Trattamento degli scarti, occorre stimarne la composizione nella zona di raccolta - QdS

Trattamento degli scarti, occorre stimarne la composizione nella zona di raccolta

Andrea Salomone

Trattamento degli scarti, occorre stimarne la composizione nella zona di raccolta

venerdì 21 Marzo 2014

Determinante l’apporto di alcune tecnologie che richiedono l’impiego di una certa quantità di energia

LONDRA – La scorsa settimana abbiamo fatto cenno al documento intitolato Energy from waste: a guide to debate, una guida al dibattito sulla tecnologia "energia dai rifiuti" pubblicata dal Defra, il dipartimento inglese per l’ambiente, gli alimenti e gli affari rurali (Department for Environment, Food & Rural Affairs) nella sezione "publications" del sito del Governo inglese.
A pagina 3 del rapporto, viene spiegato il concetto che le tecnologie per il recupero di energia dai rifiuti non riguardano solo la gestione dei rifiuti. L’immondizia, infatti, non è da considerare solo come una fonte energetica di valore che offre un contributo alla sicurezza energetica, ossia alla copertura del consumo di energia locale e nazionale.
Il Governo inglese – come anche quello americano, austriaco, tedesco, svizzero, olandese, belga, norvegese e danese – spiega che le tecnologie per la produzione di energia dai rifiuti contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo di lasciarsi alle spalle l’utilizzo dei combustibili fossili, perché i rifiuti sono una fonte energetica parzialmente rinnovabile.
La spazzatura "ha l’ulteriore vantaggio di non essere intermittente", perché il suo afflusso nell’impianto è continuo e può "completare altre fonti di energia rinnovabile come il vento e l’energia solare, che invece normalmente funzionano a intermittenza" (pag. 3).
La maggior parte dell’energia dai rifiuti prodotta al momento viene convertita in elettricità. Tuttavia, molte centrali moderne sono in grado di generare anche calore, come la Selchp di Londra (di cui abbiamo parlato il 10 e il 24 maggio dell’anno scorso) e quella di Berlino Ruhleben (descritta nei nostri articoli del 22 agosto 2012, del 12, 22 e 29 marzo 2013, del 5 aprile, 6 settembre e 29 novembre 2013).
Altre tecnologie innovative trasformano i rifiuti in altri prodotti energetici, come combustibile per i trasporti o sostitutivo del gas naturale. Ne è un esempio l’impianto di prossima costruzione di Solena e British Airways (di cui abbiamo parlato il 7 giugno e il 2 agosto dell’anno scorso), ideato appositamente per produrre combustibile per aviogetti dai rifiuti indifferenziati (Rsu) e per questa ragione situato vicino all’aeroporto di Heatrow.
Il Governo inglese offre un numero di incentivi finanziari differenti per questo genere di tecnologie, particolarmente per le più moderne e le più efficienti. Esse, infatti, oltre ad assicurare il trattamento sicuro dei rifiuti, consentono di mantenere l’impegno governativo di produrre più energia e meno rifiuti.
Decidere di adottare una soluzione energia dai rifiuti significa considerare diversi fattori, come il carburante, l’impianto, la sua posizione, e così via. La composizione dei rifiuti prodotti cambia di zona in zona, di casa in casa, di negozio in negozio e da industria a industria.
Prima di scegliere la soluzione migliore al trattamento degli scarti bisognerebbe stimare la composizione media degli Rsu di una determinata zona e tracciare un bilancio sulla componente rinnovabile in essi presente.
Alcune tecnologie, infatti, sono in grado di far fronte ad un largo margine di composizione dei rifiuti. Altre, invece, hanno requisiti specifici e richiedono un processo di pretrattamento che trasformi i rifiuti in combustibile derivato dai rifiuti (cdr).
Nella valutazione globale di una soluzione di questo genere va considerato che il pretrattamento richiede l’impiego di una certa quantità di energia e che il combustibile secondario prodotto deve soddisfare i requisiti qualitativi richiesti dalle centrali dove verrà combusto.
Per tutte queste ragioni è più che ragionevole la proposta "Rifiuti Zero" del Movimento 5 Stelle Sicilia esposta al punto 1 del paragrafo sulla gestione dei rifiuti di istituire centri di ricerca per l’analisi della frazione residuale.
Per far questo è necessario attrezzare le discariche esistenti di tecnologie ed esperti in grado di analizzare la composizione dei rifiuti. Solo così sarà possibile capire quali sono le tecnologie economicamente ed ecologicamente più favorevoli per trattare i rifiuti prodotti in una determinata area e scegliere la soluzione migliore allo stato attuale delle conoscenze scientifiche.
Fatto ciò, bisogna individuare i punti dell’isola dov’è possibile fare arrivare la maggior quantità di Rsu sprecando meno benzina possibile per trasportarli in modo da piazzarvi gli stabilimenti più adatti.
 

Le centrali energetiche hanno sistema di filtraggio

LONDRA – Come spiega il sopracitato documento, tutte le centrali "energia dai rifiuti" possiedono un’area di deposito dove viene raccolta la spazzatura e preparata per la combustione, un forno per il trattamento termico, un meccanismo di conversione energetica capace di trasformare il calore in vapore, elettricità e/o carburante e, infine, un sistema di filtraggio e di controllo delle emissioni.
I benefici ambientali non dipendono solo dal tipo di trattamento termico, ma anche dal sistema di conversione dell’energia ad esso associato e dall’efficienza generale dell’impianto.

Oltre al semplice e più largamente impiegato processo di combustione, esistono anche i cosiddetti trattamenti termali avanzati (Att, Advanced thermal treatments) come la gassificazione e la pirolisi. Ognuno di essi ha vantaggi e svantaggi e, come già detto, non esiste "la soluzione", perché tutto dipende dalle già citate variabili.
La grandezza e la posizione dell’impianto sono determinanti per il tipo di tecnologia da impiegare. Siti più piccoli, per esempio, vengono considerati più adatti per le tecnologie Att, in grado di operare ad una scala più ridotta.
Mentre le più comuni centrali Rsu generano energia attraverso la semplice combustione dei rifiuti, le Att creano una mistura di prodotti che dopo essere stati combusti contengono in sé ancora molta energia chimica sotto forma di gas e olio. Questi materiali possono essere semplicemente bruciati e impiegati in loco per aumentare la quantità di vapore prodotto, come succede nelle centrali Rsu, ma possono essere anche combusti direttamente in motori o turbine a gas, o convertiti in combustibile da trasporto o gas naturale sintetico.
Le tecnologie Att sono normalmente "più attraenti", perché consentono di utilizzare più energia dai rifiuti: maggiori sono infatti i processi di conversione e i passaggi, maggiore è la dispersione di energia.
 

 
I gas di scarico emessi soddisfano i limiti Ue

LONDRA – Il sistema di filtraggio assicura che tutti i gas di scarico emessi dall’impianto soddisfino gli stretti limiti imposti dalla legislazione europea in materia. Come già sottolineato dagli studi dell’Epa, gli impianti "energia dai rifiuti" contribuiscono solo per una piccola parte alle emissioni locali e nazionali di particolato.
Le potenziali implicazioni sulla salute delle emissioni sono il punto più scottante e preoccupante, ed è per questo che in tutti questi anni la ricerca scientifica e la legislazione in materia sono andati di pari passo. L’ente nazionale per la protezione della salute inglese, meglio noto con le sigle Phe (Public health england) o Hpa (Health protection agency), ha rivisto le ricerche intraprese in questi anni per esaminare i collegamenti tra le emissioni degli impianti di combustione dei Rsu e gli effetti sulla salute.
Il risultato? L’agenzia governativa ha notato che impianti moderni e ben gestiti danno solo un piccolo contributo alle concentrazioni locali di inquinanti aerei e ha spiegato che "nonostante sia possibile che così piccole quantità aggiunte di inquinanti possano avere un impatto sulla salute, questi effetti, se esistono, sono probabilmente davvero piccoli e non rilevabili".
Sappiamo per esperienza che il processo generale che porta dalla pianificazione della gestione dei rifiuti al possesso di un impianto energia dai rifiuti in funzione può prendere molti anni e in alcuni casi una decade o più, quindi bisogna aprire quanto prima in Sicilia un tavolo tecnico sull’argomento, cosa anch’essa giustamente richiesta dal M5S.
Tutti i fattori vanno considerati in una prospettiva organica dove vengano soppesati tutti i pro e i contro delle diverse soluzioni possibili in una prospettiva di lungimiranza e perfettibilità.
 
 

(46. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate – nel 2013 – il 22 febbraio, l’1, 12, 15, 22, 29 marzo, il 5, 12, 19 aprile, 3, 10, 17, 24 maggio, il 7 giugno, il 5, 12, 19, 26 luglio, 2, 9, 23, 30 agosto e 6, 13, 20, 27 settembre, 4, 18, 25 ottobre, 1, 8, 15, 22, 29 novembre, 6, 13 dicembre, – nel 2014 – 10, 17, 24, 31 gennaio, 14, 21, 28 febbraio, 7 e 14 marzo. La prossima pubblicazione è prevista venerdì 28 marzo).

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