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Informazione online ancora dietro la tv

Informazione online ancora dietro la tv

martedì 12 Luglio 2011

Nell’era di Internet la televisione è la preferita

CATANIA – Internet ci ha cambiato la vita, o quasi. L’ultima indagine di Human Highways, commissionata da Liquida, e relativa all’evoluzione dell’ informazione on line in Italia, rivela uno scenario in continuo mutamento. Uno scenario che si arricchisce di strumenti informatici sempre nuovi e sempre più complessi che modificano sostanzialmente il rapporto utente/notizia e di conseguenza la fruizione di quest’ultima.
Informazione da un lato ed approfondimento dall’altro. La netta divisione tra questi due aspetti della notizia è d’obbligo dal momento che è proprio da questa precisa differenziazione che si sviluppano, si diversificano e si caratterizzano le abitudini degli utenti/navigatori.
All’interno di questo scenario (come detto poc’anzi, in continuo mutamento), un punto fermo, a dire il vero c’è, ed è la leadership di cui a tutt’oggi gode la TV la quale, per ciò che compete le notizie di una certa importanza, resta per gli italiani lo strumento di informazione predominante e ciò in virtù della sua maggiore immediatezza e poi anche per motivi legati ad abitudini consolidate ormai da decenni.
Gli italiani, dunque, si confermano fedeli ai media tradizionali: l’informazione attraverso la TV sembra essere quella migliore da un punto di vista qualitativo. Al secondo posto c’è internet, privilegiato invece come canale di approfondimento. Al terzo posto, troviamo i quotidiani on line.
Il concetto di qualità, secondo l’indagine condotta Human Highways, sembrerebbe invece avere poco a che fare con il blog che più che canale di informazione ed approfondimento, viene percepito dagli italiani come strumento per esercitare la libertà di opinione.
Il social network per antonomasia, Facebook, invece, predomina come strumento per il “passaparola” in rete ovvero per avviare discussioni e riflessioni ma soprattutto per dare la massima diffusione possibile a determinate notizie (non dimentichiamoci il ruolo di primo piano svolto nella cosiddetta “primavera araba” grazie alla quale è stato possibile il risveglio delle coscienze delle popolazioni nordafricane, finalmente ribellatesi ai regimi).
Rispetto al 2010, è in calo Twitter, cui gli italiani assegnano un ruolo estremamente marginale di social media piuttosto che di social network.

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