Rigonfiamento anomalo terrestre fa scivolare l’Etna verso il mare - QdS

Rigonfiamento anomalo terrestre fa scivolare l’Etna verso il mare

Massimo Mobilia

Rigonfiamento anomalo terrestre fa scivolare l’Etna verso il mare

martedì 17 Maggio 2011

Un gruppo di scienziati italiani ha individuato la possibile causa dello spostamento a est del vulcano. Scarpata continentale disomogenea ad una profondità marina di oltre 2 mila metri

CATANIA – Sarebbe un anomalo rigonfiamento della scarpata continentale della Sicilia, in prossimità del versante orientale di fronte all’Etna, dalla costa sino alla profondità di oltre 2 mila metri, a causare lo scivolamento del fianco est del vulcano più attivo d’Europa verso il mare.
Lo dimostrano gli ultimissimi dati di un indagine condotta da en’equipe di scienziati italiani, pubblicata sull’autorevole rivista scientifica internazionale “Earth and Planetary Science Letters”, con il titolo di “Continental margin large scale instability controlling the flank sliding of Etna volcano”. Uno studio condotto in collaborazione tra i vulcanologi Mauro Coltelli e Danilo Cavallaro dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Catania, ed i geologi marini Francesco Latino Chiocci e Alessandro Bosman dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, insieme all’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr.
Dunque gli studiosi, in base alle loro osservazioni, sono approdati ad una nuova teoria per dare una spiegazione all’ormai nota, negli ambienti scientifici, rapidità di spostamento tettonico verso il mare del fianco destro dell’Etna, quello per l’appunto orientale, che si sposta verso est al ritmo di alcuni centimetri l’anno.
La causa di questo movimento non era ancora chiara agli studiosi.  Adesso, grazie a una serie di prospezioni geofisiche sottomarine e a un’analisi geomorfologica dettagliata del fondale marino di fronte al grande vulcano basaltico, conosciuto in tutto il mondo per le sue frequenti eruzioni, è stato possibile reinterpretare l’assetto tettonico della fascia costiera etnea, evidenziando come sia controllata più dalle strutture sottomarine che da quelle emerse.
Lo studio, in particolare, illustra un nuovo e originale modello di scivolamento del fianco orientale etneo causato dal collasso della scarpata continentale ionica della Sicilia, di fronte all’Etna, le cui ripercussioni potrebbero avere grandi conseguenze sull’evoluzione del vulcanismo. In sintesi, dunque, è stato scoperto un rigonfiamento in prossimità della scarpata continentale dell’Isola, che sarebbe alla base di tutto.
La scarpata risulta infatti profondamente incisa da una serie di enormi scarpate semicircolari, interpretate come prova di un’instabilità gravitazionale a grande scala. Tali strutture sono lunghe diverse decine di chilometri e permeano tutto il margine continentale estendendosi fino al settore costiero del vulcano dove, infatti le deformazioni del suolo appaiono più intense. È qui che, l’intrusione di grandi quantità di magma nella crosta sotto il vulcano, avvenute negli ultimi centomila anni, avrebbero causato il grande rigonfiamento del margine continentale sommerso, creando un disequilibrio gravitazionale che si propaga fino al fianco emerso del vulcano.
Questo meccanismo causerebbe una decompressione nella crosta terrestre che permetterebbe la risalita dei magmi senza un prolungato stazionamento, permettendo l’eruzione di magmi basaltici a causa proprio della loro veloce risalita dal mantello. Infatti, l’Etna è un vulcano basaltico la cui anomala posizione sopra una spessa crosta continentale, interessata dai movimenti compressivi che hanno generato la catena appenninica, secondo gli studiosi è inusuale e anomala, come è stato ampiamente dibattuto dagli scienziati negli ultimi 20 anni.

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