Bacino di Trapani, arriva il bando - QdS

Bacino di Trapani, arriva il bando

Rosario Battiato

Bacino di Trapani, arriva il bando

sabato 31 Dicembre 2011

Lavoro con soldi pubblici, l’assessore Venturi è chiaro: la Regione ci mette i soldi e Fincantieri mantiene l’occupazione. Lo dicono anche i sindacati: per restare sul mercato produzioni competitive e innovative

PALERMO – Adesso è la volta di Trapani, dopo i bandi per la ristrutturazione dei bacini di carenaggio di Palermo, che daranno manforte ai cantieri navali del capoluogo. Marco Venturi, assessore regionale alle Attività produttive, ha annunciato il bando per la ristrutturazione del bacino di carenaggio dei cantieri navali di Trapani per un importo complessivo di 8 milioni e 390 mila euro.
La Regione fa la mamma, ancora una volta. “Si tratta di un un provvedimento molto atteso – ha spiegato Venturi – anche e soprattutto a Trapani, dove negli ultimi mesi si sono registrati momenti di grande tensione da parte dei lavoratori del cantiere navale. Nella fattispecie l’importo complessivo messo a bando ammonta a 8 milioni 390 mila euro di cui 181.133 euro per onori relativi alla sicurezza”. Sul lavoro non si scherza – nell’ultimo anno le ore di cassa integrazione tra Palermo e Trapani hanno inciso profondamente sull’economia del luogo – e proprio per questo che non si possono accettare soluzioni tampone. Per Venturi, invece, c’è aria di rilancio.
“Con l’emissione di questo bando – ha proseguito l’assessore – il Governo della Regione conferma con i fatti di credere fermamente nel rilancio del polo siciliano della cantieristica navale, un settore dalla grande tradizione che aveva tuttavia la necessità di alcuni interventi strutturali. Interventi concreti, testimoniati dall’impegno preso e mantenuto, attraverso il reperimento di oltre 50 milioni di euro. Prima di quello di Trapani, infatti, erano altri 2 i bandi emessi per cantieristica navale riguardanti la ristrutturazione dei bacini di carenaggio galleggianti da 19 mila e da 52 mila tonnellate dei Cantieri Navali di Palermo”.
Per il primo bando sono giunte tre offerte: Fincantieri, Ergo Meccanica di Gela e da Metalmeccanica Agrigentina. Venturi adesso aspetta Fincantieri  per discutere dei 170 esuberi. Almeno su una cosa Venturi non ha torto: “noi abbiamo rispettato l’impegno di ristrutturare i bacini con i nostri soldi”. Resta da chiedersi se i soldi siano “suoi” o “nostri”, cioè  dei siciliani. Per il resto, crisi o non crisi, la Regione ci mette una pezza al solito modo. Le grandi difficoltà dei cantieri navali siciliani, ma anche liguri e campani, riproducono le complicazioni sofferte da molte imprese a restare competitive sul mercato, confermando la grande difficoltà in cui versa l’apparato industriale italiano in generale e siciliano in particolare. La motivazione è molto semplice e agghiacciante allo stesso tempo: la concorrenza spietata.
Nei giorni scorsi lo aveva detto anche Raffaele Bonanni, leader della Cisl, spiegando come i cinesi e i coreani stiano facendo man bassa e che la soluzione può solo essere nell’orientarsi verso “produzioni competitive e innovative”. Insomma non proprio la strada che mamma Regione, ancora una volta, sta intraprendendo: non ci vuole lavoro mediato con i soldi pubblici per tamponare la crisi, ma un progetto di ampio respiro. “Denaro nostro” per risanare la disoccupazione?
Sembra una illusoria ricetta vincente appoggiata anche da Pino Apprendi, vice Presidente della commissione Attività produttive. “Fincantieri non può dichiarare 140 esuberi a Palermo, dopo che lo stesso amministratore delegato Bono ha siglato un protocollo d’accordo con l’assessorato regionale Attività produttive, nella persona dell’assessore Marco Venturi e con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali ed alla presenza di presidente e vice presidente della terza commissione”.


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