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Sulle liberalizzazioni una battaglia politica

redazione

Sulle liberalizzazioni una battaglia politica

mercoledì 29 Febbraio 2012

Valanga di emendamenti, oggi il dibattito in Aula. Chiesa e Ici, Monti chiarisce

ROMA – Dopo le ultime battute del confronto nella commissione Industria del Senato sul decreto legge sulle liberalizzazioni, l’obiettivo di oggi è avviare il confronto in Aula sul nuovo testo scaturito dagli emendamenti (circa 1.500) presentati dall’esecutivo e dal dibattito nelle commissioni Bilancio e Industria.
Restano sul tavolo i punti controversi del provvedimento su tesoreria unica nazionale (Luca Zaia, presidente del Veneto, ha già presentato ricorso al Tar), taxi e farmacie. Su queste ultime, l’accordo è stato raggiunto e se ne potrà aprire una ogni 3.300 abitanti, e non ci saranno quote riservate per i concorsi straordinari per le nuove aperture. Lo afferma la relatrice del decreto liberalizzazioni Simona Vicari (Pdl), confermando che così si arriverà ad aprire circa 5.000 nuove farmacie, come era obiettivo del Governo. 
Per quanto riguarda i taxi, è confermata la clausola che prevede che le licenze vengano concesse dai sindaci sulla base di direttive della nuova Authority per i Trasporti che potrà ricorrere al Tar se i Comuni non applicheranno la nuova normativa.
È stato intanto approvato l’articolo del decreto liberalizzazioni che prevede la separazione proprietaria di Snam Rete Gas dall’Eni. Via libera pure all’articolo sulle società di professionisti con capitale, alla riforma dei servizi pubblici locali e all’emendamento del Governo che introduce l’Ici sui beni commerciali degli enti no profit e della Chiesa cattolica.
Alla riunione della commissione di Palazzo Madama ha partecipato in modo imprevisto il premier Mario Monti, che ha espresso soddisfazione per l’accordo raggiunto su una questione controversa: “Abbiamo intercettato una preoccupazione diffusa, alla quale abbiamo cercato di dare una formulazione spero convincente per tutti”. La norma sui beni immobili della Chiesa, ha spiegato il presidente del Consiglio, “è stata informalmente sottoposta alla Commissione europea per avere conferma, sempre in via informale, che la procedura di infrazione sia chiusa. L’Unione europea e il governo italiano affronteranno il tema dell’Imu per la Chiesa in base alla sua esatta incidenza e senza pregiudizi ideologici”.
Monti ha inoltre spiegato che “non è corretto chiedersi se le scuole in quanto tali siano esenti dal pagamento dell’Imu, bensì quali siano esenti e quali sottoposte alla disciplina introdotta con l’emendamento”.
Scuole e oratori devono essere considerati attività no profit, da qui la valutazione che non si possono tassare attività che hanno evidente rilevanza pubblica e sociale. Il premier ha poi indicato i parametri per considerare non commerciali le scuole: “‘L’attività paritaria è valutata positivamente se il servizio è assimilabile a quello pubblico, in particolare sul piano dei programmi scolastici, dell’applicazione dei contratti nazionali e su quello della rilevanza sociale”. Per ottenere una eventuale esenzione dal pagamento della tassa, il bilancio di queste scuole dovrà essere “tale da preservare in modo chiaro la modalità non lucrativa”.

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