Tornano i petrolieri di mare aperto. Canale di Sicilia sempre trivellato - QdS

Tornano i petrolieri di mare aperto. Canale di Sicilia sempre trivellato

Rosario Battiato

Tornano i petrolieri di mare aperto. Canale di Sicilia sempre trivellato

giovedì 28 Aprile 2011

Una compagnia ha annunciato perforazioni al largo di Pozzallo, altre due davanti Pantelleria e le Egadi. Sondaggi oltre le acque territoriali, immediate le proteste dei sindaci

PALERMO – Tornano alla carica i petrolieri. Secondo indiscrezioni a mezzo stampa entro fine aprile la compagnia petrolifera Transunion comincerà a sondare le acque al largo di Pozzallo, la compagnia Audax dovrebbe proseguire in estate con le trivellazioni vere e proprie nei dintorni di Pantelleria e la Northern Petroleum è pronta per iniziare le ricerche intorno alle Egadi. Dal territorio sono arrivate immediate le proteste di sindaci e associazioni.
I primi cittadini sono sul piede di guerra. “Fare fronte comune” è stato il messaggio che in questi giorni ha mandato Giuseppe Sulsenti, sindaco di Pozzallo, agli altri colleghi per bloccare le trivellazioni che potrebbero mettere a rischio l’ambiente marino e la bellezza delle spiagge in luoghi dove il turismo rappresenta un volano determinante per l’economia locale. Tra l’altro, secondo quanto esplicitato dagli addetti ai lavori, potrebbe essere coinvolta anche la frazione di PuntaSecca, località nota al grande pubblico per essere la location dove si gira la serie tv del Commissario Montalbano.
Anche il sindaco di Santa Croce di Camerina, Lucio Schembari, ha parlato senza mezzi termini di ricerche che nocciono all’immagina turistica che nel corso degli anni si è costruita come biglietto da visita della provincia iblea. Non si tratta solo di una questione ambientale, ma anche di royalties inadeguate che le compagnie lasciano sul suolo siciliano. Il dibattito sulle trivellazioni va tuttavia avanti sin da qualche mese e pare che nessuno dei politici, che hanno preso parte alla discussione, abbia dato il suo beneplacito all’operazione. Già qualche mese fa Raffaele Lombardo aveva espresso la sua contrarietà alla trivellazioni nella Val di Noto, azione compiuta attraverso il piano paesistico della provincia di Ragusa, mentre lo scorso gennaio Gianmaria Sparma, assessore regionale al Territorio e Ambiente, aveva ribadito come la linea della giunta regionale fosse indirizzato non solo al blocco del rilascio di nuove autorizzazioni per le ricerche, ma “è nostro intendimento bloccare le installazioni delle piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia”.
Tra le preoccupazioni dell’assessore regionale il rischio ambientale e la possibilità di compromettere l’equilibrio marino, ma anche la possibilità che queste trivellazioni siano previste in aree ad elevato rischio sismico con effetti assolutamente catastrofici per l’intero Mediterraneo. Anche il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ci aveva messo del suo per bloccare le trivellazioni. Tuttavia il decreto, varato lo scorso agosto, che prevede il divieto di trivellazioni off-shore ad una distanza inferiore a 12 miglia dalle aree protette e a 5 miglia dalle coste dell’intero territorio nazionale in realtà non sembra aver bloccato i piani delle compagnie. Nel dicembre scorso proprio la Northen Petroleum aveva indicato in una nota, alla voce “Italia”, come la legge che prevede non si possano effettuare sondaggi entro 12 miglia dalla costa avrebbe avuto un risultato di “impatto lieve sugli asset della compagnia”. Nello stesso documento il gruppo ha definito la Sicilia, così come l’Adriatico, “key core areas”.

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