Sinergia con la Regione per riqualificare le sedi - QdS

Sinergia con la Regione per riqualificare le sedi

Giovanna Naccari

Sinergia con la Regione per riqualificare le sedi

martedì 01 Maggio 2012

Forum con Claudio Torrisi, direttore archivio di stato di Palermo

L’anno scorso avevamo parlato dell’importanza di riqualificare le sedi. Quali obiettivi avete raggiunto?
“Rispetto alla precedente intervista, credo che io avessi anche enfatizzato, giustamente, il fatto che avessimo la nuova sede, la storica sede della Catena, mettendo in evidenza che per potere conservare 50 chilometri di carte che raccontano la Sicilia, 8 alla Catena e 42 alla Gancia, occorreva riqualificare la sede più corposa, ovvero quella della Gancia. Questo purtroppo non è ancora avvenuto perché il progetto di riqualificazione è fermo per mancanza di copertura finanziaria. Avevamo trovato i fondi, ma poi non è stato possibile far partire il progetto”.
Come mai?
“Avevamo lavorato, partendo dal progetto, ad uno stralcio che riguardava la sala delle Capriate della Gancia. Avevamo presentato il progetto con i fondi dell’8 per mille ed avevamo ottenuto il via libera dalla Presidenza del Consiglio. Poi tutti i fondi dell’8 per mille sono stati dirottati altrove, per opere meritorie, ma non per i beni culturali e, di conseguenza, ci siamo dovuti fermare. Adesso sembra che a livello nazionale si voglia dare priorità ai progetti non ancora finanziati nel 2011, quindi abbiamo presentato con un richiamo il progetto e ritengo che le parole del ministro Ornaghi ci lascino ben sperare di cominciare entro l’anno”.
Ci sarebbero altre soluzioni per trovare le risorse economiche? 
“Occorrerebbe una vera interlocuzione con la Regione. La riqualificazione della sede della Gancia, infatti, non riguarda solo la materia archivistica. Lo considero un intervento di natura architettonica, urbanistica e sociale, perché si trova in pieno centro storico. Al momento, in sintonia con il segretario generale del ministero dei Beni Culturali stiamo lavorando ad un accordo di programma quadro con la Regione. Ho avuto, inoltre, contatti con il direttore generale del dipartimento Beni culturali della Regione, Gesualdo Campo, per un progetto che dovrebbe mettere in sinergia Palazzo Abattelis, l’Oratorio dei Bianchi e l’Archivio di Stato per svolgere servizi in comune. Da parte nostra facciamo il possibile, occorre però la copertura tecnica e la volontà politica”.

L’organico è sufficiente?
“L’organico è composto da 62 persone. Per anzianità e per mancanza di turn over, la categoria è quasi in estinzione in Italia. Lo abbiamo evidenziato nella manifestazione sugli archivi e gli archivisti che si è svolta in tutta Italia. Il sistema presuppone un ricambio, una riqualificazione. Gli archivisti di oggi dovrebbero avere una competenza informatica e una preparazione qualificata nella conservazione digitale”. 
Qual è la situazione a Palermo?
“Facendo parte del sistema archivistico nazionale, siamo abbastanza avanti, abbiamo un nostro sistema informativo e 2 scanner digitali professionali ad altissima definizione. Questo ci mette nelle condizioni di lavorare per la duplicazione digitale, ma per potere creare un sistema adeguato occorrono le competenze. La questione importante da risolvere, comunque, è capire come creare sul territorio un piano di disaster recovery, ciò che io chiamo più semplicemente archivi di duplicazione digitale. Fino ad oggi abbiamo avuto la prova della capacità di conservazione della carta straccia, ma nessuno può stabilire con sicurezza, la capacità di tenuta negli anni del supporto digitale. Si presuppone, quindi, che periodicamente debba essere fatto un riversamento di dati su supporti al passo con i tempi. Sarebbe un investimento”.
 
Tra le vostre attività, organizzate iniziative aperte al pubblico?
“Abbiamo realizzato la mostra sui 150 anni dell’Unità d’Italia e adesso stiamo lavorando alla mostra che si terrà a maggio in occasione del bicentenario della Costituzione siciliana del 1812, nel contesto delle iniziative che sta mettendo in atto l’Assemblea regionale siciliana. Mettiamo a disposizione le nostre carte e la riproduzione digitale del documento originale della Costituzione. Stiamo lavorando anche ad una piccola mostra sui lombardi a Corleone in collaborazione con l’università Di Pavia e legata alla presenza di alcune famiglie del Pavese presenti nel ‘300 a Corleone. A Palermo invece abbiamo tenuto un seminario sulla Città del ‘300 ed abbiamo in rete il tabulario della Magione. Abbiamo realizzato un’edizione a stampa per le edizioni del Ministero dei Beni Culturali ed è un orgoglio, in quanto per noi è la seconda opera dal 1950”. 
C’è un progetto di polo archivistico a Palermo?
“Abbiamo avuto un incontro per realizzare un cosiddetto polo attraverso una soluzione che ci offrirebbe l’Agenzia del demanio. Questa sede consentirebbe di ospitare parte dell’Archivio di Stato, dei tribunali e dell’Agenzia delle entrate. Si dovrebbe realizzare a Brancaccio. Qualcosa si sta facendo anche a Catania”.
 

 
Curriculum
 
Claudio Torrisi è nato a Catania l’8 dicembre 1951. Laureato in Lettere moderne, ha conseguito il diploma di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Palermo. Ha insegnato materie letterarie e storia presso istituti secondari. Vanta più di 60 pubblicazioni. Dal 15 febbraio 1984, a seguito di un concorso pubblico per Archivista di Stato presso il ministero dei Beni Culturali, è stato assegnato all’Archivio di Stato di Caltanissetta, che ha diretto dal 1987. Dal 2001 è direttore dell’Archivio di Stato di Palermo.

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