Esplosione Catania: si rafforza la tesi del suicidio - QdS

Esplosione Catania: si rafforza la tesi del suicidio

redazione

Esplosione Catania: si rafforza la tesi del suicidio

giovedì 22 Marzo 2018

In una lettera trovata nel pensionato dove a volte dormiva, l'uomo di 75 anni che abitava nell'officina distrutta va parla dei propri problemi di salute e di lavoro, si dice stanco e solo. Resta da accertare la causa dell'innesco della deflagrazione

Aveva disagi psicologici per il suo stato di salute e anche perché il lavoro non andava bene. Anzi recentemente aveva subito una truffa nell’acquisto di biciclette.
E’ quanto emerge da una lettera scritta Giuseppe Longo, l’uomo di 75 anni morto, il 20 marzo scorso, nell’esplosione del piano terra della palazzina di Catania, dove aveva in affitto le botteghe.
L’esplosione ha ucciso due vigili del fuoco e altri due sono rimasti gravemente feriti.
La lettera è stata trovata nel pensionato dove, fino a due giorni prima della tragedia, l’uomo andava a dormire. Il documento è stato acquisito dalla squadra mobile della Questura.
 
L’uomo tratteggia la sua solitudine e dice di essere stanco, scrivendo anche un "se mi cercate mi troverete in via Sacchero".
Potrebbe essere un tassello in più nella dinamica della tragedia che consolida la tesi del tentativo di suicidio dell’anziano, di cui però nella lettera Longo non scrive.
L’uomo avrebbe avuto un colloquio con i vigili del fuoco che erano arrivati sul posto, allertati da un vicino di casa per la puzza di gas.
Potrebbe essere stato lui ad aprire una delle tre bombole presenti nella stanza.
Resta da accertare cosa poi abbia fatto da ‘innesco’ causando l’esplosione che è stata dall’interno verso l’esterno: l’uso di un attrezzo da parte di un pompiere, una iniziativa volontaria dell’uomo o un evento accidentale.
 

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