Mosaici di Mazara, un tesoro sepolto dai calcinacci - QdS

Mosaici di Mazara, un tesoro sepolto dai calcinacci

Alessandro Accardo Palumbo

Mosaici di Mazara, un tesoro sepolto dai calcinacci

martedì 05 Giugno 2012

Beni culturali. Il pavimento col cervo di nuovo tra la polvere.
Il primo tentativo di recupero. Negli ultimi due anni l’amministrazione comunale aveva provato a rendere visibili le vetrate esterne attraverso un impianto di illuminazione, ma è crollato.
Le prospettive future. Tocca al Comune ideare un progetto con relativi finanziamenti e sottoporlo alla Sovrintendenza di Trapani affinchè questa possa dare la sua approvazione.

MAZARA DEL VALLO (TP) – Lo splendido cervo che saetta, circondato da decorazioni floreali, e gli altri preziosi mosaici romani continuano a non aver pace. Lo splendido animale raffigurato in uno dei pavimenti (tarda età imperiale tra il III e V sec. d.C.) riceve periodicamente la “visita” non di compiaciuti turisti, ma di calcinacci che si staccano dal soffitto.
Nessun visitatore può ammirarli, poiché il sito è chiuso da sempre: a quasi un secolo dalla loro scoperta – che avvenne nei primi anni 30 del secolo scorso – nessuno ha, infatti, mai potuto mettervi piede. Il sito – che si trova a due passi dal porto canale e precisamente sotto un altro gioiellino chiuso come la chiesetta arabo-normanna di S. Nicolò Regale – non ha mai avuto molta fortuna.
Il QdS se ne occupa ormai da tre anni. Nel 2009 certificammo, foto alla mano, lo stato d’abbandono, la chiusura al pubblico, le muffe e l’umidità che avevano assalito i pavimenti a mosaico: luogo ricco di storia e culture, stratificatesi nei secoli. Negli ultimi due anni c’era stato un tentativo per renderlo visibile dalle vetrate esterne, almeno la sera. Idea naufragata miseramente con il crollo, sul sito stesso, dell’impianto d’illuminazione.
Menti raffinatissime hanno fissato su un soffitto, degradato e instabile, dei corpi illuminanti. Il goffo esperimento, che avrebbe dovuto ridare la ‘luce’ al cervo, si è rivelato così un’arma a doppio taglio. I fastidiosi riflessi della luce esterna e la sporcizia perenne dei vetri – che separano i pavimenti a mosaico dal resto del mondo – ne rendono difficoltosa la visione di giorno. La pulizia delle vetrate è, di fatto, totalmente assente. E le foto lo testimoniano. I mosaici, che catturano l’attenzione per la bellezza delle tessere che lo compongono, si trovano proprio in una zona ove c’è un costante flusso di auto. Vetture che, soprattutto nella parte sinistra, li tengono come ‘ostaggi’ di smog e polveri varie. Quest’ultime, depositandosi sui vetri, in parte anche lesionati, occultano la visione del cervo e dei suoi “compagni”.
Tutela e valorizzazione – La Sovrintendenza di Trapani – in virtù delle leggi regionali (n. 80 del 1 agosto 1977 e n. 116 del 7 novembre 1980) – attraverso il servizio per i Beni archeologici si occupa della tutela, della valorizzazione e della fruizione del patrimonio archeologico della provincia (legge 1089/1939; leggi regionali 80/77 e 116/80).
L’ente di vigilanza ha il dovere – perché così è stabilito dalle leggi sopra citate – di esercitare, nell’ambito della propria provincia, “la valorizzazione dei beni culturali la promozione della ricerca, la tutela e la vigilanza sui beni culturali ed ambientali”.
Nel corso della prima inchiesta fotografica del QdS, tre anni or sono, Rossella Giglio – responsabile del Servizio II per i Beni Archeologici della Sovrintendenza ai Beni culturali di Trapani – aveva affermato che “i rappresentanti dell’ufficio tecnico comunale mi hanno assicurato che stanno predisponendo un progetto per ovviare al problema”. Il dilemma – relativo alla messa in sicurezza del sito – non ha trovato, ad oggi, una soluzione definitiva. “Sono stata a fare un sopralluogo – conferma la Giglio, nuovamente interpellata dal QdS – presso il pavimento a mosaico una decina di giorni fa con i tecnici del Comune, che stanno provvedendo perché il luogo è di proprietà comunale: noi aspettiamo il progetto da approvare”.
La proprietà e l’iter – Il sito romano, rinvenuto nel 1933, è del Comune di Mazara, e dunque tocca all’amministrazione comunale ideare un progetto, reperire i relativi finanziamenti, presentarlo alla Sovrintendenza di Trapani che, poi, dovrà necessariamente approvarlo.
I pavimenti a mosaico romani “spegneranno”, il prossimo anno, 80 candeline. Tanti sono gli anni trascorsi, da quando vennero alla luce. È auspicabile che per essere ammirati dai posteri non ne siano necessari altrettanti. E intanto già si è mosso qualcosa. Dopo la nostra richiesta di replica all’amministrazione comunale è stata, infatti, effettuata la rimozione dei calcinacci dai mosaici.
 


Il dirigente: “Entro il mese definiremo il progetto”
 
MAZARA DEL VALLO (TP) – Qual è il progetto dell’amministrazione per i mosaici?
“I recenti distacchi di intonaco – replica al QdS Alberto Ditta, dirigente comunale dei Lavori pubblici e Urbanistica – sono stati causati dalla vicinanza dell’ambiente marino e dalla condensa sul solaio del terrazzo sovrastante. D’accordo con la Sovrintendenza, si è deciso di demolire parte di questo sottotetto per consentire una diretta fruizione dei mosaici dall’alto. In questa maniera verrebbero risparmiati dall’aggressione del salnitro e dai fenomeni che hanno deteriorato l’armatura dei travetti del solaio”.
Sarà effettuata una copertura di qualche tipo?
“Il sindaco è stato molto chiaro: gradirebbe mantenere all’aperto e alla vista tutti questi mosaici”.
La scoperchiatura del sito dovrebbe eliminare i riflessi sulle vetrate perimetrali che, nelle ore diurne, rendono quasi invisibili il cervo e gli altri pavimenti.
“Il mosaico è fatto anche per stare all’esterno. A Pompei è stato dimostrato che quelli all’aperto sono stati conservati meglio di quelli all’interno dei vani, che hanno subito delle alterazioni”.
Quali somme sarà necessario investire, da dove saranno reperite e che tempi ci vorranno?
“Si sta quantificando la spesa, che sarà a carico del Comune, nei dettagli. Si deve fare un ponteggio che garantisca la sicurezza dei mosaici dalla caduta dei pezzi di intonaco sovrastanti. Entro questo mese – conclude il dirigente – definiremo il progetto e dopo bisognerà bandire l’appalto”.

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