Dalla Sicilia si fanno i primi passi per chiedere i danni alla Concordia - QdS

Dalla Sicilia si fanno i primi passi per chiedere i danni alla Concordia

Michele Giuliano

Dalla Sicilia si fanno i primi passi per chiedere i danni alla Concordia

venerdì 20 Gennaio 2012

Tra equipaggio e passeggeri all’interno della nave da crociera vi erano oltre 300 siciliani. L’iter avviato da “Consumatori associati” che avanza una serie di dubbi gestionali

PALERMO – Dalla Sicilia il primo segnale importante: le organizzazioni di categoria dei consumatori si mobilitano dopo il disastro della nave da Crociera della Concordia, che ha prodotto già 11 morti e 28 dispersi.
A muovere il primo passo a difesa dei passeggeri la “Consumatori associati” della Sicilia che annuncia: “Presenteremo una denuncia alla Procura della Repubblica di Grosseto per chiedere di accertare se il personale che era a bordo della nave Concordia fosse stato adeguatamente istruito per una emergenza così grave e da quante ore stava lavorando”. Lo dice l’avvocato Ernesto Fiorillo, presidente nazionale di Consumatori Associati la cui sede legale è a Messina. “Ci risulta – prosegue Fiorillo – che il personale impiegato sulle navi provenga dai paesi del Terzo Mondo, come Bangladesh, Filippine, Cina, venga pagato solo poche centinaia di dollari al mese per turni che possono essere superiori anche a dodici ore di lavoro continuativo per dieci giorni consecutivi. Si tratta di personale che non parla l’italiano e che, secondo le testimonianze dei passeggeri, si è dimostrato impreparato a gestire l’emergenza”.
Questa azione risarcitoria oltretutto potrebbe far segnare proprio dalla Sicilia un cambio di passo importante in vicende analoghe: insomma fare vera e propria giurisprudenza, a seconda ovviamente del risultato che si otterrà in sede di giustizia ordinaria. “Non vogliamo neanche immaginare – prosegue Fiorillo – cosa sarebbe potuto succedere se il naufragio fosse avvenuto in mare aperto o durante un nubifragio, se già con una nave a pochi metri dalla costa abbiamo dovuto contare tanti morti e feriti. Quattromila persone hanno affidato la loro vita ad una Compagnia che non aveva sufficientemente previsto come affrontare il pericolo e che, per risparmiare, ha assunto personale raccattato nei punti più sperduti del Mondo.
 
Ma non è consentito ridurre i costi accettando un rischio per i passeggeri. Altrimenti, se dirigenti della Costa conoscevano i limiti del loro equipaggio per l’orario di lavoro che gli imponevano che differenza ci sarebbe con i vertici della Tyssen-Krupp? La sicurezza non è un optional”. Secondo notizie date dalla stessa società di navigazione erano circa 195 i passeggeri nati o residenti in Sicilia a bordo della nave ‘Concordia’ della Costa Crociere affondata al largo dell’Isola del Giglio.
 
Un dato che comunque è ancora provvisorio i quanto ancora si sta effettuando un controllo ancora più accurato per determinare il numero esatto dei siciliani imbarcati sulla nave al momento dell’incidente. Ma della lussuosa nave che lentamente si inabissa, la Sicilia era presente anche con oltre 300 uomini e donne tra equipaggio e personale di servizio. Tra loro anche il 55enne nostromo saccense, Vincenzo Sclafani. Quest’ultimo che al momento del disastro stava riposando nella sua cabina, ha fatto rientro a Sciacca. Ad attenderlo, oltre alla moglie ed i suoi tre figli anche il sindaco della Città Termale, Vito Bono.



La richiesta di risarcimento scaricabile on line
 
Consumatori associati comunque va avanti nei suoi interrogativi riguardo alla tragica vicenda della Concordia: “Un altro interrogativo inquietante – prosegue Fiorillo – è: come mai la Costa, una società italiana, può raccogliere personale sottopagato in ogni parte del terzo mondo senza dover rispondere alla normativa italiana sul lavoro? Ben potrebbe impiegare i nostri connazionali disoccupati  a scapito del suo profitto”. A questi interrogativi, secondo quanto sostiene nella nota Fiorillo, dovrà rispondere la Procura della Repubblica di Grosseto. I passeggeri possono inoltrare la richiesta di risarcimento sia al Tour Operator sia alla società Costa indicando anche le perdite (come denaro, gioielli, vestiti ed altri oggetti di valore). Il modulo di richiesta è disponibile sul sito dell’associazione www.consumatoriassociati.it. Secondo una prima stima sommaria ogni persona all’interno della nave in media potrebbe ottenere un risarcimento di 18 mila euro. Il che significa che il danno complessivo potrebbe ammontare a 72 milioni di euro a carico dell’agenzia assicurativa della società di navigazione. Un vero “disastro” anche finanziario.
 

 
Assistenza legale ai passeggeri. Veroconsumo è in prima linea
 
CATANIA – Veroconsumo, con il supporto del proprio collegio di professionisti, e grazie all’intervento di avvocati esperti in diritto del turismo, dei trasporti e della navigazione, si sta fattivamente interessando a quanto avvenuto presso l’Isola del Giglio in seguito ai tragici accadimenti dello scorso 13 Gennaio.
Aldilà delle effettive responsabilità, in corso di accertamento da parte delle competenti autorità, secondo la normativa vigente tutti i passeggeri della Costa Concordia hanno diritto al risarcimento dei danni patiti, patrimoniali, ma anche biologici e non patrimoniali, derivanti dai disagi e dallo stress causati dall’evento, tenuto conto anche delle ripercussioni psicologiche che inevitabilmente ha subito ciascun passeggero, così come correttamente precisato da numerosi psicologi in diverse interviste rilasciate ai mass media.
Costa Crociere dovrà rispondere sia a titolo di responsabilità contrattuale, in qualità di Tour Operator nei confronti dei viaggiatori, sia a titolo di responsabilità extracontrattuale in violazione del più generale principio del neminem laedere.
La Giurisprudenza di merito e di legittimità è oggi unanime nel riconoscere la risarcibilità del danno sofferto dal viaggiatore in conseguenza di eventi come quello testé narrato, sulla scorta anche di puntuali pronunce da parte della Corte di Giustizia Europea.
Veroconsumo s’impegna quotidianamente per il rispetto della normativa vigente e vigila costantemente affinché fatti come quelli narrati non abbiano più a verificarsi, nell’interesse sia dei consumatori che degli operatori del turismo.
In questo senso Veroconsumo ha deciso di fornire assistenza legale a tutti i passeggeri della nave che si rivolgeranno all’Associazione, al fine di far ottenere loro un equo ristoro dei danni subiti nella maniera più celere ed adeguata.  
Pertanto si invitano tutti i coloro i quali fossero interessati a contattare Veroconsumo attraverso il sito internet www.veroconsumo.it, inviando una email a segreteria@veroconsumo.it, o chiamando il numero di telefono: 095-7374361.

Vincenzo Ragazzi – Andrea Fassari
Collegio dei professionisti di Veroconsumo

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