Piano rifiuti, ancora guai per il governo - QdS

Piano rifiuti, ancora guai per il governo

Rosario Battiato

Piano rifiuti, ancora guai per il governo

giovedì 23 Gennaio 2014

Al Senato arriva un ordine del giorno sul ritardo nell'attivazione della procedure di valutazione ambientale strategica del Piano rifiuti regionale. Ripercorriamo la lunga e travagliata storia di uno strumento a cavallo tra due governi e mai del tutto applicato 
 

ROMA – Ancora ombre sul piano rifiuti siciliano. Giuseppe Compagnone, senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, ha presentato un ordine del giorno al Dl Milleproroghe che verrà discusso in Aula in considerazione del “ritardo dell’attivazione della procedura di valutazione ambientale strategica (il 17 dicembre 2013, sebbene l’obbligo di procedere alla Vas risalisse all’11 luglio 2012) che ha causato il mancato completamento del Piano di gestione dei rifiuti”. Questo stato delle cose, unito all’accertato interesse della malavita organizzata per i flussi di risorse pubbliche e private connesse al ciclo integrato dei rifiuti (leggi il servizio sulla relazione della commissione parlamentare d’inchiesta) dovrebbe impegnare, secondo Compagnone, il governo a controllare “’i provvedimenti di autorizzazione degli impianti già adottati da parte del commissario delegato” e l’efficacia e la validità delle garanzie finanziarie per ogni impianto di trattamento e di scarica in esercizio.
 
 
Il Piano rifiuti siciliano, oggetto di un lunghissimo contendere politico tra Regione e ministero dell’Ambiente quando a Palermo sedeva Raffaele Lombardo e in via Cristoforo Colombo comandava Stefania Prestigiacomo (lo abbiamo raccontato qui), era stato approvato con decreto del Mattm già l’11 luglio del 2012 (leggi il servizio dell’approvazione), ma l’avviso di pubblicazione relativo alla valutazione ambientale strategica è giunto più di un anno dopo, esattamente il 30 dicembre del 2013. A questo link tutto il materiale relativo al Piano rifiuti.
 
  
In Sicilia vacilla anche la riforma del sistema rifiuti, varata sempre durante il governo Lombardo con lr 9/2010, perché sono stati prorogati gli Ato che avrebbero dovuto cessare la loro funzione nello scorso ottobre (leggi il servizio e la circolare di Crocetta che proroga gli Ato). Il modello siciliano di rifiuti è risultato fallimentare perché è costato alle casse regionali 1,3 miliardi di anticipazioni (qui puoi leggere l’intera inchiesta).

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