Trasporto. Cosa resta della protesta di Forconi e Forza d’Urto.
Consuntivo. Come già successo nel 2000, in cinque giorni il blocco dei trasporti sulle strade dell’isola ha prodotto più svantaggi che la soluzione dei tanti, legittimi problemi alla base della protesta.
Competenze. Sulle accise e il caro-carburante decide il Governo nazionale. Lombardo può solo allargare le braccia e riferire a Monti. I maggiori disagi sono stati sostenuti da cittadini e imprese dell’Isola.
PALERMO – La protesta dei forconi che qualcuno ha inopinatamente voluto far rientrare nel novero delle grandi manifestazioni isolane scomodando addirittura i vespri, ha assunto, in realtà, un carattere decisamente meno nobile e più malconcio. Il blocco dell’Isola (gli autotrasportatori hanno concluso, agricoltori e pescatori hanno deciso di continuare), adesso che si può analizzare con un minimo di distacco, va sempre più configurandosi come una sorta di guerra tra poveri che ha divorato gli ultimi lembi di una già smagrita economia isolana.
Secondo stime di massima la protesta ci è costata circa 450 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil isolano pari allo 0,5 per cento.
Allora a chi è giovata? Probabilmente al mercato nero, alle vendite sottobanco, ai politici ammalati di presenzialismo, alcuni dei quali responsabili poiché sedevano al Governo fino a tre mesi fa, e a chi preferisce agire in un regime dove la legalità non può essere garantita. (
continua)