L’Etna erutta cenere, Fontanarossa si ferma - QdS

L’Etna erutta cenere, Fontanarossa si ferma

Massimo Mobilia

L’Etna erutta cenere, Fontanarossa si ferma

venerdì 13 Maggio 2011

Ogni volta che il vulcano torna a farsi sentire, si piangono lacrime di coccodrillo sull’assenza di alternative. Ieri cancellati 160 voli, i pochi rimasti dirottati sulla distante Palermo. E ci si ricorda del Magliocco

CATANIA – Ha subito un’accelerata, la notte scorsa, l’attività stromboliana sull’Etna: dalle 2 alle 6 il ‘pit crater’ che si è aperto sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est dell’Etna ha emesso forti boati accompagnati da fontane di lava e emissione di cenere vulcanica che è ricaduta su Catania e sui centri abitati a sud del vulcano. I fenomeni hanno causato la chiusura, all’alba, a scopo precauzionale dell’aeroporto di Catania. La sua riapertura è prevista per oggi, alle 6 del mattino. Lo ha deciso l’unità di crisi che tornerà a riunirsi alle 5. Ieri, i voli sono stati tutti cancellati. Si tratta di 160 voli, 80 in partenza e 80 in arrivo. Ora, i passeggeri in arrivo e in partenza dallo scalo di Catania possono aggiornarsi in tempo reale sullo stato del traffico aereo consultando l’apposita link ‘Voli del giorno’’ sul sito Internet www.aeroporto.catania.it.
L’ennesima chiusura di Fontanarossa in concomitanza con l’attività del vulcano attivo più alto d’Europa, scatena le polemiche sulla mancata apertura dell’aeroporto di Comiso, pronto da mesi ma chiuso per la mancanza di tutte le autorizzazioni. “Questo episodio – afferma in una nota il presidente dell’Enac, Vito Riggio – conferma l’urgenza di rendere al più presto operativo l’aeroporto di Comiso anche come alternativa a quello di Catania quando si verificano eventi come quello odierno”. Dello stesso parere il presidente della Sac Gaetano Mancini.
“Anche Sac – osserva – auspica una veloce soluzione della vicenda perché, nell’interesse del territorio, si possa avviare quanto prima il Sistema aeroportuale integrato fra Catania e Comiso”.
La reazione del presidente della Soaco (la società di gestione dell’aeroporto di Comiso, ndr), Rosario Dibennardo, va oltre. “Sono contento per le parole pronunciate da Riggio e Mancini – interviene Rosario Dibennardo- ma non vorrei che Comiso venisse considerato il rotino dell’aeroporto di Catania. Mi dispiace che debbano essere i “mal di pancia” dell’Etna a riaccendere i riflettori sull’aeroporto di Comiso. Auspico che una volta per tutte si decidano a rimediare, ma non per il pericolo Etnea, ma per dotare questo territorio della struttura che merita e che aspetta da tanti anni”.
Più esplicito il deputato regionale del Pd Pippo Digiacomo: “Chi si ricorda dell’aeroporto di Comiso solo quando si interrompe l’attività a Fontanarossa, dovrebbe vergognarsi. Da mesi portiamo avanti una battaglia per l’apertura dell’aerostazione incontrando una inaccettabile ostilità del governo nazionale. Ma oggi le lacrime di coccodrillo di chi occupa poltrone di primo piano nell’amministrazione dell’aviazione civile, appaiono davvero mortificanti e offensive. Evidentemente siamo di fronte all’ennesima provocazione nei confronti di una comunità alla quale si continua a negare l’apertura di un aeroporto che porterebbe sviluppo e muoverebbe l’economia”.

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