Censimento innovativo grazie ai tanti canali - QdS

Censimento innovativo grazie ai tanti canali

Francesco Sanfilippo

Censimento innovativo grazie ai tanti canali

giovedì 06 Ottobre 2011

Forum con Francesca Abate responsabile sede Istat di Sicilia

Alcuni censimenti sono fatti su distacchi temporali notevoli, non è il caso di realizzarli in minor tempo?
“L’orientamento attuale è di realizzare censimenti continui. Già con le imprese, questo lavoro è fatto ogni anno, rinnovando la banca-dati Asia. Tutto dipende dalla validità degli archivi di base, che, nel caso delle imprese, sono notevoli, poiché l’Istat ci lavora dal 1996, quando è stato compiuto il primo censimento intermedio dell’industria e servizi. Sulla popolazione la qualità dei dati dipende dalla tenuta degli archivi dell’anagrafe dei comuni. Per questi ultimi, al momento, l’aggiornamento di questi dati ha un costo che non può essere sostenuto facilmente, per cui dipende dall’attenzione che i comuni tengono su questi dati”.
È previsto un contributo ai comuni per l’indagine Istat che è in svolgimento?
“In questo periodo, è previsto un contributo per l’attuazione dell’indagine statistica in corso che sarà erogato per il 90 per cento ai comuni. Su quest’ultimo censimento, l’Istat ha impostato delle profonde modifiche, a iniziare dall’invio per posta del questionario direttamente a casa. Occorrerà aspettare fino al 9 ottobre per consegnare il questionario, poi è prevista una raccolta dei dati differenziata a seconda la densità demografica del comune, per cui è previsto il recupero a dicembre per i comuni più piccoli, a febbraio per quelli più grandi. Poi, si avrà un mese di tempo per controllare i dati prima del loro invio all’Istat. Questo è il primo questionario realizzato sotto regolamento comunitario, per cui l’Istat deve fornire i dati raccolti all’Eurostat entro il 2014, pena una multa commisurata all’importo generale del censimento. Poi, occorrerà segnalare la popolazione legale entro il 2012, mentre i dati definitivi dovranno essere forniti entro il maggio del 2014”.
In che percentuale rispondono i cittadini al censimento on line?
“Dall’esperienza ricavata dal censimento sull’agricoltura, i cittadini che hanno risposto on line, sono stati il 3 per cento del campione, anche perché il sistema di acquisizione dei dati ha avuto dei problemi. Molto dipende dalla promozione che i comuni possono fare per acquisire con questo sistema i dati, e ciò non impedirebbe ai comuni di ricevere comunque il contributo. Perciò, l’Istat sta sollecitando i comuni a usare questo strumento, tanto che alcuni enti locali stanno pensando di mettere delle postazioni mobili sul territorio, oltre quelle Istat. Queste postazioni sarebbero dotate di pc e collegamento Wi-fi per consentire ai cittadini di compilare i questionari, di cui sarebbe garantito l’anonimato grazie ad una password che lega il questionario alla famiglia. In caso di smarrimento, un rappresentante della famiglia potrà andare a uno dei centri di raccolta e, dopo aver esibito la carta d’identità, potrà ricompilare il questionario”.
Quest’anno, sono previsti pochi rilevatori, come mai?
“Rispetto a 10 anni fa, ci saranno pochi rilevatori, perché si sta offrendo ai cittadini una pluralità di canali per recuperare il questionario, come l’istituzione dei centri di raccolta, la compilazione on line, la consegna alle Poste dei questionari, ecc.. Inoltre, c’è un accordo con il ministro Brunetta per dare agli impiegati pubblici la possibilità di compilare on line direttamente dall’ufficio di appartenenza. Infine, ogni ufficio comunale di censimento ha la Lac, la lista anagrafica comunale, che include le famiglie cui è stato inviato per posta il questionario. Quando si chiuderà il tempo concesso alle famiglie per la restituzione spontanea dei questionari, il comune, attraverso la Lac, saprà chi non li ha restituiti e invierà i rilevatori per recuperare questi dati. Così, si abbattono anche i costi del rilevamento”.
Molti cittadini non sono interessati a conoscere i dati ricavati, è vero?
“Secondo i dati offerti da un’indagine dell’Isae in collaborazione con l’Ocse, il 42 per cento dei cittadini intervistati non è interessato a essere informato. Per reagire a questo, l’Istituto sta rinnovando completamente il sito per renderlo maggiormente fruibile da parte dei cittadini”.

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