I dubbi sulla raffineria di Milazzo. Il Ctr richiede 11 chiarimenti - QdS

I dubbi sulla raffineria di Milazzo. Il Ctr richiede 11 chiarimenti

Rosario Battiato

I dubbi sulla raffineria di Milazzo. Il Ctr richiede 11 chiarimenti

mercoledì 30 Maggio 2012

In esclusiva, il contenuto del verbale del Comitato tecnico regionale dopo i controlli all’impianto. Rischio sismico, rischio idrogeologico: il rapporto di sicurezza non convince

MILAZZO (ME) – Due giorni di sopralluogo alla Raffineria di Milazzo e il verbale conclusivo redatto dal Comitato tecnico regionale (Ctr) hanno fatto ulteriore luce sulle criticità attualmente presenti all’interno dell’impianto. Il Ctr, si badi bene, racchiude al suo interno gli esponenti dei principali organi di controllo del territorio (Vigili del Fuoco, Arpa, Inail, amministrazioni interessate) ed è esso stesso l’organo istituzionale preposto a valutare la sicurezza degli impianti con attività a rischio incidente rilevante (RIR) come appunto la Raffineria di Milazzo. Il Qds ha avuto modo di leggere in esclusiva i risultati del verbale finale dove sono stati richiesti alla Raffineria approfondimenti sul rischio sismico e sul rischio idrogeologico, visto che il rapporto di sicurezza 2010, ancora in fase di istruttoria, non ha soddisfatto gli ispettori regionali. Il Ctr ha inoltre prescritto la Rm alla redazione di un cronoprogramma per l’esecuzione di alcuni lavori entro il 23 giugno.
Continua l’azione di monitoraggio e controllo sulle attività della Raffineria di Milazzo, finita nell’occhio del ciclone di media e popolazione dopo la diffida del ministero dell’Ambiente (box per approfondimento). Il 15 e 16 maggio il Gruppo di lavoro del Ctr, incaricato di analizzare il rapporto di sicurezza 2010, ha richiesto alla Raffineria chiarimenti su alcune questioni prioritarie per la sicurezza di lavoratori e cittadini. Tutti i dubbi espressi in merito al rapporto di sicurezza 2010 – documento richiesto alle imprese dalla direttiva europea Seveso II per gli impianti RIR – che destano serie perplessità sulla sicurezza dell’area in attesa che Rm faccia i dovuti accertamenti. La cittadinanza resta in fermento.
La prima osservazione ha riguardato il rischio sismico dove si precisa che “in relazione agli obblighi del OPCM n. 3274 del 20 marzo 2003 (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri sui primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni zona sismica, ndr) RM dichiara di aver effettuato verifiche solo su edifici civili e sulle fondazioni degli impianti”. In altri termini il gruppo di lavoro specifica la necessità di verifiche che tengano conto “dei nuovi parametri stabiliti dal NTC2008 (Nuove  Norme Tecniche per la Costruzioni, ndr) e delle connessioni esistenti tra centri di pericolo (colonne, reattori, serbatoi, piperack..) e le tubazioni di fluidi pericolosi, non potranno essere trascurate le rotture maggiori il 100% del diametro della tubazione, i rilasci istantanei, e l’UVCE (Esplosioni non confinate, ndr)”. Non va meglio sul fronte del rischio idrogeologico. Il documento del Gdl ha precisato che sebbene siano stati evidenziati “i possibili effetti di eventi naturali (inondazioni, onde anomale) sulla raffinerie; di questi non è stato tenuto conto all’interno del Rds”.
Le doglianze non si fermano. Nel mirino del gruppo di lavoro regionale anche l’insufficiente l’analisi storica condotta nel RdS 2010 dove non sono stati riportati eventuali eventi sismici o rilasci istantanei. L’elenco continua – sono ben undici i punti su cui sono stati richiesti dei chiarimenti – con la richiesta che la società “aggiorni la cartografia di riferimento segnalando in particolare gli eventuali obiettivi sensibili”. Altri approfondimenti dovranno riguardare gli standard di protezione attiva e passiva antincendio adottati dalla società, data ed esito dei controlli sul fondo dei serbatoi e sulla loro eventuale sostituzione, nonché documentazione che riguardi le opere di misure “a salvaguardia del sottosuolo nelle aree di impianto a protezione delle falde acquifere”.
Dalla Raffineria nessuna risposta ufficiale, anche se si sta lavorando per rispondere alle richieste del Ctr in materia di Rds 2010, il cui esame è in fase di istruttoria, mentre sul fronte delle prescrizioni si agirà nei tempi richiesti. Prossimi sopralluoghi fissati per domani e venerdì.
 

 
La denuncia dei cittadini sulle emissioni maleodoranti
 
PALERMO – Non c’è solo la richiesta di precisazioni sul Rapporto di Sicurezza 2010, ma tutto era cominciato dalle emissioni maleodoranti denunciate dalla popolazione. “L’Arpa è entrata in questa vicenda sin dall’inizio”. Le parole di Salvatore Cocina, sentito dal QdS, fanno da cornice alle maglie che si stanno stringendo attorno alla raffineria di Milazzo, recente oggetto di una diffida da parte del ministero dell’Ambiente proprio in seguito alle segnalazioni dell’Agenzia regionale protezione ambiente e dell’Ispra. Tutto era cominciato appunto dalle segnalazioni dell’Arpa riportate in una serie di documenti avente come oggetto le emissioni moleste da raffinazione idrocarburi nel comprensorio di Milazzo. In merito alle segnalazioni che nei mesi scorsi cittadini, Comuni, associazioni ambientaliste e organi di stampa hanno rilevato in merito ai “ripetuti eventi di emissioni maleodoranti e moleste” l’Arpa ha tenuto a specificare che “segue da anni la problematica di tali emissioni sul territorio milazzese effettuando diverse campagne di monitoraggio di cui in particolare una con proprio laboratorio mobile attrezzato per la caratterizzazione dei Composti organici volatili (Cov), che si è svolta ininterrottamente nel periodo compreso” tra il 1o ottobre del 2009 e il 30 settembre del 2010.

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