Ragusa non è una provincia per disabili ma una giungla di barriere architettoniche - QdS

Ragusa non è una provincia per disabili ma una giungla di barriere architettoniche

Stefania Zaccaria

Ragusa non è una provincia per disabili ma una giungla di barriere architettoniche

sabato 16 Luglio 2011

Per non parlare dei parcheggi per invalidi perennemente occupati da auto non autorizzate nell’indifferenza delle istituzioni. I diversamente abili “tagliati fuori” da Palazzi di città, dai monumenti e persino dai marciapiedi

RAGUSA – Attraversare un marciapiede, raggiungere la spiaggia, assistere ad una lezione all’università, pagare un bollettino all’Ufficio postale, andare al cinema. La lista delle semplici azioni quotidiane potrebbe essere infinita e scontata se non fosse che a superare questi piccoli grandi ostacoli sono le persone diversamente abili che, muniti di carrozzina o di dambulatore, devono combattere ogni giorno contro molteplici barriere architettoniche.
 
Sono tanti, infatti, i casi di segnalazione da parte di associazioni, organizzazioni ma anche dei disabili stessi per alcuni luoghi, considerati di pubblica utilità ma non ancora dotati di misure adeguate. Negli scorsi anni, la carenza di tali provvedimenti era imputata, da parte dei Comuni, alle mancate somme erogate dalla Regione: questi dovevano infatti provvedere autonomamente ai lavori dei marciapiedi o agli accessi speciali nei Palazzi di Città. Pur ritenendo tali progetti ammissibili, la Regione non li finanziava. Tutti i comuni, adesso, sembrano aver provveduto a tale mancanze. O quasi. Le prime irregolarità si notano infatti proprio negli uffici comunali: le foto parlano chiaro così come le parole di Gina Mezzasalma, rappresentante dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili. “Molte difficoltà – spiega – sono rappresentate dalle famigerate barriere architettoniche, di cui si parla da anni, ma che puntualmente ci si presentano come ostacoli, in vecchie e, ancor peggio, nuove strutture sia pubbliche che private.
 
A Ragusa, ad esempio, troviamo parecchie barriere: marciapiedi senza scivolo, pali dell’illuminazione pubblica posizionati al centro del marciapiede con conseguente spazio insufficiente per il passaggio di una carrozzina, accesso ai luoghi pubblici molto difficoltoso sia per la presenza di gradini, sia per mancanza di ascensori, sia per dimensioni delle porte d’accesso non sempre a norma. Fra le altre difficoltà – continua Mezzasalma – da segnalare sono i parcheggi per invalidi perennemente occupati da auto non autorizzate da opportuno contrassegno. Fra l’altro, è da rilevare un disinteresse totale da parte di vigili urbani o figure equivalenti nel far rispettare tale diritto. Sebbene esistano specifiche norme in merito, le auto prive di contrassegno non vengono mai multate o, ancor meglio, non subiscono mai rimozione forzata, come succede già in altre città”.
Nel capoluogo ibleo sono molti i luoghi in cui diventa veramente difficile accedere se si è disabili: all’Ispettorato del lavoro, ad esempio, che si trova al secondo piano di un edificio di Ragusa, non ci sono ascensori. Se un disabile ha bisogno di effettuare una denuncia o ha bisogno di una qualsiasi altra pratica, è direttamente il personale dell’ufficio a scendere a pianterreno con modulistica e materiale da cancelleria al seguito.  
 

 
L’arte “negata”. Il duomo di S.Giorgio, caso emblematico
 
“A Ragusa potremmo citare altri esempi emblematici – racconta ancora Gina Mezzasalma – a partire dal palazzo comunale, al duomo di San Giorgio, ai marciapiedi del centro storico e oltre, per poi continuare con le sedi di alcuni uffici pubblici, come l’ufficio tecnico del Comune, o ancor più paradossale, l’ufficio Servizi Sociali”.
Poi c’è il porto di Marina di Ragusa, vanto dell’attuale amministrazione che, come ci riferisce Gina Mezzasalma, “presenta una ‘difetto’ di ragguardevole rilevanza, che lo fa ripiombare nel Medioevo: manca una scivola specifica per disabili che conduce all’area commerciale (nella foto) dove sono collocati uffici, negozi, area ristorazione etc. Per rimediare a tale ‘dimenticanza’ la persona con disabilità è costretta ad affrontare un percorso alternativo di circa 800 metri e camminare lungo una strada molto trafficata e priva di marciapiede”.
Il problema delle barriere architettoniche è però ben visibile anche negli altri comuni iblei: Modica, Santa Croce Camerina, Comiso o Scicli non si contraddistinguono di certo in bene. In quest’ultimo caso, ad esempio, come si può vedere in una delle foto, il palazzo di città non è dotato di nessuna scivola all’ingresso e l’ascensore, che si trova dopo dieci gradini, non supporta l’ingresso di carrozzine.

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