Iva al 23%, le reazioni di commercianti e consumatori - QdS

Iva al 23%, le reazioni di commercianti e consumatori

Stiben Mesa Paniagua

Iva al 23%, le reazioni di commercianti e consumatori

giovedì 08 Marzo 2012

Il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha confermato in televisione l’aumento dell’imposta previsto per ottobre. Confesercenti:“Allontanerà sempre di più la crescita. Così l’Italia rischia di affondare”

ROMA – Iva al 23 per cento. Le associazioni non ci stanno. Dopo la conferma televisiva del viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, dell’aumento previsto per ottobre, insorgono le varie confederazioni di categoria e le associazioni dei consumatori. “È la dimostrazione che il Governo preferisce far cassa mettendo le mani nelle tasche degli italiani piuttosto che tagliare una spesa pubblica senza limiti e caratterizzata da inutilità e sprechi, e rendere più efficiente e meno costosa la macchina statale”. È quanto diffuso in una nota da Confesercenti.
“La decisione dell’esecutivo – prosegue la nota – avrà altri effetti collaterali: con un Paese in recessione e i consumi in stallo, l’ulteriore aumento dell’Iva allontanerà sempre di più la crescita di cui l’Italia ha disperatamente bisogno, gelando di nuovo i consumi, colpendo anche il turismo e gravando indifferentemente su tutte le classi di reddito. Come si potrà poi pretendere che le imprese aggancino la ripresa economica? Con il raggiungimento del 23 per cento , l’Iva del nostro Paese non solo scavalca la media dei 27 Stati della Ue (20,9 per cento ) ma supera anche abbondantemente quella delle altre economie europee di dimensioni comparabili. Un peso insostenibile per i cittadini e le imprese d’Italia, su cui grava una tassazione diretta già altissima, con una pressione fiscale che raggiungerà il 46 per cento nel 2013”.
Anche per Paolo Esposito, presidente della Confederazione italiana dei commercianti, l’aumento produrrà effetti negativi sui consumi degli italiani e creerà un corto circuito dell’economia, dando il ko definitivo alle imprese che già faticosamente cercano di uscire dalla crisi.
“Ci saremmo aspettati provvedimenti diversi, – dice – ulteriori tagli ai costi della politica e agli sprechi pubblici, un ritocco all’ingiù delle tasse e non l’ennesima mannaia alle imprese. È il momento di dare coraggio e nuovi stimoli al mercato. Con l’aumento dell’Iva la via dello sviluppo sarà ancora più in salita”. Un monito in questo senso lo dà anche Confesercenti nella sua nota: “Bisogna invertire la rotta, o l’Italia rischia di affondare”.
 

 
Codacons. “Per le famiglie sarebbe un’ulteriore tassa”
 
ROMA – Anche i consumatori reagiscono all’annuncio del viceministro Grilli. Per il Codacons “evidentemente il Governo Monti non si accontenta di risanare i conti azzerando il deficit, ma vuole abbattere il debito anche a costo di ammazzare l’Italia e gli italiani. Una scelta sciagurata, anche in considerazione del fatto che debito e deficit sono sempre considerati in rapporto al Pil. Se si aumentasse l’Iva dal 21 al 23 per cento si tratterebbe di una stangata che per la famiglia media Istat da 2,5 componenti sarebbe pari, su base annua, a 352 euro, limitandosi a calcolare il solo effetto diretto, senza cioè arrotondamenti dei prezzi. Per una famiglia di 3 persone sarebbe una tassa da 418 euro, sempre senza arrotondamenti. Incassi, però, che sarebbero ben inferiori a quelli che si otterrebbero se il Governo recuperasse anche solo il 10 per cento dell’evasione denunciata dalla Corte dei Conti”.

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