Furti di rame nel catanese, disservizi per privati e aziende - QdS

Furti di rame nel catanese, disservizi per privati e aziende

Maria Francesca Fisichella

Furti di rame nel catanese, disservizi per privati e aziende

martedì 03 Maggio 2011

Nel 2010 Telecom ha subito 124 furti nella provincia etnea per 220.000 € di danni

CATANIA – I furti di rame sono sempre più spesso cronaca quotidiana. Né i tragici eventi che spesso seguano a questi fatti, opera nella maggior parte dei casi di gruppi di rumeni, sembrano scoraggiarli, anzi tutt’altro. La posta in gioco è alta.
A farne le spese non solo gli utenti che subiscono i disagi di black-out elettrici e telefoni muti, anche per giorni.
I danni economici, infatti, si contano anche per le aziende del settore, costrette a far fronte nel più breve tempo possibile ai disagi che ne conseguono. Il danno è, dunque, duplice: di natura economica in primo luogo, a cui si aggiunge quello d’immagine, ossia nei confronti di un’utenza che si vede privata del normale servizio.
Nell’ultimo anno da Telecom, per esempio, fanno sapere che l’azienda ha subìto, in provincia di Catania, ben 124 furti di cavi, per un totale di circa 25 tonnellate di rame sottratto. Il valore della perdita per l’azienda si traduce in oltre 220.000 euro, per il solo materiale.
Afferma l’ingegnere Mariano Leonardi, responsabile Access operation line Sicilia est: “Nel 99 per cento dei casi abbiamo delle palificazioni che sono o bordo strada o all’interno di terreni privati. Chi entra in queste aree private spesso arreca danni anche alle colture, o addirittura, come nella zona di Belpasso, in provincia di Catania, i malviventi hanno sradicato tutta la palificazione.
 
Il proprietario del terreno, che ha subito danni, spesso ci impedisce l’accesso per effettuare i lavori di ripristino della palificazione, perché teme di essere nuovamente esposto ad una incursione da parte dei ladri. Quindi ci troviamo di fronte ad una serie di problematiche da spiegare all’utente che si sente danneggiato, poiché non può usufruire dei nostri servizi. Tra questi utenti, tra l’altro, non ci sono solo privati cittadini ma anche aziende, cui il danno arrecato è di altra natura. Ossia l’impossibilità di portare avanti le normali attività professionali, poiché isolati anche per giorni. In questi casi, cerchiamo di “tamponare” il temporaneo disservizio dirottando le chiamate all’azienda, su un telefonino da loro indicato, ma si pensi pure che ai nostri servizi è connessa anche l’adsl…. Si pensi, pure, che gestiamo una rete aerea di 2.200 km e i furti insistono ormai in un’area vastissima”.
Le zone di massima concentrazione di furti in Italia sono le provincie di Bari e Foggia, le provincie di Napoli e Caserta, la provincia di Reggio Calabria, mentre in provincia di Catania le località con la massima concentrazione sono: Adrano, Paternò, Belpasso, Librino, Pedara.
“Spesso – osserva l’ingegnere Leonardi – si pensa che interrare tutto con le fibre ottiche risolverebbe il problema, ma non è così: perché la capillarità della rete rame attualmente non è sostituibile, significherebbe portare la fibra “a casa dei clienti” o comunque nelle immediate vicinanze. È una prospettiva che apre nuovi scenari, è vero, ma ancora non prevedibile. Mentre è ipotizzabile una coesistenza di entrambe: la rete rame per la fonia, l’Adsl e la rete a fibra ottica per dati ad elevata velocità”.
Considerando la complessità e le dimensioni assunte dal fenomeno, Telecom Italia, si appella alla sensibilità delle autorità affinché si possano continuare a mettere in atto azioni di prevenzione e di collaborazione volte ad arginare il fenomeno e che, in taluni casi, hanno consentito anche arresti in flagranza di reato.

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