Creare infrastrutture per rilanciare il turismo - QdS

Creare infrastrutture per rilanciare il turismo

Francesco Sanfilippo

Creare infrastrutture per rilanciare il turismo

giovedì 20 Ottobre 2011

La crisi economica non conosce soste, ma ancora è assente un piano che dia una visione globale delle soluzioni. Insufficiente la rete portuale, ferroviaria e stradale. Aeroporti ok ma non intergrati col territorio

PALERMO – La crisi del mondo turistico siciliano ha numerose cause che non sono state affrontate dal mondo politico regionale come avrebbero dovuto finora. La Sicilia possiede un immenso patrimonio artistico, culturale, enogastronomico, ambientale e marittimo, ma l’utilizzo di questo patrimonio è limitatissimo.
Mancano le infrastrutture, è assente l’integrazione tra quelle esistenti, si difetta in strutture recettive adeguate in quantità e in qualità ed è assente una visione d’insieme strategica sul turismo. Queste problematiche si riflettono nell’insufficiente ricezione delle infrastrutture portuali, non integrate con le città, nell’insufficienza di quelle autostradali e ferroviarie, nei tempi lunghi che richiedono le opere pubbliche per il loro completamento.
Le uniche infrastrutture di successo sono costituite dagli aeroporti, che restano, però, con un’integrazione insufficiente con il territorio.  A ciò, si aggiungono la pressione e gli adempimenti fiscali per le imprese turistiche che non aiutano il settore.
In un recente incontro svoltosi nella sala conferenze della Camera di Commercio di Palermo tra rappresentanti delle Istituzioni e del mondo imprenditoriale, l’Assessore all’Economia regionale, Gaetano Armao, ha esposto le ricadute oggettive della riforma sul sistema economico siciliano. Alcuni di questi provvedimenti riguarderanno il credito d’imposta, di nuove iniziative  a sostegno dell’imprenditoria femminile e giovanile come l’esenzione dell’Irap per 5 anni e il rifinanziamento del credito d’imposta.
Su quest’ultimo provvedimento, l’assemblea siciliana sta concentrando le risorse disponibili (circa 120 milioni di euro), nonostante il taglio di 1 mld da parte del Governo centrale.
Più pessimista si è dimostrato Michele Cimino che ha incentrato il suo intervento sull’importanza di garantire una stabilità di Governo. Per dare una continuità nell’attuazione dei programmi, occorre, secondo lui, evitare criteri di spoil system all’interno della macchina burocratica che, spesso ne provocano il blocco.
Il presidente regionale di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen, ha posto l’accento su quanto un sistema infrastrutturale sia determinante per uno sviluppo turistico. Una politica turistica seria può avere ricadute positive in termini di occupazione e di sviluppo negli altri settori dell’isola, come l’industria, l’agricoltura e l’artigianato. Una politica più mirata, secondo il presidente, in un settore che genera l’8,4% del Pil nazionale, consentirebbe alla Sicilia di superare il Pil dell’Industria manifatturiera.
 


Pietro Agen. Istituire le condizioni per sviluppare posti di lavoro
 
Il presidente regionale della Confcommercio, Pietro Agen, ha dichiarato: “Ci aspettiamo, soprattutto, di far capire quelle che sono le nostre istanze. Siamo convinti che continuare a mantenere e a favorire forme di precariato senza affrontare il tema di fondo, che è il restringimento delle risorse, non darà un domani alla Regione. Cercheremo di far capire che uno dei grandi atout della Sicilia è quella del turismo. Fare una finanziaria che considera il turismo stesso come una risorsa da spremere e non un settore sul quale investire, sia un errore fondamentale. Inoltre, a questa finanziaria manca un progetto sostanziale. Occorre far nascere un’imprenditoria nel settore edilizio nel breve periodo e nel settore dell’innovazione tecnologica nel lungo, investendo in questi settori e dotandoli d’infrastrutture adeguate. La Regione non deve creare posti di lavoro, ma deve istituire le condizioni per cui si possano sviluppare dei posti di lavoro. Se non sarà fatto, i giovani non avranno speranze per il futuro”.

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