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Abolizione Province, dove eravamo rimasti

redazione

Abolizione Province, dove eravamo rimasti

giovedì 27 Febbraio 2014

Fino ad ora sono stati approvati 4 articoli della riforma e oggi riprende l'esame all'Ars. Rosario Crocetta provoca l'opposizione: "Forza Italia è molto più estremista qui che a Roma". All'orizzonte ipotesi di una grande coalizione con il Ncd di Alfano

Oggi pomeriggio l’Assemblea regionale siciliana riprende l’esame della riforma delle Province. Si riparte da quattro: tanti sono gli articoli approvati fino ad ora. Vediamo rapidamente quali. Il primo istituisce nove Liberi Consorzi in luogo delle attuali Province.
Il secondo disciplina l’adesione a un Consorzio diverso da quelli “canonici”: in sostanza, entro sei mesi dall’approvazione della legge, i Comuni con delibera dei rispettivi Consigli (è prevista una maggioranza qualificata di due terzi) potranno stabilire di costituire un nuovo Libero consorzio purché rispetti il limite minimo di 180 mila abitanti. (per altre informazioni clicca qui)
L’art 3 della riforma, invece, sancisce i Liberi consorzi sono organismi di secondo livello. È stato approvato anche l’art. 4, ma non come l’aveva riscritto il Governo, bensì come era stato originariamente esitato dalla Commissione Affari istituzionali: delle Assemblee consortili fanno parte i sindaci dei Comuni che aderiscono alla libera aggregazione.
 
Sulle città metropolitane, martedì scorso, la maggioranza avrebbe raggiunto un accordo con il Nuovo centrodestra disponibile a votare l’articolo 7 del ddl rinviando la definizione delle funzioni a una successiva legge. È saltata, invece, al momento l’ipotesi di introdurre negli statuti dei Liberi consorzi l’elezione diretta dei presidenti, proposta caldeggiata dal Ncd, ma che ha trovato la contrarietà di una parte del Pd, in testa il capogruppo Baldo Gucciardi, dei 5stelle e di pezzi della minoranza.
 
Rosario Crocetta, pronto a tutto pur di portare a casa la promessa abolizione dei vituperati Enti intermedi, continua a provocare l’opposizione. “Forza Italia è molto più estremista qui in Sicilia dove è contro la riforma delle Province che a Roma, dove Berlusconi fa l’accordo con Renzi sulla riforma del titolo V e l’abolizione delle Province”.
 
Ma il governatore ne ha anche per il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, che addirittura nell’Urbe dell’ex sindaco di Firenze è alleato di governo. “In Sicilia il Nuovo centrodestra è completamente subordinato a Forza Italia, questo è un problema per Alfano e Schifani con i quali dialogo a Roma ma poi qui cambia tutto”. Proprio questa mattina, l’ex ministro della Pubblica amministrazione ed esponente Udc, Gianpiero D’Alia, ha lanciato l’idea di una grande coalizione in salsa siciliana, con il Pd e il gruppo che fa capo al ministro dell’Interno alleati in Giunta.
 
Sul punto Crocetta va comunque cauto. “L’accordo con Ncd? Io non l’ho visto, se non nelle dichiarazioni di qualcuno. Secondo D’Alia Ncd dovrebbe entrare in giunta ma su quali basi se in Sicilia è schiacciato, tranne qualcuno, sulle posizioni di Forza Italia?”. “Ncd – continua il presidente della Regione – deve chiarire da che parte sta. Vuole collaborare? Ben venga”. E sulla possibilità di un rimpasto che tengo conto delle forze alfaniane il governatore è possibilista: “Perché no? Si fa a Roma, si potrebbe fare anche qui. Ma senza patto sulle riforme non può esserci intesa”.
 

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