Il piano Termini non convince i sindacati - QdS

Il piano Termini non convince i sindacati

Rosario Battiato

Il piano Termini non convince i sindacati

martedì 13 Settembre 2011

Massimo Di Risio ha presentato i suoi obiettivi: prime auto già nel 2012, e 60 mila vendute entro il 2016. Proteste delle sigle sindacali: 600 unità fuori dai piani occupazionali delle nuove imprese

PALERMO – Massimo Di Risio ha le idee chiare. Dopo aver incassato la vittoria su Rossignolo per aggiudicarsi l’ex polo Fiat di Termini Imerese, il proprietario della Dr Motor ha lanciato il suo grande progetto per l’area. L’obiettivo dell’imprenditore molisano è di grande prospettiva: 60 mila automobili entro il 2016. Intanto però i sindacati lamentano il crollo dell’occupazione nell’area e richiedono maggiori garanzie dai nuovi proprietari di Termini. La sfida è aperta, soprattutto perché la Dr dovrà riuscire laddove la Fiat ha fallito.
Nei giorni scorsi Di Risio ha esposto la sua ricetta per salvare l’automobile a Palermo. Nel secondo semestre del 2012 il segmento B del mercato delle automobile dovrebbe assistere all’ingresso in scena del marchio Dr. Il primo nascituro in casa Termini per il 2012 sarà la DR3, una due volumi compatta, che dovrebbe affrontare il mercato con un prezzo tra 11 mila e 13 mila euro.
La prossima scadenza, secondo quanto ha dichiarato l’imprenditore dell’impresa di Macchia d’Isernia, sarà l’8 ottobre, quando si firmerà, verosimilmente, il contratto con governo, Regione siciliana e Invitalia, l’advisor del ministero dello Sviluppo economico. Nel 2010 il giro d’affari del gruppo, che ha stabilimenti in Molise, è ammontato a circa 150 milioni di euro. L’impegno finanziario per Termini Imerese sarà di 179 milioni di euro, e tra i finanziatori, oltre che lo stesso Di Risio, ci sono anche Intesa Sanpaolo, Unicredit ed Mps.
Adesso che finalmente il quadro sembra più chiaro, dopo un anno di smentite e falsi avvicinamenti alla soluzione, sorgono tutti i dubbi dei sindacati sul piano complessivo che dovrebbe riguardare il riassorbimento dell’occupazione di Termini. Attualmente sono 2.200 gli impiegati dell’indotto, ma il numero complessivo di quelli che troveranno posto all’interno dei nuovi padroni di Termini sarà inferiore. Infatti la Dr Motor, assieme a Lima, Biogen, Newcoop e Medstudios, riusciranno ad impiegare circa 1.600 addetti. I sindacati esprimono preoccupazione su 600 unità che resteranno senza posto. “Al momento i progetti del dopo-Fiat – dice il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone – non danno garanzie a tutti i 2.200 operai di Fiat e dell’indotto e il percorso intrapreso è pieno di incertezze, a cominciare dai lunghi periodi di cassa integrazione che si profilano per centinaia di lavoratori dato che il piano del gruppo Dr prevede di assorbire 1.312 operai ma soltanto nel 2016”.
Potrebbe, quindi, continuare quel trend discendente che dal 2002 ha portato gli occupati dell’indotto e della fabbrica a passare da 2.700 a 2.200. Lo ha denunciato la Cisl, durante un incontro palermitano tenuto nei giorni scorsi. La crisi sembra in effetti aver colpito l’intero polo industriale di Palermo, se consideriamo anche gli altri casi presenti in provincia. L’Italtel di Carini, ha spiegato la Cisl, era un azienda florida negli anni ‘90, ma è passata da 1.800 dipendenti a 240 degli ultimi anni. Stesso discorso per la Keller,  dove esiste un’altra vertenza che allarma i sindacati, dopo l’annuncio di mobilità da parte dell’azienda per i 203 lavoratori, mentre il 26 ottobre scadrà la cassa integrazione straordinaria.
 

 
Non si ferma la protesta: lavoratori sul piede di guerra
 
PALERMO – Il consiglio di fabbrica dei delegati Fiat e delle aziende dell’indotto, riunito a Termini Imerese (Pa), ha indetto un’assemblea-sciopero con sit-in alle 6 di stamattina davanti ai cancelli dello stabilimento. Fim-Fiom e Uilm, inoltre, hanno proclamato lo stato di agitazione del personale, preoccupato per il futuro della fabbrica che Fiat ha deciso di chiudere a fine anno. Quello di oggi sarebbe il primo giorno di lavoro alla Fiat dopo un lungo periodo di stop, cominciato il 29 luglio e scandito da fasi di cassa integrazione e giorni di ferie.  L’assemblea dei lavoratori si pronuncerà anche su eventuali iniziative di lotta.
Il punto nevralgico della questione resta il futuro occupazione del polo di Termini Imerese, dove le nuove imprese non garantiscono il riassorbimento di tutta la manodopera che attualmente, tra fabbrica e indotto, lavora alla Fiat. Lo stabilimento torinese lascerà il polo entro la fine dell’anno e le possibilità di vedere impiegati gli attuali occupati si assottigliano sempre di più.

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