Internet, motore di crescita dell’economia - QdS

Internet, motore di crescita dell’economia

Monica Basile

Internet, motore di crescita dell’economia

sabato 10 Dicembre 2011

Forum con Stefano Maruzzi, country director di Google Italy

La mission di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili.
“A partire dal 1996, Larry Page e Sergey Brin, studenti laureati alla Stanford University, iniziarono a sviluppare un motore di ricerca chiamato “BackRub” che utilizzava i link per determinare l’importanza delle singole pagine web. In qualità di chief executive officer di Google, Larry Page è oggi responsabile della gestione quotidiana di Google e della strategia relativa alle tecnologie e allo sviluppo dei prodotti della società mentre Sergey Brin gestisce i progetti speciali. Nel 2010 i ricavi complessivi di Google nel mondo sono stati pari a 29.321 miliardi di dollari, il 52 per cento  derivante da Paesi diversi dagli Stati Uniti. Nel complesso i risultati dei primi 9 mesi del 2011 riflettono una  crescita del 33 per cento. L’Italia ha registrato percentuali di crescita perfettamente in linea con quelle mondiali, se non leggermente superiori”.
Perché essere attivi sul web? E come si sviluppa l’internet economy in Italia?
“Il tasso di attività e di promozione online delle aziende è un indicatore particolarmente significativo della propensione all’innovazione del tessuto economico locale e del suo dinamismo nel cercare nuovi spazi di mercato, anche in fasi di rallentamento dello scenario macro-economico. Come rivela lo studio Fattore Internet, commissionato da Google a The Boston Consulting Group, le pmi attive su internet fatturano, assumono ed esportano di più e sono più produttive di quelle che su internet non sono presenti. Le pmi attive in rete hanno infatti registrato una crescita media dell’1,2 per cento dei ricavi negli ultimi tre anni, rispetto a un calo del 4,5 per cento di quelle off-line e un’incidenza di vendite all’estero del 15 per cento rispetto al 4 per cento delle off-line. È chiaro quindi quale sia il potenziale, in termini di opportunità di business, che resta inespresso e che internet potrebbe portare all’economia italiana se un numero maggiore di piccole imprese decidesse di abbracciare, in qualche misura, il digitale”.
Come si sviluppa il vostro rapporto con i clienti, cosa date in contropartita?
“I nostri clienti sono gli inserzionisti che acquistano pubblicità su Google. Gli utenti, invece, come ben noto, fruiscono dei servizi offerti da Google in modo gratuito. Le pubblicità sul motore di ricerca sono gli annunci sponsorizzati che possono comparire in un box a destra e talora sopra i risultati organici del motore di ricerca (quelli definiti dall’algoritmo, il cui ordine cioè non è modificabile attraverso la pubblicità). Singoli e aziende di qualsiasi dimensione possono utilizzare AdWords (questo il nome del nostro servizio pubblicitario) in autonomia. Per fare un esempio concreto se un idraulico volesse promuovere la propria attività nella provincia di Catania sarebbe sufficiente creare un annuncio individuando alcune parole chiave come ad esempio “riparazione docce”, quindi inserire un cap di riferimento e infine il budget che desidera investire. Ogni qualvolta sul motore verrà effettuata una ricerca pertinente con l’annuncio (la pertinenza viene stabilita sulla base di un preciso meccanismo di asta) l’inserzionista vedrà il proprio annuncio comparire nei box in alto o a destra. Solo quando un potenziale cliente cliccherà sull’annuncio venendo così reindirizzato sul sito internet dell’attività dell’inserzionista, il nostro idraulico ad esempio, allora pagherà per l’annuncio. L’internet economy italiana ha raggiunto nel 2010 un valore di 31,6 miliardi di euro, pari al 2 per cento del Pil italiano, con una crescita del 10 per cento rispetto al 2009, e una previsione di crescita fino al 4,3 per cento del Pil entro il 2015. Il compito di Google in Italia è quello di aiutare gli investitori pubblicitari a cogliere le opportunità che il digitale offre attraverso attività di consulenza”.
 

 
In Italia siamo più di 100 dipendenti. Impiegati tra marketing, consulenza e comunicazione

Parliamo di lavoro in Google?
“Nel complesso l’Internet economy nel corso degli ultimi anni ha generato crescente occupazione. Solo in Italia se si guarda all’occupazione negli ultimi 15 anni sono stati creati circa 700.000 nuovi posti di lavoro collegati al Web (ricerca commissionata a McKinsey & Company dal Digital Advisory Group). Più nello specifico oggi Google ha oltre 30.000 dipendenti nel mondo, cresciuti di ben 6.000 unità nel corso dell’ultimo anno. In Italia siamo più di 100, impiegati in diverse funzioni che spaziano dal marketing alla consulenza, alla comunicazione. Una decina sono tecnici che lavorano a progetti locali o internazionali, ma più di 1/3 si occupano di spiegare il funzionamento e i benefici di AdWords e degli altri strumenti Google ai potenziali clienti; nel momento in cui l’utente è pronto a fare la propria campagna sarà lui stesso a fare tutti gli steps autonomamente. Un altro elemento che ci caratterizza riguarda l’ambiente di lavoro, inclusa la particolarità dei nostri uffici. Pur non essendo tutti identici tra loro, i nostri uffici sparsi per il mondo condividono alcuni elementi essenziali al nostro modo di lavorare. Ad esempio, gli spazi comuni spesso arredati con elementi che richiamano la regione e la personalità del territorio, dai murales di Buenos Aires alle cabinovie di Zurigo, all’Apecar decorata da un artista siciliano proprio come i famosi carretti”.
 


Crescono le Pmi siciliane presenti e attive sul web

Come Google contribuisce alla digitalizzazione del consumatore italiano?
“Ogni mese oltre 27 milioni di persone navigano sul web, una crescita del 12 per cento rispetto allo scorso anno. Nel complesso  il 71 per cento della popolazione italiana – tra gli 11 e i 74 anni – ha ormai un collegamento ad internet, con una crescita interessante degli utenti nelle fasce di età più elevate (+51 per cento tra gli over 74, +8 per cento nella fascia 55-74 e +9 per cento nella fascia 35-54). Se però guardiamo al mondo delle imprese, scopriamo che solo il 25 per cento di queste ha un sito internet; se poi restringiamo il campo d’indagine a quelle sotto i 10 dipendenti, la percentuale scende al 20 per cento. Per questo, insieme ad altri partner d’eccellenza come Poste Italiane, Seat Pagine Gialle e Register.it. abbiamo lanciato l’iniziativa “La mia impresa online.it”. In modo molto semplice l’utente è guidato nel creare la propria presenza on line. Con pochi click e con dei templates già definiti anche una persona non particolarmente esperta riesce a creare il proprio sito. Altrettanto facilmente si sviluppa la propria campagna di comunicazione online con indicazioni di parole chiave specifiche che rispecchiano il proprio business e la possibilità di circoscrivere la campagna alla propria area geografica di riferimento. Infine, proprio nel corso dell’ultima settimana di novembre abbiamo annunciato un premio volto a valorizzare quelle città che nel corso dell’ultimo anno si sono distinte per la crescita del numero di pmi attive sul web rispetto allo scorso anno. Si tratta del Google eTowns Award, tra le prime 10 città anche Palermo e Catania che hanno raggiunto rispettivamente una crescita rispetto all’anno precedente del +41,1 per cento e del +44,7 per cento di aziende attive sul web”.
 

 
Google News, un servizio offerto anche agli editori

Come si spiega quanto avviato a livello Europeo dalla Fieg?
“Nel 2009 la Fieg ha presentato un esposto all’Antitrust italiana, la quale ha avviato un’indagine che si è conclusa a gennaio del 2011 senza nessuna sanzione per Google, che si è impegnata a mantenere alcuni strumenti che offrono agli editori la possibilità di gestire con maggiore semplicità la presenza dei propri contenuti su Google News. Google News è nata da un’iniziativa personale di un dipendente di Google in concomitanza dell’11 settembre per mettere insieme tutte le informazioni relative a questo avvenimento. Su questo servizio, ci tengo a ricordarlo, non è presente pubblicità; l’obiettivo di Google News è sempre stato quello di mettere a disposizione prospettive diverse su una notizia e di portare i lettori di tutto il mondo sui siti degli editori. Noi non visualizziamo le notizie nella loro completezza: mostriamo semplicemente il titolo della notizia, una o due righe di testo e poi il link al sito dell’editore. Una volta che l’utente fa click sul link e viene reindirizzato all’articolo, sta all’editore decidere come trarre profitto dal contenuto. Il giornale può scegliere se far pagare il lettore per accedere all’intero articolo oppure può ospitare pubblicità sul proprio sito. Quindi, se un editore non vuole essere trovato su Google news, ma anche sul motore di ricerca Google generale, può evitare l’indicizzazione utilizzando uno strumento standard universalmente accettato, chiamato robot.txt. Il webmaster non deve fare altro che indicare che tutte, o alcune pagine del sito non devono essere indicizzate dal motore di ricerca. Google News porta oltre 1 miliardo di click al mese agli editori di notizie, molti dei quali traggono profitti da questo traffico grazie alla pubblicità presente sui loro siti”.
 

 
Curriculum

Stefano Maruzzi, 50 anni, ha una laurea in Economia Agraria e ha seguito un corso di specializzazione in Strategic Marketing Management alla Stanford Graduate School of Business. Sposato, due figlie, ricopre il ruolo di country director di Google Italy dal dicembre 2009. Dapprima giornalista, è stato direttore del settimanale informatico “PcWeek” e quindi responsabile per 11 anni di Mondadori Informatica Education. Successivamente – dal ‘99 al 2006 – è stato country manager di Msn.it. Dopo l’esperienza in Microsoft, Maruzzi è stato presidente di CondeNet International presso la sede di Londra e direttore marketing strategico e multimedia advertising di Rcs.

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