La controffensiva di Luca Bianchi - QdS

La controffensiva di Luca Bianchi

redazione

La controffensiva di Luca Bianchi

giovedì 30 Gennaio 2014

L'assessore all'Economia ha preparato un dossier in cui analizza i conti della Regione siciliana, criticando i rilievi mossi dal Commissario dello Stato nell'impugnativa della Finanziaria

Mentre in queste ore a Roma – presso il ministero degli Affari regionali guidato da Graziano Delrio – si sta discutendo delle sorti dell’Isola, l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, ha lanciato la sua controffensiva rispetto ai rilievi mossi dal commissario dello Stato alla manovra economica del Governo siculo.
L’ex vice direttore della Svimez ha preparato un documento in cui fa un’analisi dei conti della Regione e tocca la questione dei residui attivi, la massa di crediti in buona parte inesigibili che ha portato al blocco della spesa, per oltre mezzo miliardo, nell’impugnativa della legge finanziaria.
 
La questione dei crediti inesigibili.
“Francamente – ha dichiarato l’assessore – stupiscono le ragioni di improvvisa preoccupazione per l’inesigibilità dei residui attivi, quando per quasi un decennio non è stato neanche stigmatizzato il chiaro comportamento elusivo di chi ha gestito la Regione, che formalmente ha stanziato i fondi e poi li ha puntualmente dirottati per altre finalità non sempre nobili”.
 
“Il volume di residui attivi proviene da molto lontano – sottolinea Bianchi – È stato generato in larga misura prima del 2005 e, con riferimento alle entrate tributarie, si attesta su un trend decrescente a partire dal 2007, evidenziando una capacità di incasso superiore del 4% annuo, anche in un contesto congiunturale fragilissimo”.
 
Il responsabile dei conti siciliani evidenzia che “lo stock di residui attivi relativo alle entrate correnti (tributarie ed extra-tributarie) – che nel 2005 valeva circa 6 miliardi di euro – si è ridotto all’inizio del 2013 di quasi un miliardo, ovvero di quasi il 16%, con una progressione media annua del 2%, chiaramente insoddisfacente”.
 
“La Regione nel corso degli anni – osserva Bianchi – aveva previsto un accantonamento per fronteggiare la dubbia esigibilità di una parte di tali stock di residui. Tuttavia, non è stato quasi mai utilizzato per fronteggiare l’inesigibilità dei residui attivi, bensì per coprire esigenze di spesa di vario tipo. Solo a partire dal 2013 è stato mantenuto congruo per una sua corretta utilizzazione”.
 
E aggiunge: “Di fatto, i residui di dubbia esigibilità cancellati a valere sulle risorse appostate nel fondo rischi sono stati pari a zero per tutto il periodo considerato, salvo nel periodo 2012-2013 e, in previsione, nel 2014, quando dovrebbero ammontare a circa 100 milioni di euro all’anno. Il che garantirebbe, solo a partire da questo biennio, lo smaltimento dei residui in un arco temporale sostenibile, circa 10 anni”.
 
Le critiche al Commissario.
 
Quello che contesta l’assessore al prefetto Aronica è di aver “guardato al passato, non tenendo conto degli elementi di contesto che hanno reso molto stretto i margini di manovra sui conti pubblici regionali”.
 
Bianchi continua, inoltre, a sostenere – come d’altro canto sta facendo Rosario Crocetta da parecchi giorni – che la Giunta l’anno scorso “si è fatta carico di un disavanzo 2012 di 1 miliardo di euro e ha manifestato la volontà di affrontare per la prima volta seriamente una ‘pulizia’ del bilancio regionale, anche con l’impegno di accelerare lo smaltimento dei residui di dubbia esigibilità”.
 
Insomma, come sempre, le colpe sono di chi c’era prima (leggasi Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro). “I rilievi che si possono fare alle politiche di bilancio di certo non sono tali da compromettere la salvaguardia dei conti, per l’insieme di misure che a partire dal 2013 irrobustiscono in modo palese il bilancio della Regione – prosegue l’assessore – Come riconosciuto dal governo nazionale, il bilancio della Regione per il 2013 e per il 2014 è stato redatto in doveroso ossequio dei principi contabili e non nasconde al suo interno ne improprie copertura ne disavanzi impliciti”.
 
Sui risparmi.
 
“Da più parti in questi giorni è stata messa in dubbio la rivendicata realizzazione di notevoli risparmi di spesa. Ma i numeri, mai come in questo caso, parlano chiaro e non prestano a diverse interpretazioni. A fronte della rigidità delle uscite del bilancio, essenzialmente spese per personale e di funzionamento, in effetti, non era così scontato realizzarli. Ma noi ci siamo riusciti”.
 
Bianchi – nel suo libro dei numeri – traccia una linea di demarcazione tra l’attuale gestione e quella dei governi del passato. “Nel periodo 2005-2012 la spesa corrente della Regione, esclusa la componente sanitaria, si è attestata mediamente intorno ai 7miliardi di euro”, scrive Bianchi, mentre “nel biennio 2014-2014 la spesa corrente si riduce complessivamente di quasi il 19%, collocandosi intorno al valore di 5,7 miliardi di euro”.
 
Per il 2014 – sottolinea l’assessore – siamo riusciti a produrre un risparmio strutturale di spesa di oltre 300 milioni di euro. Non era facile, ne scontato, considerando che per il 2013 abbiamo ridotto importanti voci di bilancio sul funzionamento di oltre il 40%”.
 
“L’operazione – aggiunge – ha avuto un elevato grado di difficoltà, in quanto non realizzata mediante tagli lineari ma attraverso una minuziosa riqualificazione delle uscite, testimoniata dal fatto che, nonostante la riduzione consistente, la Regione continua ad assicurare la spesa per il personale e per il funzionamento della macchina amministrativa. Ciò è stato particolarmente complicato per il 2014, dopo l’opera di lotta agli sprechi realizzata per il 2013; gli ulteriori risparmi di spesa valgono oltre 50 milioni sui redditi da lavoro e oltre 11 milioni sui consumi intermedi (soprattutto utenze, consulenze, rimborsi spese, spese di rappresentanza e pubblicità)”.
 

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