Caro Rc auto, per i consumatori un peso che rischia di schiacciarli - QdS

Caro Rc auto, per i consumatori un peso che rischia di schiacciarli

Stiben Mesa Paniagua

Caro Rc auto, per i consumatori un peso che rischia di schiacciarli

sabato 17 Settembre 2011

Abbiamo intervistato il presidente dell’Unione Europea Assicuratori (Uea) Filippo Gariglio. Con il Dlgs 68/2011, le Province possono aumentare tasse sulle polizze del 3,5%

ROMA – Il “caro Rc auto” è un peso per tutti i cittadini, un problema lungi da una qualsiasi forma di soluzione, anzi, come ha denunciato in una lettera inviata alla stampa il presidente dell’Unione Europea Assicuratori (Uea) Filippo Gariglio, la situazione rischia di “degenerare”. Con il Dlgs 68/2011, infatti, le Province hanno facoltà di modificare e tasse sull’Rc auto del 3,5 per cento, che si aggiunge al già salato 12,5 per cento già presente a livello nazionale.
Il Qds ha voluto sentire nuovamente al presidente Gariglio per comprendere meglio la posizione dell’Uea.
Cosa succederà nelle tasche degli automobilisti con il Dlgs 68/2011?
“Molto semplicemente le Province, per ragioni di bilancio, saranno portate ad aumentare del 3,5 per cento le tasse automobilistiche a loro favore. A carico ovviamente degli automobilisti. Quindi su un costo medio annuo di polizza di 600 euro – di molto variabile in funzione delle varie regioni italiane – ogni assicurato verserà 21 euro ca. in più di tasse per ogni contratto”.
Ad oggi quante sono le Province che hanno scelto di aumentare le tasse sull’Rc auto?
“Ad oggi sono 36 le Province che hanno aumentato le tasse sull’Rc auto e quasi tutte del 3,5 per cento, le più “virtuose solo” del 3 per cento”.
Quali sono i fattori che incidono sul caro Rc auto in Italia?
“I costi delle polizze auto sono dovuti a molteplici fattori. Oltre alle tasse, il principale è riconducibile ai sinistri, che incidono sulle tariffe che le compagnie predispongono, attraverso principi di matematica attuariale e di mutualità territoriale. I sinistri a loro volta sono condizionati da una serie di fattori che vanno dallo stato delle infrastrutture e dalle condizioni delle strade, alla intensità del traffico dovuta (dovuta anche alla densità abitativa) fino alle alternative alla mobilità su gomma (treni, metropolitane, ecc). Ovviamente incide anche la cultura del rispetto delle norme, dal Codice della Strada e più in generale a della prudenza nella guida. Non dimentico le truffe, che le compagnie con molta difficoltà cercano di contrastare e che in alcuni casi sono utilizzate come ammortizzatori sociali: c’è la convinzione diffusa che in fondo truffare le Assicurazioni non fa “male” a nessuno”.
Quali iniziative potrebbero essere intraprese dai cittadini per migliorare la situazione?
“I cittadini dovrebbero chiedere in primis al Governo la riduzione delle tasse sulle assicurazioni e poi strumenti normativi efficaci contro le frodi e le indebite speculazioni sugli incidenti stradali. Ciò potrebbe indurre anche un maggior senso civico da parte degli automobilisti. Inoltre una maggior diffusione di garanzie dirette sui veicoli, come la “kasko”, ci avvicinerebbe ad altri paesi Europei, come la Francia. Questo renderebbe anche più omogenei i confronti sui costi delle polizze, perché riducendo i contenziosi e le truffe – pur non abbassando i costi complessivi – si inciderebbe comunque sull’Rc Auto.

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