Cresciuto il contrasto alle attività mafiose - QdS

Cresciuto il contrasto alle attività mafiose

Giovanna Naccari

Cresciuto il contrasto alle attività mafiose

martedì 15 Maggio 2012

Forum con Nicola Zito, questore di Palermo

Quali azioni avete messo in campo per la sicurezza del territorio?
“Ho ritenuto opportuno, in linea con le direttive dipartimentali, di ampliare la sfera di contrasto a Cosa nostra. Una decisione presa per i grandi successi ottenuti a Palermo nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata e di sensibilizzazione della società civile e del mondo dell’associazionismo come Addio pizzo, che hanno determinato un cambio culturale nella nostra isola e in particolare in questa provincia. Ho voluto ampliare il contrasto a Cosa nostra non solo nei suoi assetti territoriali, ma anche in tutte quelle sue aree contigue, importantissime, perché ne alimentano la base. Noi sappiamo quali sono le relazioni di Cosa nostra, ovvero relazioni con il mondo degli appalti, con la pubblica amministrazione, con la politica. Tutta una sequela di relazioni che trae sostegno dalle piccole attività. Per questa ragione abbiamo avviato un metodo di contrasto innovativo con il Cit, il controllo integrato del territorio”.
In che cosa consiste?
“Per la Questura il controllo integrato dl territorio consiste nell’assicurare all’area palermitana circa 200 giornate lavorative aggiuntive a quelle che normalmente si svolgono. Lo facciamo integrando tutte le nostre branche in maniera sistemica e con riunioni che si svolgono il mercoledì secondo un programma che copre il biennio 2011-2012. Sono soddisfatto perché il piano è stato realizzato con accordi e strumenti contrattuali che hanno avuto il consenso sindacale. Questo è il lavoro che fa la Questura per il controllo integrato autonomo. Inoltre, grazie alla condivisione delle forze di polizia, ovvero Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, e anche la polizia municipale, il mercoledì si svolgono le riunioni per programmare gli interventi per il controllo unitario integrato del territorio. Assicuriamo due, tre giorni a settimana con interventi singoli o unificati, secondo le criticità. C’è grande condivisione, unità di intenti e professionalità con le altre forze di polizia e con la polizia municipale”. 
Altre iniziative?
“Accanto il tavolo della sicurezza pubblica abbiamo inserito il tavolo della sicurezza urbana. La legge del 2008 ha determinato il nuovo concetto di sicurezza, la sicurezza urbana, demandando al sindaco poteri di ordinanza. Con la disponibilità dell’amministrazione comunale, quindi, abbiamo unito il tavolo di sicurezza pubblica a quello di sicurezza urbana che per ciò che compete alla polizia municipale e anche alle partecipate dei comuni. Si interviene per spaccio, scippo, rapine, controlli amministrativi e prevenzione, ma anche sul decoro e sulla vivibilità nell’ambito del nuovo concetto di sicurezza urbana”.
Lavorate come un’azienda…
“La Polizia è una complessa macchina organizzativa che conta circa 4 mila uomini e che è strutturata in varie divisioni con l’impegno primario fondamentale di garantire la sicurezza ai cittadini. Concetto di sicurezza che cambiato dal punto di vista normativo e percepito dal cittadino”.  
Come è cambiato il concetto di sicurezza?
“Se guardiamo ai trattati europei, la sicurezza ormai è considerata un diritto, mentre prima era vista come una limitazione alla libertà. Siamo dovuti partire da questa evoluzione e da questo nuovo assetto ideologico per costruire un  nuovo impianto di sicurezza per i cittadini”.
Altri obiettivi da raggiungere?
“L’obiettivo è quello di avere una grande squadra mobile della repressione e di creare all’interno della Questura una grande squadra mobile della prevenzione”.
 
Il cittadino percepisce la sicurezza?
“La percezione della sicurezza può essere anche determinata dall’aspetto mediatico, quindi preferisco parlare di dati. Rispetto alle sanzioni amministrative siamo passati dai 200-300 mila euro annui, ad un milione 300 mila euro. E la polizia municipale in un anno ha eliminato 1.234 carcasse d’auto. I dati in crescita riguardano tutti coloro che partecipano al controllo integrato del territorio. A Natale, inoltre, con il prefetto abbiamo sollecitato gli istituti di vigilanza a controllare gratuitamente gli istituti scolastici che venivano danneggiati dai vandali. Un dato nuovo nel panorama nazionale. Gli episodi si sono ridotti. Abbiamo un grande rapporto con  Confindustria, con Confesercenti e Confcommercio. Con Confindustria abbiamo firmato un protocollo per l’utilizzo di una struttura della chiesa di Sant’Elisabetta, da destinare alla sede operativa della squadra mobile e dunque al servizio della città. Con la Confcommercio, attraverso Unioncamere, abbiamo siglato un protocollo per l’accesso gratuito alle banche dati, prima a titolo oneroso, per il contrasto alle illegalità nelle attività economiche. Una città è più sicura se interveniamo tutti secondo le nostre competenze per attaccare a 360 gradi la criminalità. E devo dire che a Palermo ci sono elementi di unione”.
 

 
Curriculum Nicola Zito
 
Nicola Zito è nato a Matera il 15/11/1949. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli studi di Bari. è entrato in Polizia nel 1976 ed al termine del corso è stato assegnato alla Questura di Reggio Calabria. è stato, tra l’altro, a capo della Direzione investigativa antimafia di Bari e di Firenze occupandosi in particolar modo delle indagini sulle stragi di mafia del 1993 a Milano, Firenze e Roma. A giugno del 2011 è stato trasferito alla Direzione centrale della Polizia criminale. Dal primo novembre 2010 è Questore a Palermo.

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