che i fondi siano impiegati secondo le norme previste. In effetti, durante il trasferimento di risorse, l’Assessorato stesso assume la funzione di vigilante. In realtà, ogni funzionario può essere autorizzato a svolgere controlli. Però, si è istituito un nucleo d’ispettori preparati professionalmente per svolgere questi compiti di controllo. Poi esistono dei certificati di regolare esecuzione del servizio e si collabora con i servizi sociali dei Comuni e dei distretti”.
Introdurrete delle novità nell’ambito dei progetti sociali?
“Sì, l’assessore Piraino vuole evitare la parcellizzazione della spesa che non sempre centra l’obiettivo. È emerso che l’assistenza, attraverso il volontariato, ha spinto molta gente a trasformarsi da volontari a lavoratori retribuiti. Pertanto, si vuole trasferire le risorse alle realtà serie e professionali per progetti innovativi, in particolare per sostenere quelle fasce deboli come gli anziani disabili che hanno necessità di assistenza costante. Così, sono stati predisposti 6 milioni di euro nel 2011 per bandi nell’ambito sanitario che supportino queste realtà”.

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